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 2014  dicembre 04 Giovedì calendario

Tornano in azione i delfini del Mar Nero, cetacei-soldato. Una dozzina di “reclute” della Marina russa si sono esercitate nel porto militare di Sebastopoli. Americani e sovietici addestravano delfini già dagli anni Sessanta, come kamikaze o sabotatori

Salvate il soldato “Ercole”, o “Anteo”, o “Tiranno”, o come altro si può chiamare un delfino. Nonostante i toni ultimativi delle smentite ufficiali, i cetacei da combattimento stanno per tornare in azione e ripetere le gesta segretissime dei loro tre illustri predecessori annoverati come «eroici marinai» negli albi storici della Marina russa. La prima esercitazione ufficiale ha visto all’opera una dozzina di “reclute” dall’aria innocua e gioiosa che hanno perlustrato in lungo e in largo la baia di Sebastopoli, porto militare di immenso valore patriottico e strategico nella Crimea appena “riconquistata”. Lo scopo era lo stesso a cui furono destinati negli anni della Guerra Fredda “Ercole”, “Anteo”, “Tiranno” e altri delfini sovietici: proteggere il porto da intrusioni nemiche, individuare siluri, mine, materiale bellico, perduti in manovra dalle unità della Flotta del Mar Nero che intasano le banchine di Sebastopoli. Ma l’addestramento, appena cominciato, ha ambizioni più grandi. Le caratteristiche dei cetacei e il loro sistema di radar naturale che consente loro di individuare una prugna a più di 15 metri di distanza, può consentire di utilizzarli per attacchi kamikaze, dotandoli di una carica esplosiva fissata sulla testa, o comunque di aggredire eventuali sommozzatori decisi a sabotare le navi russe.
Impossibile saperne di più, almeno nei particolari. Di certo in molte basi navale russe (come del resto in molte americane) si preparano alla guerra delfini, otarie, foche e altri non meglio precisati “animali marini”. Lo ammette Viktor Kravshenko, ammiraglio ai tempi dell’Urss: «Abbiamo centri di questo genere nel Baltico e nel Pacifico. In Crimea è tutto solo all’inizio».
O meglio un nuovo inizio, visto che proprio a Sebastopoli nel 1965 la Marina dell’Urss decise di cominciare i primi esperimenti di addestramento temendo attacchi a sorpresa da parte della Nato. I delfini “kamikaze” e i delfini “sabotatori” hanno presidiato per anni le acque della Crimea. Con episodi ed esperimenti sempre più arditi come quello di uno speciale plotone di delfini paracadutisti trasportati direttamente sul luogo di operazioni a bordo di un elicottero. Tutto in gran segreto, tradito solo dall’orgoglio dei sommozzatori russi nei confronti con gli eterni rivali. «Nel ‘75 – racconta un reduce di quei tempi – Anteo segnalò un siluro inesploso grazie a un tuffo di 102 metri. L’americano Taffy, impiegato nel recupero dello shuttle esploso in volo nel’86, ne fece appena 90». Guerra segreta di primati e di performance che sembrava ormai abbandonata. La fine dell’Urss e il conseguente passaggio della sovranità sulle coste alla Marina ucraina sembrava aver mandato in archivio, almeno in Crimea, la questione dei delfini di guerra. L’oceanario abbandonato dai russi era andato lentamente in sfacelo fino ad essere riconvertito in un piccolo centro per la delfino terapia da praticare sui bambini con problemi psichici. E i testimoni giurano che ai delfini piacesse molto di più questa attività, raccontando di balzi, tuffi, fischi e altre manifestazioni di allegria delfinesca inscenate davanti ai ragazzi e ai loro genitori.
Poi però, il richiamo alle armi. Già prima dell’annessione della penisola, la Marina Ucraina aveva deciso di rimettere in piedi l’antica struttura. Tutto clamorosamente naufragato durante un addestramento nell’estate del 2012. Accadde, pare, che una ventina di delfini soldato implotonati nei fondali di Sebastopoli furono attratti da una delfina selvatica di passaggio. Decisero in blocco di seguire l’amore e piantarono in asso per sempre e senza neanche un saluto gli addestratori che imprecavano dall’alto dei loro gommoni mimetici. Una leggenda, forse troppo romantica per essere del tutto vera. Ma i russi, che adesso hanno ripreso il comando dei cetacei del Mar Nero, stanno ben attenti a selezionare reclute capaci di controllare meglio gli impulsi sessuali.