Corriere della Sera, 5 dicembre 2014
Tags : Mafia Capitale
Anche le Primarie del Pd sono sotto l’ombra dei clan. La procura indaga sui rom al voto nel 2013. E mentre Zingaretti ferma gli appalti regionali, il prefetto avverte: «A Marino serve la scorta»
Quelle primarie ad alta affluenza di rom e stranieri, ora, fanno nascere il dubbio. Il sospetto è che le code ai gazebo in periferia nel 2013 fossero sponsorizzate dal clan: «Noi oggi alle cinque lanciamo Marroni (Umberto Marroni, ndr ) alle primarie eh!», annunciava mesi prima a un collaboratore il fondatore della «Eriches 29», Salvatore Buzzi. Il gruppo non può permettersi di restare scoperto sul fronte politico.
Vale anche al contrario, ovviamente: la politica romana ha bisogno dei finanziamenti dei boss. Quello stesso mondo travolto ora da un’inchiesta senza precedenti dalle conseguenze imprevedibili. Ieri il prefetto Giuseppe Pecoraro ha incontrato il sindaco Ignazio Marino al quale ha prospettato la necessità di avere una scorta più robusta, a parte quella dei vigili urbani. «Va rafforzata e lui deve smetterla di andare in bicicletta», ha tagliato corto.
Qualche ora prima proprio Marino aveva concordato con il commissario Anticorruzione Raffaele Cantone la creazione di un pool dedicato all’esame di tutti gli appalti pubblici affidati e da affidare («Quelli corrotti saranno commissariati»). E il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha bloccato le gare in corso, aprendo un’indagine interna sull’operato di Asl, Ater e dipartimenti. A conclusione della giornata è anche arrivata la notizia dell’arresto di Giovanni De Carlo, personaggio di spicco del clan di Mafia Capitale, preso a Fiumicino al ritorno da Doha. Un altro boss, secondo gli inquirenti, del gruppo che fa affari anche con il centrosinistra.
«Come siete messi per le primarie?», chiede Massimo Carminati a Buzzi. E l’altro: «Avemo dato 140 voti a Giuntella (ex presidente Pd Roma) e 80 a Cosentino (senatore Pd). Lui è proprio amico nostro». Proprio il giorno delle primarie, in un clima di scarso entusiasmo – solo 100 mila votanti —, si contano molte zingare in coda, qualcuno dubita sull’autenticità di quella militanza, ma pochi hanno il coraggio di denunciare. Tranne Cristiana Alicata che dalla direzione Pd rivela: «Sono voti comprati».
Anche su questo indagano i pm Giuseppe Cascini, Paolo Ielo, Luca Tescaroli, che ieri hanno proseguito con gli interrogatori di garanzia. Ascoltato Claudio Turella, che dai vertici dell’assessorato all’Ambiente avrebbe favorito le coop di Buzzi. Nel suo appartamento il Ros ha trovato 570 mila euro. «Non ne so niente», si è difeso.
Dai contanti di Turella al vasellame di Carminati: in casa del Nero c’erano, oltre ai quadri di Pollock e Warhol, anche vasellame e statue antiche per i quali è già stata disposta una perizia. Non si esclude che Carminati abbia fatto spesa da qualche tombarolo delle campagne laziali. Ma le indagini virano anche su fatti più recenti: ad esempio sull’assegnazione sempre all’«Eriches 29» del compito di trovare alloggi agli ex occupanti di strutture sgomberate nella primavera scorsa, come l’ex scuola «Angelo Mai» a Caracalla.