il Giornale, 10 dicembre 2014
Quando Marino scrisse ai pm: «Dovete lasciare stare gli abusivi delle case». Le pressioni del sindaco di Roma su tre immobili occupati da un centinaio di famiglie senza fissa dimora. Il clan voleva mettere le mani sulla movida e sul business dello smaltimento del vetro gettato a Campo de’ Fiori
Le pressioni del sindaco su tre immobili «okkupati» da un centinaio di famiglie senza fissa dimora. Il clan voleva mettere le mani sulla movida e sul business dello smaltimento del vetro gettato a Campo de’ Fiori
Le cooperative, da mezzo di riscatto sociale delle classi più umili a strumento per vincere appalti. Dalle intercettazioni emerge un pattern poco virtuoso che riguarda il mondo della cooperazione. Uno dei (pochi) tentativi della cricca di mettere le mani su affari del comune andati male riguarda il business della gestione della vigilanza e della sicurezza nel Centro storico nel 2012, anno di disordini nella zona di Campo dei Fiori. Nel dettaglio, il gruppo Carminati voleva gestire l’esecuzione di un accordo tra l’amministrazione capitolina e i commercianti del centro per l’impiego di steward nei locali che vendono alcolici per raccogliere le bottiglie di vetro. Per farlo un uomo della rete, Angelo Spreafico, istruttore di arti marziali con un passato nell’estrema destra contatta un esponente di un sindacato di buttafuori. E quest’ultimo spiega all’interlocutore che «dopo la costituzione della cooperativa bisogna aspettà un mese prima di iniziare a lavorare». Al che Spreafico, che ha fretta di battere la concorrenza replica «troviamo una cooperativa già pronta e intanto lavoramo con quella». E ancora: «m’ha detto coso che c’aveva no con.. c’aveva 18 cooperative, lì 10 cooperative, ne famo appoggià una nel frattempo che non è pronta quell’altra». Siccome le cose non vanno come sperato, non mancano le minacce (un interlocutore non identificato di Spreafico, Massimo, dice che è giusto «sentirsi autorizzato a fare qualsiasi azione») da parte di chi voleva amministrare l’ordine e il decoro in centro. Dalle intercettazioni emergono pressioni nei confronti di Giorgio Ciardi, delegato alla sicurezza del Comune e lo scontro, come hanno annotato gli investigatori, che nel 2012 «portò il Comune ad emanare e ritirare alcune ordinanze come quella sull’antivetro, osteggiata dai commercianti che gestiscono la fornitura di alcolici – tra i diversi interessi economici in gioco».
In una intercettazione il delegato del sindaco dice a Spreafico: «stai tranquillo» e l’affiliato al clan chiosa «ok aspettiamo, io quando è..sono pronto con i ragazzi». La strategia però non porta i frutti sperati e Spreafico, sempre in base ad una intercettazione del 9 novembre 2012, lamenta che le risorse, 300mila euro del comune e 73mila euro dei commercianti, andranno all’associazione «Riprendiamoci la Notte» per impiegare, conclude Spreafico, «tre persone con i fratini a raccogliere la spazzatura e tre ragazze che distribuiscono i volantini invitando la gente a non eccedere con l’alcol». Non è chiaro cosa avrebbero fatto loro.
LOTTA PER LA CASA
Indagando sugli appalti «truccati» vinti dalle Coop che fanno riferimento a Salvatore Buzzi e, indirettamente, a Massimo Carminati i magistrati della Procura di Roma si imbattono in un’altra associazione criminale, il «Comitato popolare di lotta per la casa». Si tratta di un’organizzazione di estrema sinistra che occupa abusivamente gli edifici della Capitale in nome di un presunto diritto alla casa e che si è resa protagonista di azioni eclatanti come l’occupazione della Basilica di Santa Maria Maggiore. In realtà, questi happening erano solo uno strumento di ricatto nei confronti dell’amministrazione, messo in atto tanto con la giunta Alemanno (occupazione dell’ex clinica San Giorgio nei pressi dell’abitazione del politico, ndr) quanto con quella Marino che, però, si mostra ancora più «sensibile», anche per motivi di contiguità politica. Una storia che vale la pena di raccontare.
