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 2014  dicembre 05 Venerdì calendario

Occhio di falco, anche la Germania ha detto sì. La Bundesliga, dalla prossima stagione, userà la tecnologia per far chiarezza sui casi di gol-non gol: un sistema basato sul lavoro incrociato di 14 telecamere e sulla comunicazione immediata (nel giro di un secondo) del verdetto sull’orologio dell’arbitro. Gli italiani continuano a discuterne

I ricchi avanguardisti decidono, gli italiani continuano a discutere. L’uso della tecnologia per i casi di gol-non gol, dopo l’Inghilterra, mette la bandierina anche sulla Germania. Il sistema dell’occhio di falco, fondato sul lavoro incrociato di 14 telecamere e sulla comunicazione immediata (nel giro di un secondo) del verdetto sull’orologio dell’arbitro, sarà operativo in Bundesliga dalla prossima stagione: ieri, in un’assemblea straordinaria dei club a Francoforte, la storica fumata bianca con 15 voti favorevoli e solo 3 contrari. «Un grande passo avanti per il calcio tedesco e un buon supporto per gli arbitri», il commento di benvenuto di Reinhard Rauball, numero uno della Lega. La svolta, arrivata dopo una prima bocciatura a marzo, è stata fortemente voluta e sponsorizzata da Bayern, Borussia Dortmund e Bayer Leverkusen, non proprio casualmente tra le prime società per importanza, blasone e fatturato del calcio teutonico. Alla fine l’unità di intenti di tre massime potenze della Bundesliga, abbinata a una votazione aperta solo ai club della massima serie, ha fatto la differenza.
Al primo tentativo di introduzione dell’occhio di falco sul suo suolo calcistico tedesco, infatti, le squadre della seconda divisione fecero quadrato e votarono no per motivi economici. La paura, più che dal nuovo che tentava di avanzare, era dettata dai costi: 150 mila euro, tanti quanti verranno sborsati ora, per mettere in regola ogni stadio. La tecnologia, vedendo i campionati che l’hanno abbracciata, può sembrare un lusso per ricchi. La realtà, invece, è che basta e avanza che tutti (o almeno la maggioranza) siano d’accordo nell’introduzione.
Non come in serie A, dove anche il sistema dei giudici di porta (forse a rischio di tagli) ha il suo costo da 1,6 milioni annui. Il variopinto universo del calcio italiano è ancora alla fase del dibattito e degli scambi verbali tra favorevoli e contrari. Come dimostrano la lettera di Galliani a Tavecchio, dopo l’episodio di Milan-Udinese (i dubbi dopo la conclusione di Rami), e la risposta tranchant di Nicchi. «Credo sia giunto il momento, almeno in serie A, di dotarsi di un sistema di lettura certa delle situazioni gol-non gol», le parole dell’ad milanista. «Abbiamo manifestato alla Fifa la disponibilità all’uso e alla sperimentazione della Goal Line Technology, aspettiamo una decisione», la pronta replica del presidente federale. «Tecnologia in campo? Soldi sprecati, gli arbitri d’area non hanno mai sbagliato», la chiusura del numero uno dei fischietti. Altrove, intanto, preferiscono decidere.