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 2014  dicembre 08 Lunedì calendario

Il decalogo di Civati per rilanciare la sinistra. Da difendere a ogni costo, «al di là della disciplina di gruppo». Un patto per cambiare il Pd, se possibile: «Non si tratta di organizzare scissioni, ma di capire se al governo interessa questo percorso politico. Perché se continua così una cosa è ormai chiara: Civati o meno, una nuova forza nascerà comunque...»

Dieci punti per una sinistra repubblicana. Da difendere a ogni costo, «al di là della disciplina di gruppo». Un patto per cambiare il Pd, se possibile. Oppure per costruire un nuovo centrosinistra, «se Renzi dovesse costruire davvero il partito della nazione». Dopo mesi di battaglie solitarie, voti di fiducia “bucati” e un bel po’ di gastrite, Pippo Civati rilancia. E sul piatto punta tutto: «Non si tratta di organizzare scissioni, ma di capire se al governo interessa questo percorso politico. Perché se continua così una cosa è ormai chiara: Civati o meno, una nuova forza nascerà comunque...». Un decalogo, allora, da tradurre presto in proposte parlamentari. «Con chi ci sta: Pd, Sel, grillini ed ex grillini. Non è che se Renzi apre a Grillo è furbo, mentre se io mi confronto con Pizzarotti non va bene». Si ritroveranno tutti in una “Leopolda al contrario” convocata il 13 dicembre a Bologna. «Ripartiamo così, poi si vedrà».
Setacciare le quattro pagine dell’agenda civatiana aiuta a mettere a fuco il nuovo centrosinistra immaginato dal deputato dem. «Quando ne parlavo, all’alba delle larghe intese, ero solo. Poi con il Patto del Nazareno tutto è diventato più difficile, più pesante. Ma in democrazia un’alternativa deve esserci sempre». C’è tanto del renzismo della prima ora, a dire il vero. E tantissimo delle recenti battaglie della minoranza dem e dei grillini critici. Anche a loro è rivolta la sfida di Civati. Insieme, sostiene, è possibile rimodellare per legge i partiti, garantendo «partecipazione, trasparenza e uguaglianza». Con un’altra promessa messa nero su bianco: ma anche forme di democrazia diretta. «Rafforziamo la democrazia diretta puntando sullo strumento referendario e sull’iniziativa legislativa popolare».
«Non si tratta di conquistare la minoranza del Pd», giura Civati. Né solo di “convertire” cinquestelle a disagio: «Non è che sommiamo la sinistra dem, qualche parlamentare del Movimento, i gruppi di Sel e poi moltiplichiamo tutto per i sindacati... È uno spazio più grande. Ormai si è aperto tra la gente». Le parole d’ordine, comunque, faranno breccia tra gli avversari del premier. La proposta sul welfare, per dire, ricalca quella elaborata dai democratici di estrazione sindacale, il contratto a tutele crescenti che mette fine al far west dei co.co.co. E una mano tesa al mondo grillino è senza dubbio il via libera al reddito minimo garantito e a un’autentica «rivoluzione verde”. «Azzeriamo il consumo del suolo – è il progetto – poniamoci l’obiettivo di “rifiuti zero” e promuoviamo le rinnovabili per superare i combustibili fossili». Al netto delle virgole, il programma del Movimento. La battaglia è appena all’inizio, Civati non lo nasconde. «Sarà come un programma di governo, lo tradurremo in proposte di legge». E, questo è il rischio per Palazzo Chigi, in potenziali sgambetti all’esecutivo. A partire dalla legge elettorale, un Mattarellum che «restituisca ai cittadini la scelta dei rappresentanti attraverso collegi uninominali». Affiancati però dalle primarie per legge. Sulle modifiche dell’impianto costituzionale, poi, il sentiero tracciato da Pippo insegue la fine del bicameralismo perfetto e taglia le indennità, ma lascia intatta l’elezione diretta dei parlamentari. Un affronto, per i teorici del nuovo Senato renziano.
L’agenda – resa pubblica nel giorno in cui Renzi taglia il traguardo del primo anno di segreteria – rilancia alcuni cavalli di battaglia della sinistra dell’ultimo ventennio. Indigeribili, neanche a dirlo, per Silvio Berlusconi. Una legge sul conflitto d’interesse, allora, «con obblighi di dismissione e blind trust», in modo da evitare che «le cariche pubbliche siano utilizzate per favorire se stessi e i propri amici». Come se non bastasse, la sfida ai soci di centrodestra dell’attuale esecutivo passa anche da un brutale reset delle «scandalose» leggi ad personam fiorite nell’era del Cavaliere, un deciso intervento sulla prescrizione, una nuova battaglia legislativa contro l’evasione fiscale e la corruzione, un fisco più progressivo e pure la legalizzazione delle droghe leggere. Il via libera ai matrimoni egualitari e norme sul fine vita completano il quadro di una svolta a sinistra senza tentennamenti, pensata assieme al costituzionalista Andrea Pertici. «Sa, i primi appunti li ho iniziati a scrivere questa estate. Poi è successo di tutto ed è nato il patto repubblicano. D’altra parte, come potevo far finta di niente?».