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 2014  dicembre 04 Giovedì calendario

La mamma di Loris dice le bugie, e siccome Loris è stato varie volte stuprato nella sua vita, e sabato scorso è stato addirittura strangolato e buttato poi in un canalone, queste bugie suonano gravi

La mamma di Loris dice le bugie, e siccome Loris è stato varie volte stuprato nella sua vita, e sabato scorso è stato addirittura strangolato e buttato poi in un canalone, queste bugie suonano gravi.

Che bugie?
Il paese di Santa Croce Camerina, dove è avvenuto il fatto, fa parte dal gennaio di quest’anno di un Progetto Sicurezza finanziato con i fondi Por della Comunità europea. Grazie a questo Progetto Sicurezza praticamente ogni angolo del paese è videosorvegliato da una rete di 41 telecamere. Una di queste telecamere sta pure su via Garibaldi, e guarda la porta di casa della famiglia Stival. Il filmato di questa telecamera relativo alle ore 8,00-8.30 di sabato scorso fa vedere, all’incirca verso le otto e un quarto, la signora Stival, ovvero Veronica Panarello, che esce dal portone con i due bambini, il più grande di 8 anni Loris (o Andrea Loris) e il più piccolo di 4 anni Diego. Non abbiamo visto il filmato e riferiamo quanto se ne dice: in una versione, mamma Veronica litiga col piccolo Andrea, che gira i tacchi e torna a casa o comunque si avvia in una direzione opposta a quella della madre; in una seconda versione, Veronica esce di casa tenendo per mano un solo bambino, e questo bambino è Diego. Qualunque di queste due versioni sia vera, è un fatto che sulla Polo nera della Panarello Loris non c’era, come si evince da molti altri filmati in cui si vede passare la macchina, si individua con chiarezza il piccolo Diego, ma Loris, seduto davanti, non c’è. E che fosse seduto davanti lo ha detto Veronica. E che ci fosse lo ha detto Veronica. E che lei lo abbia fatto scendere davanti a scuola poco prima delle otto e mezza lo ha detto Veronica. Tutte bugie.  

Bugie perché?
Ah, saperlo. Bugie tra l’altro ripetute ostinatamente anche l’altra sera, quando gli inquirenti l’hanno riconvocata e interrogata per quasi tre ore. Per il momento non è indagata e ufficialmente neanche sospettata. Del resto anche l’indagine sul cacciatore Orazio Fidone, quello che è andato a colpo sicuro a ritrovare il cadavere nel canalone a quattro chilometri di distanza, è un «atto dovuto». Dovuto alla necessità di compiere sulla Suzuki bianca tutta una serie di accertamenti che non ti sono permessi se hai a che fare solo con un testimone.  

Proviamo a ipotizzare qualcosa?
Mistero fittissimo imperniato a questo punto su quattro nodi e tre personaggi. Al cacciatore e alla madre si deve infatti aggiungere un Christian, alto smilzo, biondo, diciottenne, che ogni tanto portava Loris a fare un giro in moto. È stato convocato e interrogato, ma neanche lui è indagato o sospettato.  

I quattro nodi?
Primo nodo: davanti alla scuola, sotto una macchina parcheggiata, lunedì mattina è stato trovato uno slippino blu con la scritta “cool skater boy”
e la figura di un lupetto marrone. Lo slippino coincide col tipo di indumento che indossava Loris. La mattina precedente non c’era, quindi qualcuno (qualche cretino?) l’ha buttato lì apposta per farlo trovare. Veronica ci ha pensato su parecchio e poi «non lo ha riconosciuto». Ma si può «riconoscere» uno slippino? Secondo nodo: Loris aveva i pantaloncini abbassati, ma non aveva, appunto, gli slip. L’assassino ha avuto la freddezza di rimettergli i calzoni dopo averlo ammazzato? E perché? Che differenza poteva fare questa perdita di tempo? E come mai, allora, senza gli slip? Terzo nodo: il percorso per portare il cadavere al canalone. Sono quattro chilometri e, stando alle telecamere (finora), non li hanno percorsi, tra le 9 e 30 e le 10 e 30 di sabato mattina, né la Polo della madre né la Suzuki del cacciatore. È vero che c’è un’altra strada, non sorvegliata dallew telecamere, per arrivare a quel punto. Quarto nodo: lo zainetto a forma di uovo di color blu. È sparito e la questione è: come mai l’assassino ha pensato di toglierlo di mezzo? Tutte domande senza risposta.  

Supponiamo che sia uno di quei tristissimi delitti in cui la madre...
Anche qui, un guazzabuglio. La madre è tornata a casa e non ha trovato il bambino? E perché non ha dato l’allarme subito? Forse la madre - una venticinquenne minuta, fragile, carina, con foto su facebook in mise bionda - non è tornata a casa e ha qualcosa da nascondere per il periodo 8.30-12.30? Però forse sapeva già qualcosa, perché davanti a scuola, quando è stato chiaro che Loris non c’era, non s’è rivolta alle maestre ma direttamente ai vigili, cioè alle forze dell’ordine. Questa madre, secondo testimonianze tutte da capire, non sarebbe stata poi così protettiva verso i bambini come s’è creduto all’inizio. Qualcuno dice che certe volte non ne poteva più e li mollava. Un paio di volte avrebbe tentato di suicidarsi. Una vita difficile, col marito sempre fuori, a far su e giù col camion per tutta l’Italia. In che modo queste turbe, questi viluppi psichici precipitino alla fine nelle violenze su un bambino e nel suo strangolamento è tutto da capire.