9 dicembre 2014
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Biografia di Ettore Lonati
• Botticino Sera (Brescia) 8 giugno 1938. Industriale. Finanziere. Presidente della Lonati, azienda leader nelle macchine per produrre calze (95 per cento del mercato mondiale per la donna e 65 per cento per uomo, 551 dipendenti, nel 2013 ha prodotto novemila macchinari, esportandone l’85%, primo mercato estero la Cina). Presidente e amministratore delegato di Alfa acciai. Fino al maggio 2008 presidente e amministratore delegato di Hopa, la finanziaria bresciana fondata da Emilio Gnutti, protagonista nelle scalate Olivetti, Telecom, Bnl, con conseguenti vicende finanziarie e processi tutti conclusi con l’assoluzione di Lonati (vedi sotto).
• Figlio del Cavaliere del Lavoro Francesco, fondatore nel 1946 della Lonati Spa. «La storia del gruppo è praticamente quella di mio padre Francesco, che, come in tante altre storie di imprese bresciane, partì dal nulla contando unicamente sulla sua esperienza di meccanico in un’officina locale. Iniziò costruendo macchine per calzifici da donna e da uomo, monocilindro e a doppio cilindro. Il segreto è stato puntare su un mercato di nicchia che oltre tutto si stava sviluppando in un’area territoriale molto precisa, quale è quella di Castel Goffredo, nel Mantovano. Questo ci ha permesso di crescere praticamente a fianco dei nostri clienti» [Guglielmo Pellicciotti, MF 5/6/1998].
• A diciotto anni, dopo aver frequentato l’Istituto Moretto di Brescia, entra nell’azienda paterna occupandosi inizialmente del settore commerciale estero, contribuendo all’estensione della rete di vendita che oggi si estende a oltre 50 Paesi in tutto il mondo. «“Abbiamo iniziato con la prima fiera del tessile a Manchester a farci conoscere e da lì abbiamo iniziato a esportare le nostre macchine. Fosse per l’Italia, ma anche per il mercato europeo lavoreremmo un giorno al mese. È la Cina a darci da produrre, dato che la metà di ciò che esportiamo finisce lì» [Cds 10/5/2012]. Nel 1972 è nominato consigliere delegato della Lonati Spa holding di famiglia e dal 1974 comincia ad occupare cariche anche nelle altre società del Gruppo che, dopo aver raggiunto la posizione di leadership nel settore meccanotessile, rafforzata anche grazie all’acquisizione della Santoni della Matec e della Sangiacomo, estende i propri investimenti nel settore immobiliare e nel settore siderurgico. Nel 1974 diventa amministratore della società immobiliare Sviluppo 74, nel 1980 dell’Alfa Acciai (della quale diverrà, in futuro, presidente), società siderurgica con una capacità produttiva di tre milioni di tonnellate all’anno di acciaio per cemento armato e, nel 1992, assume la carica di amministratore delegato della Finanziaria “Siderurgica Investimenti”, holding di controllo del Gruppo Alfa Acciai. Prima amministratore poi presidente (1984 e 1986) della Dinema Srl di Brescia, società che si occupa di progettazione e produzione elettronica industriale. Alla professione di imprenditore affianca con crescente impegno quella di finanziere: nel 1988, entra a far parte del cda della Banca Agricola Mantovana, nel 2001 diventa consigliere di Hopa, la finanziaria bresciana fondata da Emilio Gnutti.
• Più recente la diversificazione attuata dal Gruppo con investimenti nel settore agroalimentare con l’acquisizione della Cascina Sei Ore (che si occupa della produzione, lavorazione e vendita del latte e di allevamento e vendita bovini), con l’ingresso nel Gruppo Valtidone e con l’acquisizione di una quota della Centrale del latte di Brescia.
• È anche presidente della “Fondazione Adele e Cav. Francesco Lonati”, nate nel 2002 su iniziativa dei fratelli Ettore, Fausto e Tiberio, i cui scopi sono quelli di favorire l’istruzione, la cultura e promuovere iniziative socialmente utili.
