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 2014  dicembre 09 Martedì calendario

Banche a rapporto in Bce: faro sugli accantonamenti. Per il settore italiano, gli accantonamenti ulteriori richiesti ai singoli istituti ammontano a circa 12 miliardi di euro, che in parte sono già stati contabilizzati nelle precedenti trimestrali

La Bce chiama a rapporto le banche italiane (e non solo) sui possibili, maggiori accantonamenti emersi nel corso dell’Asset quality review. Nei giorni scorsi la Vigilanza Unica ha inviato ai principali tredici istituti italiani – ovvero quelli che rientrano sotto la supervisione dell’Ssm – una comunicazione riservata: in essa, il board guidato dalla francese Daniéle Nouy chiede delucidazioni sulle modalità con cui gli istituti intendono contabilizzare le extra-rettifiche di valore dei crediti evidenziate dall’esame approfondito degli attivi. E in questi giorni partirà una serie di incontri one-to-one tra i manager della singole banche e i joint supervisory team, con appuntamenti discrezionali anche a Francoforte. Nel corso dei meeting si farà il punto sul tema, in vista della scrittura dei bilanci 2014.
Al di là dei piccoli margini di autonomia che verranno concessi ai singoli istituti, la linea che intende seguire l’Ssm pare essere definita. A quanto risulta a Il Sole 24 Ore, tutte le richieste di rettifiche – che fino ad oggi rappresentavano un valore teorico, che non comportava un impatto diretto sui bilanci – dovranno essere adeguatamente valorizzate o sui conti del 2014 oppure saranno considerate ai fini patrimoniali, trasformandosi così in add-on. Per verificare la corretta applicazione delle regole, Bce intende monitorare da vicino ogni singolo passo delle banche e chiedere adeguate correzioni.
Lo scenario
Le rettifiche extra che secondo l’Aqr della Bce “mancavano” a fine 2013 al sistema bancario italiano per essere in regola con le richieste dell’Eurotower ammontano a circa 12 miliardi. Un peso di non poco conto, se si considera che alle banche italiane – le più colpite dalla valutazione degli asset effettuata secondo i criteri della Bce – è stato chiesto circa il doppio rispetto ai 6,7 miliardi della Germania, ai 5,6 miliardi della Francia e quattro volte i 3 miliardi della Spagna.
La richiesta va tuttavia analizzata nel dettaglio, spacchettando l’analisi dell’Aqr nelle sue tre componenti, ovvero la Credit file review, le Proiezioni statistiche e la Revisione collettiva. Dei 12 miliardi totali, infatti, più di un terzo (4,4 miliardi) è rappresentato dalle rettifiche emerse dalla Credit file review, ovvero l’analisi puntuale di un campione di crediti realmente in portafoglio. In questo caso le banche si sono già mosse in anticipo. L’effetto si è già visto in parte sui conti del terzo trimestre, mentre la parte mancante peserà sui conti di fine anno. Al netto delle posizioni già rettificate o tornate in bonis, visto che l’analisi dei team della Bce si è fermata a fine 2013, il totale delle rettifiche dovrà comunque risultare a bilancio.
Le proiezioni e le collettive
I chiarimenti che stanno arrivando dalla Bce interessano invece i restanti due esercizi dell’Aqr, la cui interpretazione fino ad oggi è rimasta avvolta dall’incertezza. Il primo è rappresentato dalle Proiezioni statistiche (Projections), che da sole valgono circa 3,8 miliardi di rettifiche mancanti: in questo caso si tratta di correttivi che nascono dalla proiezione statistica dei deficit emersi nel corso della Credit file review sull’intero portafoglio crediti delle banche. L’altro esercizio è rappresentato dalla Revisione collettiva (Collective review, che prevede l’analisi e l’armonizzazione dei modelli di calcolo delle rettifiche collettive adottate dalle banche), che si traduce in un deficit teorico per altri 3,5 miliardi. Ebbene: in entrambi i casi, l’indicazione della Bce è di accantonare a bilancio 2014 tutto ciò che è stato oggetto di un assessment che ha un rilievo contabile. Nel caso delle “collettive”, ad esempio, dovrebbe essere accantonato il delta tra i risultati del challenger model – il modello usato da Bce che quantifica gli accantonamenti teorici sulla base di stime delle perdite attese – con gli accantonamenti effettivamente fatti dalle banche. Tutto ciò che invece non si tradurrà in maggiori accantonamenti andrà ad assorbire capitale calcolato secondo i criteri di Pillar 2: molte banche si ritroveranno così nuovi add-on che peseranno sui ratio patrimoniali. Morale: nulla dei 12 miliardi emersi dall’Aqr potrà essere trascurato dagli istituti. In conseguenza dell’approccio particolarmente prudenziale da parte della Bce, alcune banche potrebbe scegliere di rettificare in misura anche più elevata di quanto richiesto dalla Bce secondo i criteri puramente contabili. Una scelta che peserebbe sui conti del 2014, ma che potrebbe permettere di ripartire di slancio in vista del prossimo anno.