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 2014  dicembre 11 Giovedì calendario

Le sabbie mobili della prescrizione sono pronte a inghiottire scandali e imputati, dal caso Ama a quello Atac. Proprio oggi che la Procura di Roma con Giuseppe Pignatone conosce la sua «primavera», rischia l’impunità una costola di quel sistema di potere interfaccia di Mafia capitale, l’organizzazione mafiosa dell’ex terrorista nero Massimo Carminati

Le sabbie mobili della prescrizione sono pronte a inghiottire scandali e imputati. A trasferirli in quel limbo dove tutto si dimentica. A riportare piazzale Clodio a quel porto delle nebbie di infausta memoria. Proprio oggi che la Procura con Giuseppe Pignatone conosce la sua «primavera», rischia l’impunità una costola di quel sistema di potere interfaccia di «Mafia capitale», l’organizzazione mafiosa dell’ex terrorista nero Massimo Carminati.
Sette anni e sei mesi
Che brutta bestia, la prescrizione. In un tavolo di poker è il classico mazzo di carte truccato che fa vincere sempre il banco, l’imputato. Nel nostro caso, sette anni e mezzo è la cifra, il punto di non ritorno, il confine superato il quale l’imputato, innocente o colpevole che sia, vince. Corruzione, uno dei reati più odiosi e più impunito ne è un esempio. Ma anche abuso d’ufficio, falso, violazione della legge Biagi. Sono questi ultimi i reati contestati nel nostro caso. Questa storia, che rischia di finire nel limbo dei graziati e degli impuniti, risale alla metà del dicembre 2010 quando esplose la Parentopoli targata Alemanno.
Duemila assunzioni di raccomandati, amanti, parenti, figli, mogli, segretarie all’Ama, quella che si occupa dei rifiuti, e all’Atac, azienda dei trasporti pubblici. Roba da basso impero, da bagordi del Ventennio che non c’è più. Imputato eccellente l’allora amministratore delegato di Ama, Franco Panzironi, della scuderia Alemanno, pardon della squadra del sindaco. Indagato per aver pilotato centinaia di assunzioni tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009. Ecco, prima della fine del 2017 il processo deve concludersi, anche con la decisione finale della Cassazione, pena la prescrizione, il colpo di spugna, la grazia per gli imputati.
I tempi
A oggi, siamo al dibattimento inoltrato del primo grado. Gli imputati sono otto, manager e funzionari di Ama, e la prescrizione è in agguato, per l’Appello. Mentre per lo scandalo dell’Atac, 49 assunzioni pilotate documentate, 8 imputati, amministratori delegati e dirigenti di Trambus, Metro spa, e Marco Visconti, assessore all’Ambiente della giunta Alemanno, (i fatti si riferiscono al 2010) nel gennaio prossimo il gip dovrebbe fissare il dibattimento. Siamo a un rischio ancora più concreto di prescrizione.
Franco Panzironi è stato arrestato nell’ambito di Mafia capitale per tutti gli appalti fatti vincere alle cooperative di Salvatore Buzzi: «Assegnazione della raccolta differenziata e dei lavori relativi alla raccolta delle foglie per il Comune di Roma; assegnazione di lavori per 5 milioni non ancora individuato».
Le cifre
Per questi «servigi», Franco Panzironi si era garantito uno stipendio di 15 mila euro al mese e 120.000 euro, pari al 2.5% del valore di un appalto. Mente raffinata, Panzironi, che per i camerati, per gli amici si fa in quattro. Dovrebbero essere 841 le assunzioni pilotate per chiamata diretta tra il 2008 e il 2009 di autisti, operatori ecologici, interratori. E poi 41 “privilegiati”, assunti addirittura retrodatando i contratti a prima dell’entrata in vigore della legge Brunetta.
Tra gli assunti c’è l’ex camerata Stefano Andrini, amministratore delegato ad Ama Servizi ambiente, l’ex Nar Francesco Bianco (che finisce all’Atac), la figlia del capo scorta del sindaco Alemanno. All’Atac le cronache ricordano che fu assunta la cubista Giulia Pellegrino, moglie dell’assessore Visconti.