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 2014  dicembre 10 Mercoledì calendario

Renzi vuole pene più dure contro la corruzione • La Grecia verso le elezioni anticipate affossa le Borse europee • La madre di Loris nega di aver ammazzato il figlioletto (ma il marito non le crede più) • L’uomo che ha ucciso l’ex moglie e il figlio di 5 anni e poi s’è suicidato • Pure gli immigrati se ne vanno dall’Italia

 

Corruzione Matteo Renzi a metà pomeriggio ha annunciato in un videomessaggio una svolta in tema di lotta alla corruzione. «Piccoli interventi, ma molto significativi, molto seri» che porterà domani in Consiglio dei ministri: è intollerabile che «su 50 mila persone in carcere ce ne siano solo 257 con sentenza passata in giudicato per corruzione, oggi quando uno ruba può patteggiare e trovare la carta per uscire di prigione, come nel Monopoli, è inaccettabile». Anche per questo motivo, per far capire che «non basta essere indignati per qualche ora», il governo sta preparando un provvedimento di modifica al codice che «al primo punto prevede che si alzi da 4 a 6 anni la pena minima per il reato di corruzione, il che significa che se commetti questo reato puoi sì patteggiare, ma un po’ di carcere lo fai. Il secondo punto prevede che sia molto più semplice confiscare i beni di chi ha rubato, come accade oggi per reati più gravi. Terzo, il maltolto lo devi restituire fino all’ultimo centesimo. Il quarto punto prevede di allungare la prescrizione per i reati legati alla corruzione».

Borsa Giornata di forti tensioni sui mercati, in allarme per la situazione politica in Grecia e per i timori di una stretta creditizia in Cina, dove l’economia mostra segni di rallentamento. Sulle Borse europee, ieri tutte in rosso, è piombato il crollo del listino di Atene, caduto del 12,58% sulla scia delle notizie su possibili elezioni anticipate. Un’ipotesi questa che metterebbe a rischio — ed il premier greco ha già formulato una richiesta di rinvio all’Eurogruppo — la conclusione entro la fine dell’anno dell’accordo tra governo greco e Troika (Commissione Ue, Bce, Fmi) sulle misure da attuare per il versamento dell’ultima tranche di prestito di 1,8 miliardi di euro. Non solo: in caso di elezioni anticipate, che scatterebbero nell’eventualità molto concreta di una fumata nera all’elezione del presidente della Repubblica per sostituire Karolos Papolulias, il partito dato come favorito è quello della sinistra radicale Syriza di Alexis Tzipras, pronto ad opporsi e a cancellare la politica di austerità imposta dalla troika. Da qui la reazione delle Borse ai timori di una nuova ricaduta della crisi greca: Piazza Affari in particolare è sprofondata del 2,81% a 19.390 punti, mentre Parigi è scesa del 2,55%, Francoforte del 2,2%, Londra del 2,1% e Madrid, la peggiore, del 3,18%. Il bilancio a fine giornata sui listini del Vecchio Continente è di quasi 220 miliardi di euro bruciati.