Il 14 marzo 2014 il Gup di Roma dispone il sequestro di tre immobili occupati abusivamente: l’ex sede distaccata dell’istituto tecnico Hertz in via Tuscolana 1113, l’ex scuola Amerigo Vespucci di Via delle Acacie 56 e lo stabile di via delle Terme di Caracalla 55/A dove da oltre dieci anni si è installato un centro sociale ora denominato «Angelo Mai Altrove Occupato». Per il Comune di Roma è una piccola tragedia: dove ricollocare un centinaio di famiglie senza abitazione che dimoravano in quelle strutture? Il sindaco Ignazio Marino, il 26 marzo 2014, prende così carta e penna e scrive al procuratore Tescaroli che, peraltro, aveva già consentito il reingresso degli occupanti per esigenze sociali. Il primo cittadino, però, preannuncia che «la ricollocazione delle centinaia di persone occupanti gli stabili rappresenta un’indubbia difficoltà».
Il 2 aprile 2014, tuttavia, l’assessore alla Casa Daniele Ozzimo comunica al vicesindaco Luigi Nieri che «a partire da martedì 8 aprile saremo in grado dì dare accoglienza ai nuclei residenti in via Tuscolana 1113 e via delle Acacie 56» ribadendo «la necessità che la copertura economica del servizio d’accoglienza sia a totale carico del Gabinetto dal Sindaco». Il legame tra Ozzimo e Buzzi fa pensare che per la sua Eriches 29 si sia sviluppata qualche altra possibilità.
E, tuttavia, nella vicenda c’è un altro aspetto che fa riflettere. Ignazio Marino, infatti, si spende anche per l’«Angelo Mai» asserendo che «si tratta di un polo culturale e sociale, la cui attività riveste un rilevante interesse per l’amministrazione comunale» perorando quindi «la revoca del sequestro e/o il dissequestro, onde consentire la prosecuzione dell’attività culturale ivi svolta» all’Associazione Probasis Onlus che dal 6 febbraio 2007 (sindaco Walter Veltroni; ndr) era assegnataria della struttura.
La Procura di Roma replica il giorno successivo (27 marzo 2014) affermando che il presidente di Probasis Onlus, Giorgina Pilozzi, unitamente Maria Giuseppa (Pina) Vitale, responsabili della gestione della struttura, sono indagate dalla Procura e che, pertanto, vi sia «il concreto rischio che Pilozzi e i coindagati reiterino l’occupazione abusiva, che, nel mese di gennaio del corrente anno, ha perfino impedito all’amministrazione comunale di effettuare le verifiche amministrative», aggiungendo che «non risulta, poi, che l’associazione Probasis Onlus sia titolare delle prescritte autorizzazioni amministrative necessarie per svolgere gli spettacoli e le iniziative culturali». Di qui, il parere sfavorevole all’istanza del sindaco.
L’associazione per la quale il sindaco si spende si è macchiata di reati come «furto di risorse energetiche (allacci abusivi a elettricità, gas, acqua), estorsione, violenza privata, ingiuria, violenza e minaccia per costringere a commettere un reato, al fine di realizzare profitti illeciti». Insomma, gli occupanti abusivi della Vespucci e dell’Hertz erano costretti a versare mensilmente piccole quote di denaro sotto la minaccia di essere allontanati dagli stabili o mediante costrizione fisica. Una donna immigrata era stata costretta a cucinare alcuni cibi da servire nell’«Osteria da Pina» aperta presso il centro sociale occupato, mentre altri abusivi erano stati mobilitati per le manifestazioni più eclatanti. Un’altra indagata, Serena Malta, aveva costretto gli abusivi «ad attaccare i (propri) manifesti elettorali per le elezioni regionali con la lista “Rivoluzione civile Ingroia” e a votarla e a farla votare da almeno altre cinque persone». I politici di sinistra sono la leva per i loro scopi non proprio onesti. In un’intercettazione Pina Vitale dice a Serena Malta, a proposito di un’occupazione andata male nei pressi di Ostia: «La parte Pd è da paura. è stato proprio lui a dirmi io sono l’assessore se vi serve una mano... ma lì non mi posso... mi costringete a non muovermi e ci ha spiegato... no, non si fa». In un’altra intercettazione del 26 novembre 2013 la Vitale racconta di esser stata a casa di Daniele Ozzimo e di avergli detto: «Adesso mi hai proprio rotto il cazzo, o in settimana questa cosa si fa o vi metto in ginocchio come ho messo in ginocchio la destra». Ozzimo le avrebbe risposto: «Pina ti prego, dacci un po’ di tempo, noi siamo qui da soli 5 mesi». Vitale continua il racconto: «In 5 mesi non avete fatto un cazzo, ora comincio a sterminare la Hertz, dieci famiglie le prendo a calci sulla fregna, una dopo l’altra fino a fargli male. Oggi mi hanno visto e terrorizzati si sono chiusi dentro casa. Io alla Hertz ho speso 33 mila euro». In un’altra intercettazione del luglio 2013 Malta riferisce a Vitale, indispettita per non essere stata invitata a un incontro di Marino con le associazioni per la casa, «di aver letto il contenuto della lettera che il Sindaco Marino invierà al Presidente (Enrico, ndr) Letta per chiedere il blocco degli sfratti e del fatto che si discuterà anche del patrimonio immobiliare del Comune di Roma, da destinare alle famiglie che vivono il dramma dell’emergenza abitativa.
