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 2014  dicembre 05 Venerdì calendario

Leonardo Martini, l’imprenditore che voleva lasciare la sua azienda in eredità agli operai e che invece ha ceduto il 100% a Cristina De Rosso, suo braccio destro, da oltre 30 anni responsabile amministrativo e finanziario. I dipendenti? Tutti sereni, almeno all’apparenza...

«Non vendo l’azienda a estranei»; ma neanche alla famiglia, né ai dipendenti. Tre giorni fa il destino della Dioma Srl era apparso già tutto originalmente scritto. Leonardo Martini, fondatore della piccola azienda di Vicenza specializzata nello stampaggio di materie plastiche, sembrava pronto a lasciare la sua creatura ai suoi 25 dipendenti. 
Erano stati loro a scriverne il necrologio e a scegliere un funerale laico nel capannone industriale. Ancora oggi varcando la soglia, l’odore dei fiori copre quello della fabbrica: quella bara attorniata da scaffali e scatoloni, con le persone in tuta da lavoro e camice bianco, aveva toccato il cuore di tutti. Come la notizia che quell’azienda, fondata nel 1967 da Martini stesso, sarebbe stata lasciata in eredità ai suoi dipendenti. Loro erano certi della continuità aziendale che il fondatore voleva, e anche la compagna Franca Furlan aveva confermato, durante il rito: «È sempre stato dalla loro parte. L’aveva detto: non voglio che la società sia venduta ad altri, ad estranei». Poi è stato aperto il testamento. 
Martini non si era mai sposato e non aveva figli. Solo un fratello, deceduto e due sorelle con rispettivi nipoti. Ma la lettura delle ultime volontà ha smentito tutti, compagna compresa: Martini ha ceduto il 100% dell’azienda a Cristina De Rosso, suo braccio destro, da oltre 30 anni responsabile amministrativo e finanziario nonché procuratore della società. De Rosso ieri non era in azienda, e non è stato possibile raggiungerla al telefono. Secca la risposta della compagna Furlan: «Non ho nulla da dire». E i dipendenti? Tutti sereni, almeno all’apparenza. «Siamo stati informati delle volontà testamentarie ieri – si legge in una nota – Condividiamo la volontà, con la signora Cristina De Rosso, di far proseguire l’attività di Dioma con il supporto di tutti i colleghi che da molti anni sono presenti in azienda e rappresentano il capitale umano e le competenze della società». «Siamo uniti a Cristina – si prosegue – con l’auspicio per tutti noi di un buon lavoro, certi che l’impegno di tutti permetta di proseguire ciò che il signor Leonardo aveva creato».
Portavoce dell’azienda ieri è stato Manillo Clavenna, responsabile commerciale e delle relazioni con i clienti. «Il nostro impegno sarà massimo» spiega. De Rosso? «Li univa un rapporto di fiducia – precisa, smentendo illazioni – gli era a fianco da una vita». Ora De Rosso è proprietaria e amministrative delegata. Forse, viene da pensare, sarebbe stato complesso dividere in 25 parti uguali la società. Salvo diverse opzioni come quella della trasformazione in cooperativa. «Siamo una famiglia – ripete Clavenna – lavoriamo qui quasi tutti da una vita. Dioma è una società sana che vuole crescere e noi siamo un team che resterà una squadra unita». E ora che al timone c’è una donna? «Ha la nostra stima, rappresenta la continuità». Rossi sarebbe rimasta «sorpresa» dalla notizia e «onorata» dalla «volontà di cessione totale» della ditta. Avrebbe chiesto di «unire le forze» in virtù di un giusto mix tra competenze finanziarie e tecniche che erano proprie di Martini. Imprenditore, quest’ultimo, che i dipendenti ricordano come un uomo dalle idee chiare, profondo nelle valutazioni, curioso e deciso. E sottolinea Antonio Bicego, grande amico, di certo «aveva preparato tutto alla perfezione, come era sua abitudine».