La Stampa, 10 dicembre 2014
«Avevo nove anni quando ho assistito all’arresto di mio padre. Alla fine è stato assolto con formula piena e questo ha segnato me e la mia famiglia per sempre. Ora con mio marito rivivo lo stesso incubo». Parla Isabella Rauti, moglie di Alemanno e figlia di Pino che finì in carcere con l’accusa di aver partecipato agli attentati ai treni dell’8 e 9 agosto 1968 ma poi fu pienamente assolto
«Avevo nove anni quando ho assistito all’arresto di mio padre. Alla fine è stato assolto con formula piena e questo ha segnato me e la mia famiglia per sempre». Inizia così il colloquio con Isabella Rauti. Il passato e il presente: il padre Pino Rauti tra i fondatori dell’Msi (finì in carcere con l’accusa di aver partecipato agli attentati ai treni dell’8 e 9 agosto 1968). E il marito Gianni Alemanno indagato nell’inchiesta mondo di mezzo. «Martedì quando i carabinieri sono entrati in casa alle 8 di mattina sono tornata a 42 anni fa. Li ho iniziato a capire cosa è la condanna sociale e morale e anche le forme di sciacallaggio. Ho imparato a non giudicare se non sulla base dei fatti, libera dal pregiudizio».
L’inchiesta parla di un sistema di corruzione dilagante che mescola criminalità e politica. Suo marito è indagato per corruzione aggravata e associazione di stampo mafioso.
«Io sono assolutamente convinta dell’estraneità di mio marito rispetto ai fatti a lui imputati, una premessa che non importerà a nessuno, ma voglio denunciare – e questa sarà l’unica intervista che farò perché non voglio alimentare il circo mediatico – che si è passato veramente il limite. C’è una morbosità per distruggere e alimentare le ondate di fango. Se si fermasse questa macchina e ci si attenesse a quelli che sono i fatti, che spetta solo a chi indaga di dimostrare, faremmo un servizio non solo alla rispettabilità mia e della mia famiglia a cui tengo molto ma anche alla civiltà. Quando martedì mattina hanno citofonato per effettuare la perquisizione già c’erano giornalisti che filmavano quello che accadeva. E sono state scritte falsità incredibili come quella dell’Argentina».
Ecco parliamo dell’Argentina
«La panzana delle valigie piene di soldi che mio marito, coinvolgendo mio figlio minorenne, avrebbe portato lì. Panzana smentita dalla Procura ma quasi nessun giornale ha dato riscontro di questa smentita a fronte dei titoloni del giorno prima».
E poi c’è la storia del furto a casa vostra che non sarebbe stato denunciato e dalle intercettazioni si fa intuire che sotto c’è qualcosa di losco.
«I pm hanno detto che nelle intercettazioni ci sono tantissime millanterie. E qui bisognerebbe fare un discorso che travalica questo caso. Perché se si decide di seguire ogni intercettazione, anche se non ha trovato riscontro, dandole il rango di notizia, allora le garanzie di tutti vengono azzerate. Non solo quelle di Gianni Alemanno. Noi abbiamo subito un furto nell’ottobre 2013 e hanno scritto che non era stato denunciato quando bastava cliccare su Google e sarebbe apparsa una rassegna stampa a seguito della nostra denuncia. Che ovviamente ho fatto anche per l’assicurazione.
La sua storia ha radici e impegno personale nella destra. Cosa ha pensato leggendo di questo gruppo di corrotti e corruttori che basavano le loro alleanze proprio sulla condivisione dell’ideologia nera?
«Io sono una persona di destra e la destra in cui io ho militato da quando avevo 14 anni nulla ha a che vedere con questa presunta e sedicente destra che di fatto è una forma di criminalità stile Romanzo Criminale. Credo che a nessuno sfuggirà il livello dei discorsi che le intercettazioni ci stanno restituendo e stiamo parlando di persone che hanno fatto dell’illegalità un sistema di vita. Che cosa possiamo avere in comune? Niente. In questi anni, e chi ci vive lo sa, non ci siamo arricchiti. Ho la stessa auto e le stesse abitudini di 10 anni fa. Mio marito può essere criticato su scelte politiche ma non ha mai commesso illegalità».
Carminati?
«Gianni non lo ha mai conosciuto e nemmeno io. Vengo dal Fronte della gioventù, l’ala giovanile del movimento sociale, non vengo da altri ambienti. Questo è il mio percorso che è anche quello di mio marito. Stiamo parlando di altri mondi. Noi abbiamo fatto politica onestamente all’interno delle strutture organizzate all’interno dei partiti di appartenenza. Sinceramente questo mescolamento è inaccettabile».