la Repubblica, 10 dicembre 2014
Tutte le domande ancora senza risposta nel caso dell’uccisione del piccolo Loris Stival: il movente, l’arma scomparsa, lo zainetto, le mutandine, gli abusi sessuali. La tesi del delitto d’impeto non combacia con i numerosi depistaggi compiuti dopo. Dalla pista degli abusi a quella del complice, tante ipotesi affacciate e poi lasciate cadere
Perché mai una mamma che si vede uccidere un figlio di otto anni dovrebbe mentire? Se è vero che è questo che una settimana fa, quando le telecamere del paese hanno fatto a pezzi il racconto di Veronica, ha convinto gli inquirenti ad accendere i riflettori sulla mamma di Loris, è anche vero che a segnare la svolta dell’inchiesta è stato ben altro. È stato quel filmato che ha immortalato la macchina di Veronica imboccare la stradella del canalone e che ha trasformato le bugie di Veronica da un semplice indizio ad una prova, come si può considerare una circostanza che riesce a collocare l’indagato nel luogo e nell’ora del delitto. Ma di interrogativi senza risposta e di cose che non tornano in questa inchiesta che nelle prossime 48 ore passerà al primo vaglio di un giudice ce ne sono ancora tanti.
L’ARMA SCOMPARSA
Innanzitutto le fascette con cui Loris sarebbe stato legato ai polsi e strangolato. Perché Veronica, durante un surreale colloquio con le maestre andate a casa sua a porgerle le condoglianze, ha insistito per consegnare loro un pacco di fascette per elettricista che, a suo dire, il bambino le avrebbe chiesto per un inesistente compito di scienze che avrebbero dovuto fare a scuola? È stata lei, insomma, a “suggerire” l’arma del delitto. Quelle consegnate da Veronica sono compatibili con quelle utilizzate per uccidere Loris, ma che fine hanno fatto quelle realmente utilizzate e nelle quali potrebbero essere rimaste tracce organiche? Sparite, così come, insofferenza anche lo zaino del bambino cercato inutilmente ovunque.
IL MOVENTE CHE NON C’È
Perché è stato ucciso Loris? Fino ad ora nessuno è stato in grado di dare una risposta convincente a questo interrogativo. Ipotesi ne sono state fatte tante: dal movente sessuale a quello dei possibili abusi in famiglia e ora alla mente “malata” di una giovane mamma che, dalla ricostruzione del suo infelice passato e dalla solitudine del suo presente, potrebbe aver riversato tutta la sua sul figlio e avere agito d’impulso uccidendo Loris dopo un banale diverbio. Ma l’omicidio di un figlio può nascere solo dalla fragilità psicologica di una madre?
IL PIANO ARCHITETTATO
E se si tratta di un delitto d’impeto scatenato da un qualsiasi banale contrasto tra mamma e figlio poco prima di andare a scuola, è possibile che questa giovane madre abbia potuto improvvisare nel giro di pochi minuti un omicidio così efferato e subito dopo mettere a punto un depistaggio? Certo è che se Veronica, che pare non lo avesse mai fatto prima, ha parcheggiato l’auto in garage quando alle 8.49 è tornata a casa dopo aver lasciato il piccolo alla ludoteca, deve averlo fatto già prefigurando di poter utilizzare la porta interna per portar via il corpo di Loris senza essere vista. E se è stata lei a togliergli le mutandine e a lasciargli i jeans slacciati prima di gettarlo nel canalone deve averlo fatto con l’idea di indicare agli inquirenti la pista del pedofilo.
IL GIALLO DELLE MUTANDINE
Perché Loris fosse senza slip è un mistero che nessuno riesce a sciogliere. Che senso ha, per chi ha ucciso Loris, togliergli gli slip e poi rivestirlo? E soprattutto che fine hanno fatto le mutandine che il bambino indossava quella mattina? Interrogativi rilanciati dallo stranissimo ritrovamento, due giorni dopo il delitto, e proprio davanti la scuola (in una zona sorvegliatissima dalle forze dell’ordine) di un paio di mutandine che la madre prima dice essere dello stesso tipo di quelle di Loris e poi invece nega essere quelle. Degli esami della scientifica sullo slip ancora nessuna notizia.
GLI ABUSI SESSUALI
È un altro mistero legato alla poca affidabilità (stando al giudizio dei pm) del primo esame autoptico effettuato dal medico legale a cui, alcuni giorni dopo, i magistrati hanno affiancato altri esperti, quelli che poi hanno indicato nelle fascette l’arma del delitto. Era stato il primo medico ad aver riscontrato segni di abusi sessuali ripetuti e pregressi, una circostanza precisa che aveva indirizzato le indagini sul movente sessuale e nella cerchia familiare visto che tutti hanno sempre detto che Loris non si sarebbe mai allontanato con nessuno che non conoscesse. Ma di questi abusi da giorni non parla più nessuno. Ci sono stati o no?
I POSSIBILI COMPLICI
E infine, è possibile che Veronica abbia fatto tutto da sola? Che abbia ucciso Loris in un modo così brutale, utilizzando un mezzo a cui le donne sono di solito poco aduse, caricandosi il corpo in macchina e buttandolo giù nel canalone? E tutto in poco più di un’ora?