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 2014  dicembre 03 Mercoledì calendario

La fiction su Ambrosoli ha i soliti difetti dell’agiografia targata Rai. Tutto il racconto è sulle spalle di Favino che, per quanto bravo, fatica a reggerlo

Scrivere della fiction su Giorgio Ambrosoli è terribilmente difficile. Intanto per l’argomento. L’uccisione dell’avvocato Ambrosoli, per cinque anni commissario liquidatore della Banca Privata di Michele Sindona, è una delle grandi ferite che il Paese si porta dietro. 
Scoperchiato un sistema politico-finanziario corrotto e letale (governo, mafia italoamericana, Ior…), Ambrosoli è stato lasciato solo. È la notte tra l’11 e il 12 luglio 1979 quando un killer inviato da Sindona ha potuto farlo fuori, senza troppe difficoltà. 
Dunque il Servizio pubblico fa bene a coltivarne la memoria, a far conoscere storie come questa, una storia di impegno civile e morale. La fiction Qualunque cosa succeda prende il titolo dalla lettera-testamento scritta dallo stesso Ambrosoli a sua moglie Anna nel 1975, quattro anni prima di morire. 
Stava lavorando per lo Stato, su incarico dalla Banca d’Italia: gestire la liquidazione della banca fallita. La fonte principale è il libro del figlio Umberto, Qualunque cosa succeda (Sironi Editore), dove appunto si cita la famosa lettera: «È indubbio che pagherò a caro prezzo l’incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un’occasione unica di fare qualcosa per il Paese». 
Detto questo, la mini-serie diretta da Alberto Negrin, scritta con Andrea Porporati, ha i soliti difetti dell’agiografia targata Rai Fiction: il contenuto è così forte da dispensare gli autori dagli obblighi della scrittura e, più in generale, dai valori produttivi, come la fotografia o il montaggio (Rai1, lunedì e martedì, ore 21.15). 
Il racconto si basa solo sulla recitazione di Pierfrancesco Favino che, per quanto bravo, fatica a reggere tutto sulle sue spalle. I personaggi spesso sfiorano, per eccesso di realismo, la caricatura (alcuni americani parlano l’italiano dei doppiaggi), la storia procede secondo i canoni della prevedibilità. Però si tratta di Ambrosoli.