La Stampa, 5 dicembre 2014
Tutto quello che avreste voluto sapere sulla riforma del lavoro... Dalle assunzioni ai licenziamenti, ecco come cambia la vita in azienda dopo il Jobs Act che entra in vigore nel 2015
Due giorni fa è arrivato il via libera definitivo alla delega sul lavoro: la prossima sfida è approvare i decreti delegati che, davvero, cambieranno il mercato. Orientarsi non è semplice. La Stampa ha lancia una iniziativa sul web e sui social media, #askjobsact, per raccogliere le domande dei lettori. Ecco le risposte.
1 Quali sono i tempi della riforma del lavoro?
I primi decreti attuativi dovrebbero arrivare entro gennaio. Sono fondamentali, perché la legge delega appena approvata è un accordo quadro, ma i contenuti vanno ancora specificati. È una corsa contro il tempo, visto che la Legge di Stabilità contiene una serie di agevolazioni fiscali per le imprese decise ad assumere.
2 Quale sarà la prima misura ad entrare in vigore?
A partire da inizio gennaio esordirà il contratto a tutele crescenti, che varrà solo per i nuovi assunti.
3 Che cosa prevede?
Le tutele per il lavoratore aumentano in base all’anzianità di servizio. Una novità che, di fatto, implica il superamento delle collaborazioni coordinate e continuative.
4 Come funzioneranno i licenziamenti?
Per chi già lavora, e mantiene il posto di lavoro, non cambia nulla. Per le nuove assunzioni ci saranno diverse novità.
5 Quali sono le principali?
Il reintegro, in caso di licenziamento illegittimo, sarà possibile per i licenziamenti riconosciuti come discriminatori e per una parte dei licenziamenti disciplinari. Per i licenziamenti economici ci sarà una indennità: fino a 24 mensilità.
6 Quali sono gli obiettivi della riforma?
L’obiettivo principale è semplificare il mercato del lavoro. Oggi, in Italia, ci sono oltre quaranta modi possibili di assumere una persona. Ma l’efficacia del Jobs Act dipenderà dall’andamento dell’economia: le regole non bastano a creare nuovi posti.
7 È possibile che una grande impresa decida di chiudere adducendo motivi economici e riassumere tutti con una nuova società per sfruttare i vantaggi del Jobs Act?
È molto difficile, perché prima deve esserci una negoziazione sindacale. In linea di principio è possibile, ma ci deve essere un cambiamento di missione e di destinazione che giustifichi un cambiamento del genere.
8 Che cosa cambia per chi lavora nel settore pubblico?
Per ora poco, perché la riforma riguarda soprattutto il lavoro privato.
9 Ci sono novità per le partite Iva e per le false partite Iva?
Il Jobs Act prevede un monitoraggio per aiutare a distinguere chi davvero è un lavoratore autonomo dalle situazioni che nascondo un rapporto subordinato. Per i freelance le novità arrivano dalla Legge di Stabilità, che prevede un innalzamento della contribuzione da parte delle Partite Iva. Una norma molto contestata.
11 Come cambieranno i controlli a distanza?
Ci sono delle misure, che ancora devono essere scritte, e riguarderanno i controlli a distanza indiretti. Non sarà possibile, in continuità con lo Statuto dei lavoratori, controllare direttamente le persone, ma si potranno monitorare impianti e attrezzatura. Certo, oggi molti lavoratori sono dotati di smartphone e tablet, la cui tracciabilità è molto elevata.
12 Sono previste novità per quanto riguarda la cassa integrazione?
Sì, sarà impossibile autorizzare la cig in caso di cessazione «definitiva» di attività aziendale. L’obiettivo è assicurare un sistema di garanzia universale per tutti i lavoratori con tutele uniformi e legate alla storia contributiva del dipendente. Saranno rivisti i limiti di durata del sussidio (adesso il tetto è di due anni per la cassa ordinaria e di quattro per la straordinaria) e sarà prevista una maggiore partecipazione da parte delle aziende.