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 2014  dicembre 09 Martedì calendario

Una città senz’auto è possibile? La Francia punta sul motore elettrico e sul progetto dei bus gratis per tutti. A Milano biglietti per i mezzi pubblici se la macchina è a casa

La legge sulla transizione energetica in discussione in questi giorni in Parlamento prevede che entro il 2030 vengano messe a disposizione dei cittadini sette milioni di colonnine per la ricarica delle auto elettriche in tutta la Francia. L’obiettivo è molto ambizioso, visto che per adesso ce ne sono solo 9.500. L’imprenditore bretone Vincent Bolloré, che ha puntato molto sulle sua originale tecnologia di batterie al litio-metallo polimerico, ha annunciato ieri di essere pronto a installare altri 16 mila punti di ricarica in tutta la Francia, per un investimento di 150 milioni di euro in quattro anni.
Bolloré e il governo francese sembrano pensare che sia giunto il momento di tradurre nella realtà la buona immagine di cui godono le auto elettriche in questo momento. L’operazione Autolib’ a Parigi (il servizio di car sharing in collaborazione con Pininfarina) ha contribuito a rendere popolare il motore a combustibile non fossile, e nella capitale cominciano a vedersi spesso le Tesla modello S, berlina di lusso americana e nuovo status symbol al prezzo di partenza di 62 mila 540 euro.
Se la moda è elettrica, la realtà però è ancora molto diesel: l’82% del carburante consumato in Francia in ottobre è stato gasolio, effetto di una storica politica industriale favorevole ai motori diesel prodotti da Renault e soprattutto dal gruppo PSA (Peugeot Citroën). Oggi gli incentivi vanno in senso contrario, come dimostra l’annuncio di Anne Hidalgo, sindaco di Parigi: «Voglio la fine del diesel in città entro il 2020, bisogna accelerare la transizione. Io ho cominciato eliminando in tre mesi tutte le auto a gasolio del parco macchine del comune». Hidalgo vuole poi pedonalizzare i quattro arrondissement centrali della capitale, raddoppiare le piste ciclabili, ridurre il limite di velocità in città da 50 a 30 chilometri orari e riservare alle auto nuove a basse emissioni l’ingresso ai «canyon di inquinamento», come ha definito Champs Elysées e rue de Rivoli.
La nuova lotta al diesel prende origine dai pessimi dati sulle polveri sottili a Parigi (uno studio recente parla di livelli pari a 30 volte il consentito). Hidalgo ha immediatamente proibito per questo inverno l’uso dei caminetti domestici (una tradizione che resiste in molti appartamenti della capitale), e più a medio termine ha lanciato la battaglia contro il diesel.
«Ma prendersela con i motori a gasolio è troppo facile – dice Pierre Chasseray, portavoce dell’associazione “40 milioni di automobilisti” —. Il diesel di oggi è molto più pulito, non ha niente a che vedere con i motori di un tempo». Quanto alle credenziali ecologiste dell’auto elettrica, sono contestate da molti tra i quali Stéphane Lhomme, direttore dell’Osservatorio del nucleare: «L’auto elettrica non inquina quando circola ma lo fa prima e dopo», a causa dell’estrazione di uranio e litio per le batterie e delle scorie successive.
Il dibattito scientifico e politico sull’effettiva superiorità ecologica dell’auto elettrica è destinato a durare per i prossimi anni, ma intanto si moltiplicano gli interventi a suo favore. Da Indianapolis, patria delle «500 miglia», dove con grande efficacia simbolica Bolloré è riuscito a esportare la sua Autolib’, alla leggendaria Route 66, dove lo Stato dell’Illinois ha deciso di installare colonnine di ricarica lungo le 300 miglia tra il lago Michigan e il fiume Mississippi. La California è il posto al mondo dove l’auto elettrica è più popolare: oltre 100 mila macchine vendute negli ultimi quattro anni tra Chevrolet Volt, Nissan Leaf e Tesla Model S, pari al 40 per cento di tutte quelle vendute negli Usa. In Norvegia, dove su una popolazione poco superiore ai 5 milioni circolano 32 mila auto elettriche, le corsie preferenziali di Oslo nelle ore di punta sono ormai intasate all’85% per cento da auto elettriche (con proteste dei conducenti di autobus).
A Milano, dove molti piccoli servizi di car sharing (elettrico e a benzina) si rivolgono ormai da anni a quanti cercano di usare l’auto solo lo stretto necessario, è cominciato anche l’esperimento «Ferma l’auto – guadagni i mezzi» di cui il Financial Times ha riconosciuto l’interesse: al di là della diatriba auto elettrica/tradizionale, fino all’11 febbraio 2015, chi è assicurato con Unipol e accetta che venga installata sulla propria auto una «scatola nera» (messa a punto dall’azienda romana Octo Telematics) riceverà gratis via sms un biglietto urbano per i servizi pubblici Atm, ogni giorno che non usa l’auto.