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 2014  dicembre 04 Giovedì calendario

Viaggio a Xi’an, l’antica capitale della Cina, tra i guerrieri del futuro. È una metropoli proiettata verso la modernità più scintillante la cui attrattiva principale resta il celebre esercito di terracotta di 2200 anni. Business ad alta tecnologia nella zona di sviluppo industriale, pentoloni fumanti e venditori chiassosi nel quartiere musulmano. La scelta? Risciò o treni superveloci

Corre la Cina avanti nel tempo e indietro nel tempo, con la velocità dei droni militari prodotti nel distretto tecnologico di Xi’an e la meticolosità del maestro calligrafo Ning Jiang Hu, che riproduce con gli ideogrammi le massime del filosofo Lao Tse ed è diventato una star della tv. Superpotenza più emersa che emergente, la Cina corre ormai da un pezzo davanti al Giappone, ma poi si ferma per interrogarsi su un tema di importanza vitale, se per proteggersi dall’inquinamento siano più efficaci le mascherine che lasciano scoperti solo gli occhi, quelle per il naso con i filtri o quelle invisibili da inserire nelle narici in dotazione ai vigili urbani. I titoli dei giornali annunciano con enfasi che per il 2030 i cieli del Paese torneranno azzurri.
I turisti che di tempo ne hanno meno, nel frattempo respirano come possono: avvolti dallo smog a bordo dei risciò che li sballottano nel traffico dopo improbabili contrattazioni, o sospesi nell’aria rarefatta dei treni a levitazione magnetica come il MagLev di Shanghai che collega la città all’aeroporto toccando i 501,5 km orari. Da viaggiatori ci si può concedere il lusso di non scegliere tra fretta e lentezza, e godersi anzi le contraddizioni di un Paese che di marciare non ha mai smesso. Per ammirare lo spettacolo passato-futuro, il palcoscenico ideale è l’antica capitale Xi’an, due ore di aereo a sud ovest di Pechino, punto di partenza della vecchia Via della Seta nel cuore dello Shaanxi, nota al mondo per i suoi guerrieri.
SELFIE CON ARCIERI
Ci si può arrivare in macchina dal centro di Xi’an o con gli autobus che partono dal piazzale della stazione ferroviaria. Dopo una cinquantina di chilometri, quando i venditori di melagrane si infittiscono, e c’è da mangiare melagrane per un esercito, si raggiunge il sito archeologico dei celebri soldati che oltre duemila anni fa l’imperatore Qin Shi Huangdi (lo stesso che avviò la costruzione della Grande Muraglia) volle a protezione della sua anima. Lo sguardo si perde tra centinaia di figure mentre la guida racconta che sono alte tra 1,74 e 1,96 metri, che le loro espressioni sono tutte diverse, che acconciature, armature, persino le suole delle scarpe cambiano da una statua all’altra. Un momento di sconcerto quando si scopre che nella fossa n. 2, accanto alle imponenti statue di arcieri e cavalieri, si apre una saletta dove ci si può scattare un selfie accanto a una ventina di guerrieri (fasulli) a grandezza naturale.
Ma le riproduzioni dei soldati imperiali, di ogni dimensione e materiale, pietra, bronzo, legno, carta pieghevole, plastica, non si vendono solo nelle bancarelle e nei negozi attorno al sito archeologico. Dall’altra parte di Xi’an, a sud ovest rispetto al centro della città, con un balzo di migliaia di anni, si arriva in un luogo che ti accoglie così: “Qui si combina il business con una straordinaria qualità della vita”. E qui vengono prodotti i Qin Qin Bao Bei, pupazzi di peluche con l’elmo di panno azzurro ben calcato sulla testa, “nipotini” contemporanei dei guerrieri di terracotta, protagonisti anche di un cartoon di successo per bambini. E qui nasce anche il guerriero parlante simile a Cicciobello, altra bambola sospesa tra tradizione e modernità.
HABITAT POETICO
Non siamo nel Paese di Alice, ma nella zona speciale di sviluppo dal nome impronunciabile di XHTZ, “Xi’an High-tech Industries Development Zone”, una delle otto della città, approvata dal Governo nel 1991 e realizzata ancora solo in parte. Ma quei 57 km quadrati (dei 307 che verranno) dove si concentrano 20mila aziende di elettronica, bio farmaceutica, manifattura avanzata e servizi industriali (Samsung, Microsoft, Philips, Fujitsu, Huawei, Johnson & Johnson, Standard Chartered, Toshiba, Ibm, solo per citare le maggiori, nessuna italiana) che ha un fatturato di 885 miliardi di yuan e dal 2005 ha registrato un aumento del 30% del valore aggiunto, non è solo un gigante di sviluppo market oriented, ma vuole anche trasformarsi in un “habitat poetico per l’uomo, con insediamenti residenziali d’eccellenza”. E quindi ecco una mega striscia verde con i palazzi attorno che pare Central Park, sei parchi pubblici, shopping mall, ospedali, scuole, hotel, piste ciclabili.
