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 2014  dicembre 03 Mercoledì calendario

Il Movimento 5 Stelle ora tratta in Senato sull’Italicum. Intanto è bufera sulla telefonata di Renzi ad Artini. Grillo sul blog attacca Pizzarotti e parla di «dissidenti-cancro»

Nella confusione che regna all’interno del Movimento 5 stelle dopo le ultime espulsioni e soprattutto per la nomina del direttorio, arriva anche l’apertura all’Italicum. Non ufficialmente, perché sulla legge elettorale il movimento è compatto sulla proposta del Consultellum. Ieri però in commissione affari costituzionali del Senato dove era in discussione il testo già approvato dalla Camera, al di là degli interventi di Nicola Morra e Vito Crimi, si respirava aria nuova. Con la volontà che sembrava chiara di voler partecipare al tavolo delle trattative fino in fondo. E questo proposito mostrato da alcuni senatori che giravano dalle parti della commissione, potrebbe essere facilitato dalla nomina del direttorio e dal dialogante Luigi Di Maio che dovrebbe prenderne la leadership.
Di Maio insieme a Roberto Fico è riuscito a tranquillizzare almeno temporaneamente i parlamentari in fibrillazioni per la quindicina di espulsioni trapelate (Sebastiano Barbanti, Marco Baldassarre, Eleonora Bechis, Silvia Benedetti, Paolo Bernini, Francesco Cariello, Federica Daga, Marta Grande, Mara Mucci, Girolamo Pisano, Aris Prodani, Walter Rizzetto, Gessica Rostellato, Samuele Segoni e Tancredi Turco). Allo scopo di calmare gli animi poi, ieri era circolata la voce di un imminente arrivo nella Capitale da parte di Gianroberto Casaleggio per spiegare il direttorio o come inizia a essere chiamato vista la situazione, il comitato di crisi. Un gruppo che ha lasciato l’amaro in bocca proprio ai senatori, visto che nessuno di loro è stato chiamato a farne parte ma ha raccolto malumori dalle regioni più importanti come la Sicilia e dagli europarlamentari di Bruxelles.
IL RITORNO DI BEPPE
Intanto ieri mentre una parte del movimento cercava di mostrare un volto tranquillo e dialogante nonostante le tensioni che si taglino col coltello, come nel caso del dottor Jekyll e Mr Hyde è stato lo stanchino Grillo a tornare a bastonare. Prima con un editoriale sulla settimana del blog dal titolo”La metastasi delle organizzazioni”, dove lascia intendere un parallelo tra i dissidenti e «la cellula cancerogena» che «finora ha messo la sua attività al servizio dell’intero organismo, in modo da aiutarlo nella sua sopravvivenza. Poi, di colpo, questa cellula ha cambiato i suoi intendimenti e abbandonato l’identificazione comune. Comincia a perseguire scopi propri e a realizzarli senza preoccuparsi d’altro. La cellula sottopone la comunità ai propri interessi...». Poi il comico genovese si è ricordato della telefonata tra l’espulso Massimo Artini e Matteo Renzi andata in onda lunedì sera nella trasmissione Piazzapulita su La7 e nel pomeriggio ha pubblicato un post che parafrasando un brano del cantante genovese Nino Ferrer avvisa che «continuano incessanti le telefonate di scouting di Renzie agli eletti nel M5S per raggranellare i voti per eleggere il nuovo presidente della Repubblica» e via con una lista nera dove mette insieme espulsi e dissidenti. Da Luis Orellana ad Adele Gambaro, da Giovanni Favia ad Andrea De Franceschi, i consiglieri regionali emiliani della scorsa legislatura. Poi attacca il sindaco di Parma Federico Pizzarotti (diventato «Federica ha un inceneritore, sta facendo un giro in bicicletta e suona la campanella: a chi potrei telefonare per trovare un po’ di compagnia e i voti per il nuovo presidente?») reo di organizzare un incontro non autorizzato per domenica prossima, dove parteciperanno molti dei cacciati. E poi avvisa anche i due parlamentari Walter Rizzetto e Giulia Sarti, colpevoli di aver deciso di partecipare alla manifestazione parmense.