Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  dicembre 09 Martedì calendario

Scriviamo mentre Veronica Panarello è chiusa da tre ore nell’ufficio della Procura di Ragusa e risponde alle domande del procuratore capo Carmelo Petralia e del sostituto Marco Rota

Scriviamo mentre Veronica Panarello è chiusa da tre ore nell’ufficio della Procura di Ragusa e risponde alle domande del procuratore capo Carmelo Petralia e del sostituto Marco Rota. Veronica Panarello è la madre di 25 anni del bambino Loris Stival, di anni 8, trovato cadavere sabato 29 novembre nel cosiddetto canalone del Mulino Vecchio, quattro chilometri di distanza da Santa Croce Camerina, paese di diecimila anime in provincia di Ragusa dove la famiglia Stival abita. La salma del bambino Loris Stival è ancora chiusa nel sacco di platica verde, all’obitorio dell’ospedale Paternò Arezzo di Ragusa. Non è stata restituita alla famiglia per le esequie, perché gli accertamenti non sono finiti. Il caso sembra molto complicato.

Tutti pensiamo che sia stata la madre.
Potremmo non aver ragione. La madre non è ancora indagata e formalmente neanche sospettata. Viene trattata come “persona informata dei fatti” ed è a questo titolo che ieri alle cinque del pomeriggio è andato a trovarla in via Garibaldi, dove abita, il capo della squadra madre di Ragusa, Antonino Ciavola, insieme con altri funzionari di polizia e carabinieri. Da quel sabato Veronica se ne sta chiusa in casa e di preferenza a letto. È stato necessario aspettare mezz’ora perché si alzasse e fosse pronta. È uscita coprendosi il capo con un cappuccio e siamo riusciti a intravedere che aveva indosso qualcosa di giallo. Nei giorni scorsi s’è spesso affacciata gridando ai cronisti di andare via, e ce l’hanno con i cronisti un po’ tutti al punto che domenica, al momento dell’omelia, s’è scagliato contro la stampa (e non ha detto una parola di consolazione per la famiglia) anche il prete. Ma giornali e televisioni stanno lì per onorare un dovere protetto dalla Costituzione, e se ficcano il naso, e se raccontano tutto quello che vedono o capiscono, è perché questo è addirittura il loro dovere. Un atteggiamento diverso sarebbe un attentato alla democrazia. In ogni caso, la Panarello è stata portata a Ragusa abbracciata al marito Davide, autotrasportatore, che al momento del fatto si trovava in Veneto per una consegna  

Davide difende la moglie.
Sì, a spada tratta. E così il resto della famiglia. C’è però una prozia che ha postato su Facebook frasi inquietanti: «Quesra non è la famiglia del Mulino Bianco», «Bastardi costituitevi», soprattutto «InFausto pensiero». C’è un Fausto nella storia che non è ancora saltato fuori? E come mai il marito, nelle prime ore, ha detto qualcosa come «stavolta lo strangolo con le mie mani»? Gli inquirenti pensano adesso che a strozzare Loris con la fascetta da elettricista possano essere stati in due: uno (una) gli ha tenuto fermi i polsi mentre l’altro (l’altra) lo legava, poi uno o una dei due gli ha stretto al collo la fascetta. Per ora, l’unico indagato (sequestro di persona e omicidio) resta il cacciatore Orazio Fidone, il quale ha compiuto la stranezza di andare a trovare a colpo sicuro il cadavere nel canalone. Indagato in quanto «atto dovuto».  

• Perché la madre mentirebbe?
Lei insiste nella sua versione dei fatti: dice di aver portato Loris a scuola e di non sapere perché da quello che raccontano le telecamere questo non risulta. Il periodo critico si colloca tra le 8.49 e le 9.25 di sabato 29. Veronica ha appena portato l’altro figlio – Diego, 4 anni – alla ludoteca ed è tornata a casa. È sola con Loris, dentro. La telecamera piazzata di fronte al portone l’ha vista entrare ma non l’ha vista uscire. Ha messo la macchina in garage – cosa che non fa mai – ed è da lì che è passata quando è uscita una seconda volta. Aveva con sé Loris? Il bambino era già morto? O è andata all’appuntamento con qualcuno che l’ha aiutata nel suo proposito? Se è lei l’assassina…  

Perché una madre uccide il proprio bambino?
Domanda senza risposta. Veronica ha tentato di ammazzarsi di sicuro nel 2003 e con una fascetta simile a quella che sarebbe servita a strangolare Loris. Forse c’è anche un altro tentativo di suicidio precedente.  

• Veronica viene da una famiglia molto problematica
. Sua madre ha avuto quattro figli da quattro uomini diversi e le avrebbe detto chiaro e tondo, quando lei era piccola, di non averla voluta, di non volerla amare. La stessa Veronica ha partorito Loris forse troppo presto, aveva appena 17 anni. È una donna infelice, depressa, poco equilibrata, che ha vissuto fino ad oggi sola con i due bambini perché il marito camionista sta sempre in giro per l’Italia. È anche un po’ mitomane, al tempo della scomparsa di Denise Pipitone si presentò ai carabinieri sostenendo di aver visto in paese la bambina (che non è mai stata ritrovata). Una donna problematica sotto tanti punti di vista. Ma, fino a questo momento, non ancora un’assassina.