Libero, 5 dicembre 2014
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Mafia capitale ha finanziato Ignazio Marino e mezzo Pd: prima della elezioni le coop di Buzzi hanno versato 60 mila euro e dopo il voto hanno preso appalti per 5 milioni
Mafia capitale ha finanziato metà delle spese personali di Ignazio Marino durante la sua campagna elettorale: 30 mila euro in due versamenti arrivati dalle coop di Salvatore Buzzi al centro dell’inchiesta, sui 60.500 euro raccolti in tutto. È il contributo ufficiale che pesa di più fra quelli concessi durante la campagna che ha incoronato Marino sindaco di Roma nel 2013.
Nelle oltre 1.500 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare c’è una intercettazione ambientale fra Buzzi e Massimo Carminati, ex terrorista dei Nar ed ex appartenente alla banda della Magliana. Il primo, che con la giunta Alemanno aveva ottenuto importanti appalti da Roma capitale, si dice preoccupato di un possibile cambio di maggioranza. Carminati gli consiglia: «Mettiti la minigonna e vai a battere», per spiegare che bisognava prostituirsi con la nuova possibile maggioranza di Pd, Sel e lista Marino. Buzzi si deve essere messo perfino in topless: ha corrotto funzionari di sinistra, ha avvicinato candidati di tutte le liste e ha riversato un fiume di soldi su quella campagna elettorale, venendo in seguito ripagato dai vincitori con nuovi appalti e ben più soldi di quelli investiti.
Sono pochi i rendiconti delle spese elettorali resi pubblici dagli eletti di Roma, e la gran parte dicono poco o nulla, essendo allegati in forma sintetica (cifra entrate e cifra delle uscite). Con la giunta Marino e la maggioranza di centrosinistra la trasparenza è andata a farsi benedire: i rendiconti completi esistono, ma sono depositati presso il collegio di garanzia della Corte di Appello di Roma: erano consultabili liberamente nei 60 giorni successivi alla campagna elettorale, poi è diventato tutto più difficile.
Il poco che è pubblico è più che significativo: Marino ha preso da Mafia capitale quei 30 mila euro ricordati. Il suo vicesindaco, Luigi Nieri, di Sel, ne ha ricevuti 5 mila sui 14 mila complessivamente raccolti. Glieli ha versati la solita società cooperativa 29 giugno a responsabilità limitata. L’assessore alla Casa, Daniele Ozzimo, che si è dimesso dopo la pubblicazione delle intercettazioni, raggiunto da un avviso di garanzia, ha ricevuto dalla solita cooperativa 20 mila euro sui 29.500 raccolti durante la campagna elettorale. Bisognerebbe conoscere i rendiconti degli altri per capire quanto questo denaro mafioso scorresse nelle casse della sinistra romana.
Ma spulciando i pochi documenti che sono a disposizione se ne trovano altri due significativi. Buzzi e le sue società hanno versato 5 mila euro anche al presidente del primo Municipio, quello che governa il centro storico di Roma, Sabrina Alfonsi: è del Pd. I contributi sono due, entrambi da 2.500 euro. Uno è arrivato dalla cooperativa 29 giugno e l’altro dalla cooperativa Formula sociale che appartiene sempre all’impero di Buzzi.
Stessa musica al quarto municipio (San Basilio, Colli Aniene e Tiburtino III). Qui a prendere 4.200 euro dalle coop di Mafia capitale è stato il presidente Emiliano Sciascia, altro esponente del Pd romano. Nel suo profilo sottolinea: «Nel 2007 ho aderito al Pd, l’altra tessera che ho in tasca l’ho presa in occasione dei 20 anni dalle stragi di mafia di Capaci e via D’Amelio, ed è quella dell’Associazione Libera». Chissà che effetto fa su don Luigi Ciotti, fondatore di Libera contro le mafie sapere che un suo tesserato di Roma è stato finanziato dalla mafia, sia pure della capitale… Non era generosità quella di Buzzi: era un investimento sulla nuova maggioranza. Che ha dato i suoi ritorni.
Racconta nella relazione di bilancio della sua Coop 29 giugno che nel 2007 fatturava 10,5 milioni. L’anno successivo sono diventati 12,6, nel 2009 saliti a 13,3. Nel 2010 fatturato di 14,6, passato l’anno successivo a 17,3 e nel 2012 a 20,9. Nel 2013 altro balzo, proprio nel primo anno di Marino: 25,8 milioni. Così è accaduto con tutte le altre coop. Anche con nuovi appalti ottenuti dal comune di Roma addirittura un mese o due fa (con la Coop Eriches 29 sull’emergenza abitativa). Ma il gruppo si è aggiudicato con le nuove coop sfornate gran parte della raccolta differenziata a Roma, e perfino nei comuni limitrofi (Morlupo, Castelnuovo di Porto, S. Oreste, Formello, Lariano, Castel Madama e altri). Dal comune ha ottenuto l’appalto per la manutenzione del verde a piazza Vittorio. E da settembre 2013 si è preso l’appalto per la manutenzione delle aree verde nei municipi IV (quello del leader antimafia) e V. Ha ottenuto portierato e vigilanza del Bioparco di Roma (lo zoo) e perfino il servizio di portineria della Università Roma Tre.
Nel febbraio 2014 il comune guidato da Marino ha affidato alle coop di Mafia capitale «la manutenzione del verde di Villa Borghese e quella di Colle Oppio», che è il parco sopra il Colosseo. Poi i servizi accoglienza immigrati, rinnovati nel gennaio 2014 e molti altri appalti piccoli e grandi. Per tenersi buoni tutti Buzzi ha fatto entrare le sue coop perfino in Banca popolare Etica (46.879 euro), dove molti esponenti a 5 stelle depositano i loro soldi convinti di sottrarli ai poteri forti della finanza, ed ha acquisito perfino una piccola quota del Manifesto (2.680 euro).