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 2014  dicembre 09 Martedì calendario

Porcini e tartufi quest’anno costano meno, merito dell’autunno caldo. Piogge e temperature miti hanno allungato la raccolta. E il prezzo dei prodotti, tanti e di qualità, è al minimo storico

I fanatici della tavola sperano di rivoluzionare il pranzo di Natale: porcini freschi di Maremma accanto alle lenticchie e tagliolini al tartufo bianco di Alba subito dopo i cappelletti in brodo. A regalare fuori stagione questi pregiati “frutti” è il clima pazzo dell’autunno. «La pioggia che ha accompagnato le temperature miti ha messo in ginocchio gli ortaggi – dice Lorenzo Bazzana di Coldiretti – ma ha allungato fino a dicembre la stupefacente stagione di funghi e tartufi». Sono tanti, di qualità, si acquistano a buon prezzo. Mai visto prima. Un solo risvolto negativo: l’aumento dei casi di intossicazione tra gli inesperti, che raccolgono e poi consumano funghi, perché l’andamento meteorologico ha favorito anche un’insolita varietà di specie che continuano a sbucare dal sottobosco. Online è un festival di forme – dal fungo a pallina da golf a quello tipo polipo – e di interrogativi: sarà commestibile? Chi sa dirmi cos’è? Sarà mica un astraeus hygrometricus ? Il sito dell’Associazione cercatori è un tripudio di colori. Apre con un piatto di funghi con il post di Roberto: «Prima volta a dicembre! Che stagione strana».
Che la stagione è eccezionale se ne sono accorti i cacciatori che in Maremma battono i boschi di Roccastrada, Scarlino e Castiglione della Pescaia. Alcuni hanno riposto la doppietta, almeno per ora, e imbracciato panieri e cestelli: «C’è più soddisfazione, mai visti tanti porcini a dicembre». Ordinali, cirimballi e paonazzi, ma sotto lecci, cerri e scopi spuntano quest’anno anche profumati esemplari del pregiato boletus reticulatus, oltre che galletti e trombette, tanto che in Maremma, ma anche in Garfagnana e Casentino, si parla di una «fungaia bis» dopo quella del primo autunno. Ma la raccolta è ovunque prodigiosa.
In Trentino quantità in aumento fino al 50 per cento rispetto ad un anno fa: il servizio micologico del Comune di Trento ha infatti controllato 833 chili di funghi freschi raccolti da oltre mille privati e 1.607 chili portati da commercianti, in totale 2.500 chili contro i 1.680 del 2013. Stesso trend in Alto Adige, con record anche di multe che hanno sanzionato 200 cercatori senza permesso: primato di 1.270 euro di contravvenzione ad un uomo pizzicato con 16 chili di funghi nel paniere. Adesso sui mercati i porcini arrivano dalla Calabria ma soprattutto dalla Sicilia. «Eccellenti, ma relativamente pochi rispetto alle richieste» raccontano dai mercati italiani.
Le grandi quantità vengono importate dalla Spagna, oltre che da Bulgaria e Romania, in un mercato globale dove la logistica si è organizzata per trasferire in 24 ore dal centro Europa all’Italia funghi freschi (sul portale Alibaba se ne trovano in vendita di provenienza romena e persino cinese). Ma tanti consumatori continuano a godere dell’annata speciale del fungo “made in Italy”. «Dal 10 maggio, e ancora fino a oggi, il porcino è alla portata di tutte le tasche come non succedeva da anni», sostiene Michelangelo Lazzeri di Toscana Funghi srl, uno dei più importanti grossisti del centro Italia. «Il prezzo medio è stato di 10-15 euro al chilo, con punte in basso fino a 7 euro e in alto fino a 25 euro, che è quanto si paga oggi».
Low cost anche il tartufo bianco, da Alba ad Acqualagna, dalle Crete Senesi a San Miniato di Pisa. «In media il prezzo è ridotto del 30 per cento rispetto ad un anno fa» dice Michele Boscagli, presidente dell’Associazione città del tartufo. Ma ci sono ribassi anche più consistenti, soprattutto a confronto con l’impennata di due anni fa. Allora, a San Giovanni d’Asso, capitale del tartufo delle Crete Senesi, il pregiato tubero bianco è passato di mano con punte di 5.000 euro al chilo. Quest’anno il borsino del Museo del tartufo della cittadina ha indicato prezzi fino a quattro-cinque volte meno: 1.400 euro al chilo per le pezzature più grandi da oltre 50 grammi del nobile tuber magnatum pico ( è il nome originale del tartufo bianco), 1.100 euro per le pezzature tra i 15 e i 50 grammi, 800 euro al chilo per i pezzetti più piccoli fino a 15 grammi di peso, che il primo novembre scorso avevano toccato il minimo di 600 euro. L’ultimo aggiornamento del borsino della Camera di Commercio di Asti stima il prezzo riconosciuto al cercatore del tartufo bianco del Piemonte a 700-900 euro al chilo per le pezzature tra 10 e 49 grammi e tra 900 e 1.500 euro per quelle tra 50 e 100 grammi. È così che in molti sperano in un Natale a tavola fuori stagione. Più vario. E più appetitoso.