Una cosa, però, la si può comprendere. Dietro quella lettera del sindaco c’era stata una spinta del vicesindaco di Sel, Luigi Nieri, che il 21 marzo era stato intercettato con Giorgina Pilozzi, che si faceva forte anche della gestione dell’occupazione del Teatro Valle, alla quale preannunciava l’intervento del primo cittadino. Una situazione di illegalità diffusa a cui l’amministrazione comunale si è sostanzialmente inchinata.
Luigi Nieri: Allora guarda noi adesso, ehm, stiamo lavorando, con la, con la.... Ehm, dobbiamo fare un’incontro io e la segreteria del Sindaco tra oggi e domani mattina sulla..,., con l’avvocatura, per capire come procediamo sul passaggio, soprattutto per quanto riguarda la vicenda dell’Angelo Mai, ma non solo. Perché adesso ieri sera, abbiamo fatto questo passaggio forzando la mano.
Giorgina: Che poi è temporaneo, no?
Luigi Nieri: Eh, per cui dobbiamo adesso capire come facciamo il passaggio... Perché lì che succede in realtà nell’ordinanza che me so fatto mandare da Arturo.
Giorgina: Sì
Luigi Nieri: Dice che comunque noi, dopo loro ce lo avrebbero riconsegnati. Adesso ce li avrebbero riconsegnati liberi, ma ormai ce li riconsegna, almeno per le occupazioni, noi ce li..., abbiamo anticipato il passaggio e ce stanno già le persone dentro.
Giorgina: Eh certo.
Luigi Nieri: Con tutta una grande confusione, no? Ovviamente...
Giorgina: Perché una volta che loro ve li riconsegnano poi voi potete farne ciò che ne volete, giusto?
Luigi Nieri: Beh, diciamo ovviamente già ieri sera noi abbiamo fatto un paio... Cioè come dire, ieri sera è stato un’anticipo di, di, di, uhm di come, eh... di quello che sarebbe avvenuto. Per cui adesso l’ordinanza dice che loro ce li riconsegnano, però loro già ce li hanno consegnati stasera, ieri sera scusa, e ce li hanno consegnati per rispetto alle due occupazioni. Adesso dobbiamo fare il passaggio con la vicenda vostra, per cui la volevo formalizzà bene, fà seguì un po’ per non commette errori che poi dopo ci possano non aiutare insomma.
Giorgina: ok
Luigi Nieri: però, veramente in tempo di ore facciamo tutto, eh? Va bene?
Giorgina: ok. Eh, come vogliamo fare allora, quando...Siccome puoi immaginare che io ti, chiama, ma sono tipo la portavoce non solo dell’Angelo ma proprio del Valle (il Teatro Valle occupato, ndr). Tutti quanti che stanno anche stasera in assemblea.
Luigi Nieri: Si, senti tu intanto lì puoi dire che noi stiamo procedendo a, a, a quello che abbiamo detto ieri.
Praticamente a fare, a ripristinare, come si dice in questi ca.., lo stato precedente ai fatti.
Giorgina: Ok, ok
Luigi Nieri: Per cui insomma, in margine de qualche ora, secondo me noi siamo in grado di capire i, i... co..., come definire il percorso pure sulla vicenda dell’“Angelo Mai”.