• «In ogni Paese abbiamo uno o più agenti del posto, e un marketing manager per ogni area specifica. Il mercato va studiato, capito: va cercato qualcuno in loco che sia già del settore e poi puntare sul cliente più importante in quel mercato. Una volta conquistato quello le porte si aprono, come è successo a noi in Usa. Abbiamo corteggiato il maggior produttore per 10 anni e una volta che è diventato nostro cliente la strada è stata in discesa (…) Dispiace dirlo, ma a parte i tre grandi e qualche produzione di nicchia, la fotografia italiana nel campo della produzione tessile è poco promettente. La ripresa è possibile solo attraverso un grande cambiamento: è essenziale che questo Governo faccia realmente qualcosa in campo di tasse e di lavoro. Eppure vedo che continuano a parlare dell’articolo 18, come se fosse quello il nodo centrale. Che vantaggio ha un imprenditore a licenziare un bravo operaio? Nessuno. E quindi si vada oltre» [bsnews.it 5/11/2014].
• Nel settembre 2013 ha inaugurato la Laas, la Lonati Anglo-American School, che si propone di educare i bambini dai tre anni in poi secondo gli standard internazionali più elevati. Oltre all’italiano vengono insegnati ai bimbi l’inglese e il cinese mandarino. «Dopo aver viaggiato tanto e visto altre scuole internazionali, abbiamo capito che a Brescia c’era spazio per un istituto del genere, in grado di impartire una specifica formazione scolastica ma anche caratteriale. Il bambino deve essere responsabilizzato fin dai primi anni scolastici» (ad Alessandro M. Innocenti) [Cds 9/5/2013].
• Nel 2007 fu il primo punito dalla Consob in seguito all’entrata in vigore della direttiva sul market abuse (sanzione di 1,5 milioni di euro per insider trading, confisca dei profitti illeciti pari ad altri 3,197 milioni e interdizione dalle cariche sociali per sei mesi): «L’insider, secondo la ricostruzione della Consob e della magistratura, era stato compiuto sui titoli Cmi (in cui erano presenti i Falck) tra il febbraio e il 19 marzo del 1999, seguendo le informazioni privilegiate fornite da Emilio Gnutti: Chicco aveva anticipato all’amico e socio Lonati che ci sarebbe stato uno spin off delle attività immobiliari della società (attiva anche nell’energia da fonti riciclabili e nell’ambiente) nella costituenda Investimenti Immobiliari Lombardi (la Iil) in cui sarebbe entrato lo stesso Gnutti (e in seguito la Popolare di Lodi, all’epoca gestita da Gianpiero Fiorani)» (la Repubblica).
• Coinvolto, con il fratello Tiberio, nel processo per il tentativo di scalata dell’Unipol alla Bnl: «Condanna a tre anni e mezzo e 900.000 euro di pena pecuniaria con 15 milioni di euro di risarcimenti, tutto poi ribaltato dall’assoluzione in appello, quindi annullamento in cassazione dell’assoluzione, e nuova assoluzione in appello, tra l’altro nel merito “perché il fatto non sussiste”, e non solo per prescrizione dell’aggiotaggio maturata nel frattempo a distanza di più di 8 anni dai fatti» (Luigi Ferrarella) [Cds 7/12/2013].
• Cinque figli, quattro, Daniela, Elena, Riccardo e Sara, con la prima moglie Gianna Franzin e la quinta figlia, Esther Virginia, avuta dall’attuale moglie Donatella Meneghini. Fratello di Fausto (Botticino Sera 22 febbraio 1941), amministratore delegato della Lonati, e Tiberio (Botticino Sera 27 aprile 1944 – Brescia 16 dicembre 2013), già consigliere delegato della azienda di famiglia e, successivamente, amministratore delegato della Santoni.