Per tornare nella vita reale, merita una visita il Guanzhong Folk Art Museum, un museo privato dove sono state raccolte testimonianze delle dinastie Zhou, Qin, Hang e Tang e ricostruite case e cortili dei secoli passati. Un silenzio magico avvolge questa località, che si trova ai piedi della montagna sacra dello Wutai. L’esatto contrario dell’atmosfera che si respira nel centro storico di Xi’an.
SPIEDINI E TORRONI
Dopo aver visitato la Grande Pagoda dell’Oca Selvatica si torna verso la città antica con la sua bellissima cinta muraria illuminata a mo’ di albero di Natale. Qui è il quartiere musulmano, all’ombra della Grande Moschea, ad attirare i turisti. Al calare del sole si presenta uno scenario da Blade Runner, tra fumi che salgono dai pentoloni, polli arrosto sugli spiedi, venditori che martellano torroni allo zenzero, montagne di noci giganti, dolci caramellati, clacson dei risciò e richiami dei macellai. Oltre ad acquistare pennelli e bastoncini, presunte giade e balsamo di tigre, potrete mangiare panini farciti con carne d’agnello e ottimi spiedini di capra, Per finire la serata un “blind massage”, un massaggio eseguito da un curatore cieco secondo i principi della medicina cinese tradizionale. Nel senso che, come sempre, gli occhi non sono tutto.
Francesca Nunberg
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Il sito dell’Esercito di Terracotta è ancora un cantiere. Dal 29 marzo del 1974, data del primo ritrovamento, centinaia di archeologi di varie nazionalità hanno lavorato per estrarre i guerrieri dalla terra, restaurarli, rimetterli in piedi, e dare un senso a questa meraviglia. A quarant’anni di distanza ci sono ancora almeno duecento esperti che si mettono all’opera alle 5 di pomeriggio, quando il grande hangar e gli altri edifici chiudono i battenti al pubblico.
INVERNO ARIDO
Ai turisti a volte può capitare di incontrare l’uomo che può essere considerato il “padre” dei guerrieri. Forse uno dei “padri”, visto che molti si sono attribuiti questo ruolo nel corso degli anni. Si tratta di Ji De Yang, un contadino ormai settantenne che quarant’anni fa scoprì per caso la prima scultura mentre scavava un pozzo. Era stato un inverno arido, lo Shaanxi era stato colpito da una grave siccità e in molti cercavano acqua per irrigare i melograni. «Stavo lavorando con i miei compagni quando ci siamo imbattuti in qualcosa sotto terra che non abbiamo identificato subito – racconta Ji De Yang – tornammo al villaggio con molti cocci e altro materiale, poi vennero gli archeologi che in poco tempo capirono di essere di fronte a una eccezionale scoperta. Sono rimasto sbigottito».
Ji De Yang firma autografi ai turisti sul libro di fotografie in vendita al bookshop e si schermisce: «Non mi considero un eroe, sono stato solo fortunato. Adesso mi auguro che gli archeologi possano recuperare anche tutte le altre statue, quando avranno trovato delle tecniche per preservare i colori». In origine “vestiti” di verde, bianco, nero e blu, i guerrieri infatti una volta tornati alla luce hanno ripreso il colore dell’argilla.
IL MAUSOLEO
E molto resta ancora da scoprire in questa zona ricca di sepolture. Aperta al pubblico e da non perdere è la tomba dell’imperatore Jingdi, mentre il mausoleo di Qin Shi Haungdi, l’imperatore dei guerrieri, è ancora sotto terra, protetto dalla leggenda e da alti livelli di mercurio.
«La mia vita é molto cambiata dopo la scoperta – dice ancora il contadino, a cui il governo ha dato un altro terreno per coltivare melograni – Il mio sogno per la Cina è che possano migliorare le condizioni di tutti». Poi Ji De Yang tira fuori il tablet con il nipotino sul salvaschermo per una foto con gli ospiti.
Fr.Nu.