la Repubblica, 10 dicembre 2014
Obbligo di targa per le gondole a Venezia, proprio come le auto. La disposizione rientra nella stretta fatta sulla sicurezza: tutti i mezzi saranno identificabili E persino la categoria approva. Ora anche le tariffe saranno esposte: «Un contributo alla trasparenza»
Chissà come sarebbe finita la rocambolesca fuga di Giacomo Casanova dalle prigioni veneziane dei Piombi se la gondola utilizzata per scappare avesse avuto la targa. Altri tempi. Sono trascorsi quasi tre secoli ma le gondole continuano a navigare placide sul Canal Grande. Da qualche giorno però hanno l’obbligo di applicare la targa. Una targhetta di metallo con il numero bianco stampato su sfondo nero. Una rivoluzione per Venezia, anche se passata quasi inosservata – come anticipato dalla Nuova Venezia –. Una svolta che consentirà di identificare e controllare i 433 titolari di licenza da gondoliere e i loro 160 sostituti.
Il primo giorno sono fioccate le prime multe, ma un po’ alla volta tutti i gondolieri si stanno adeguando alle nuove regole. Durante il ponte dell’Immacolata con la città invasa di turisti, erano in tanti a chiedersi incuriositi cosa fosse quel numeretto applicato lateralmente alla gondola: “Xè a targa!”, rispondono con naturalezza i gondolieri allo stazio che si affaccia in Bacino San Marco. E in realtà la categoria è soddisfatta.«Siamo molto contenti», commenta il presidente dei bancali Aldo Reato, «continua il nostro impegno per la legalità e per dare anche all’estero un’immagine del gondoliere e della gondola adeguate alla tradizione». Troppo spesso in caso di incidenti o di infrazioni non era possibile risalire al titolare della licenza. Possibili, senza numeri, anche le sostituzioni “irregolari”, difficili i controlli dei vigili. Adesso ogni gondola è “marchiata”. Delibera che risale a molto tempo fa, entrata in vigore solo negli ultimi giorni dopo un lungo periodo di prova.
Adesso la categoria si sta mettendo in regola. «Succede come per le tariffe. Tutti protestavano perché non c’era un prezzo fisso, adesso le tariffe sono esposte agli stazi e anche a prua di ogni gondola», dice Reato, «un contributo alla trasparenza».
In cambio della disponibilità alla targa e all’esposizione delle tariffe, la categoria ha ottenuto dal Comune uno “sconto” sulla durata del servizio. Da quest’estate il giro in gondola costa sempre 80 euro (100 in orario notturno) ma dura dieci minuti in meno, mezz’ora e non più 40 minuti. Risultato, maggiore trasparenza ma anche più lavoro per un settore che non conosce grande crisi e che quest’estate, a detta degli stessi operatori ha fatto registrare una stagione molto positiva.
La targa sulle gondole rappresenta un altro piccolo passo in avanti che contribuirà anche a portare un po’ d’ordine in Canal Grande, dove continua a regnare il caos: traffico e modo ondoso restano due delle principali emergenze in città. Dopo l’incidente che nell’agosto dell’anno scorso ha portato alla morte del turista tedesco Joachin Vogel, qualcosa è stato fatto, ma si tratta di una goccia nella laguna. I gondolieri avevano persino accettato di fare il test volontario antidroga.
L’ex giunta comunale aveva varato un piano articolato in 26 punti per migliorare la sicurezza in particolare nel tratto di Canal Grande nella zona di Rialto e della stazione ferroviaria, i due punti neri del traffico acqueo. Il commissario prefettizio, Vittorio Zappalorto, subentrato alla giunta Orsoni, dopo lo scandalo del Mose, ha ripreso in mano il progetto. Sono in corso i lavori per il rifacimento dei pontili di Rialto, San Marcuola e alla Stazione, ma si è ancora lontani dalla risoluzione dei problemi. Nelle ore di punta scorrazzano in Canal Grande decine di taxi, barconi da trasporto, gondole e vaporetti. I piccoli incidenti sono all’ordine del giorno. Sempre più spesso mezzi pubblici o taxi in manovra urtano le gondole, a volte facendo finire a mollo i turisti in un bagno fuori programma. Sul banco degli imputati ci sono soprattutto i trecento tassisti. Il record del traffico si è toccato recentemente nei giorni delle nozze tra George Clooney e Amal Alamuddin, in cui il Canal Grande si è trasformato in un immenso set a cielo aperto in una continua rincorsa tra vip e reporter giunti da ogni parte del mondo.