Corriere della Sera, 4 dicembre 2014
La classifica mondiale di Transparency International bolla l’Italia come il Paese più corrotto dell’eurozona e dell’Europa insieme con Romania, Grecia, Bulgaria. L’indagine misura il grado di «percezione della corruzione» in ciascuno dei 175 Paesi selezionati: cioè il grado di consapevolezza, insicurezza, disagio, o paura, di fronte ai cicloni di bustarelle che frullano negli uffici pubblici o in qualunque ambiente
«Siamo corrotti ma non in maniera così devastante – esorta l’imprenditore alimentare Oscar Farinetti –. Guardiamo al bello...». Da guardare, oggi, c’è però la classifica mondiale di Transparency International, che bolla l’Italia come il Paese più corrotto dell’eurozona e dell’Europa insieme con Romania, Grecia, Bulgaria. O anche le immagini televisive che mostrano cricche di presunti mafiosi arrestati sotto l’accusa di aver gestito gli affari del Comune di Roma. Un quadro malinconico, a poche settimane dalla fine della presidenza italiana della Ue. L’indagine di Transparency, come ogni anno, misura il grado di «percezione della corruzione» in ciascuno dei 175 Paesi selezionati: cioè il grado di consapevolezza, insicurezza, disagio, o paura, di fronte ai cicloni di bustarelle che frullano negli uffici pubblici o in qualunque ambiente. Una situazione così grave che in Europa «è a rischio una crescita pulita», dice l’organizzazione. L’Italia, al 69° posto, sta peggio di Ghana e Ruanda. La Danimarca sta meglio di tutti, come Paese più pulito del mondo.