Loris 1 Veronica Panarello, la donna accusata di aver ucciso il figlio Loris, 8 anni, è stata ieri accolta dalle grida di «assassina» dei detenuti del carcere di Catania. Per tutta la mattina la ventiseienne aveva risposto con una sfilza di no alle ricostruzioni del procuratore di Ragusa Carmelo Petralia e del pm Marco Rota: «No, non sono stata io. Sono innocente. Dovete trovare l’assassino di mio figlio. Io l’ho portato a scuola. L’ho lasciato lì davanti. Non è vero che Loris non c’è andato. Non potete avere nessuna immagine di qualunque telecamera che riprende me e Loris dopo le 8.30...». Quando le hanno mostrato la registrazione della telecamera di un emporio privato posto non lontano dall’abitazione di via Garibaldi, opachi frames di video dai quali si distinguerebbe la sagoma di un bimbo che rientra a casa, mentre mamma Veronica parte con la sua Polo nera verso scuola con l’altro figliolo per poi tornare nell’arco di dieci minuti, lei, puntando un dito sulla foto: «Questo è Loris? Da dove lo vedete? Non si capisce niente in questa immagine». La seconda registrazione è quella di un’impresa agricola, proprio all’imbocco della strada del Mulino Vecchio, a cinquecento metri dal canalone in cui fu gettato il corpicino martoriato di Loris. Altri «fermo immagine» del video indicherebbero poco dopo le 9.25 il passaggio di un’auto «compatibile» con la Polo. E lei: «Mi state facendo vedere solo ombre. Quest’altra cosa scura è una macchia, non la mia macchina...». Poi ha detto: «I miei due figli sono entrati in macchina, li ho accompagnati a scuola e poi sono tornata a casa...». Posizioni che hanno portato il procuratore Petralia a dettare l’ordine di arresto liquidandole così: «Confliggono palesemente, oltre ogni ragionevole dubbio, con le risultanze delle registrazioni degli impianti di video sorveglianza installati lungo l’effettivo percorso seguito». Ed ancora: «Si è resa responsabile dell’omicidio con modalità di elevata efferatezza e sorprendente cinismo». Nel decreto manca ogni riferimento al movente. Un dato che l’avvocato Francesco Villardita ribadirà al gip in occasione dell’interrogatorio di convalida che dovrà tenersi per legge entro 48 ore dal fermo.

Loris 2 Non ci sarebbero solo le telecamere ad incastrare Veronica che giura di non conoscere la zona del canalone del Mulino Vecchio dove è stato gettato il cadavere di Loris. Una sua sorella, intercettata dagli inquirenti proprio in questi giorni , parlando con la madre, rivela che da piccoli abitavano in zona: «Il luogo lei lo conosceva. No che dice di non sapere dove era il Mulino...». E la madre: «Sì certo. Ci veniva sempre lei da bambina a prendere l’acqua con me».

Loris 3 Il papà di Loris, Davide Stival, 29 anni, camionista per il Gruppo Ibleo Trasporti, lasciando la Procura di Ragusa dove aveva visto i frame dell’auto di sua moglie che la mattina del 29 novembre era dove non doveva essere: «Allora è stata proprio lei... Tenetemela lontano». [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Delitto Paula Corduneanu, rumena di 29 anni, e Christian Antognoni, 5 anni. Rispettivamente, ex moglie e figlio di Daniele Antognoni, 38 anni, di Ancona, operaio con problemi economici. I coniugi, sposati da una decina d’anni, si erano lasciati la scorsa estate a causa dell’ossessiva gelosia dell’uomo verso quella moglie più giovane e di bell’aspetto («Bastava che lei ricevesse un complimento e lui esplodeva» racconta chi li conosceva). Lui però non aveva mai accettato la separazione e di recente aveva scritto su Facebook: «Non per vantarmi, ma anche oggi non ho ucciso nessuno». Ieri mattina la donna chiamò il 112 dicendo che aveva paura perché l’ex stava andando a casa sua, i carabinieri per arrivare nella villetta in via Urbino, a due passi dal mare, ci misero quindici minuti che bastarono all’Antognoni per convincere Paula ad aprirgli la porta, spararle addosso sette colpi con la Beretta che usava al poligono di tiro, sparare un altro colpo nella testa del figlio, e infine puntarsi l’arma alla tempia e fare fuoco. Tra le 11.15 e le 11.30 di martedì 9 dicembre in una villetta in via Urbino ad Ancona.

Emigranti Secondo l’Istat nel 2013 è aumentata del 21 per cento (rispetto al 2012) la cifra di italiani che sono andati all’estero, 82 mila in numero assoluto. Di questi 3 mila sono giovani laureati che scelgono come meta il Regno Unito non tanto per cercare fortuna, ma per trovare un semplice lavoro. Anche gli immigrati lasciano l’Italia. Non si sa se tornano indietro a casa loro o si spostano in altri Paesi d’Europa, proprio come fanno gli italiani. Comunque il dato è incontrovertibile: nel 2013 sono quasi 44 mila quelli che se ne sono andati. Ma c’è di più: arrivano anche meno stranieri nel nostro Paese: nel 2013 sono stati quasi 280 mila gli stranieri che hanno preso la residenza in Italia, con un calo del 12%. Nel 2012 erano stati 321 mila e Nel 2011 quasi 355 mila.

(a cura di Roberta Mercuri)