la Repubblica, 3 dicembre 2014
Non c’è neve. Con questo caldo, neanche i 4mila cannoni riescono a imbiancare le piste per l’Immacolata. Agli sciatori non resta che passeggiare ad alta quota
Altro che generale Inverno: qui non è in vista nemmeno un caporale. Prati verdi, cascate d’acqua e torrenti pieni come in primavera, quando c’è il disgelo. Al maso Gatscher di Maranza, l’altro giorno, sono state fotografate anche delle fragoline di bosco, rosse e mature. Alberghi chiusi in quasi tutta Ortisei, anche quelli che dovrebbero essere aperti da una settimana. «Non c’è neve, non ci sono clienti», la risposta di tutti. Domenica scorsa doveva partire il gran business dello sci. «In quel giorno ci troviamo nelle nostre case – racconta Gerhard Vanzi, direttore marketing di Dolomiti Superski – e accendiamo la prima candela dell’Adventkranz, l’Avvento. Si canta “Stille Nacht, Stille Heilige…», silenziosa notte, santa notte e poi si fa il primo giro sulle piste».Domenica, invece, pioveva. Sono arrivati anche tuoni e fulmini e l’acqua ha sciolto pure la neve in alta quota, sopra i duemila metri. Trenta centimetri caduti il 17 dicembre che avrebbero permesso di aprire tante piste. «Abbiamo tutto – dice il direttore marketing – manca soltanto il freddo». Per trovare lo zero termico, anche di notte, bisogna salire a 2.000 metri. «Nei prossimi giorni dovrebbe andare meglio, ma per quanto riguarda il ponte dell’Immacolata non ci sono speranze». Hanno fatto di tutto, in queste terre, per trasformare le montagne in un’immensa fabbrica del freddo. «Abbiamo 4000 cannoni pronti a sparare acqua e a trasformarla in neve. Ma purtroppo non basta arrivare allo zero. Quest’anno c’è una umidità altissima, e allora i cannoni possono essere utili solo se si scende a meno 4, meno 5».Sali all’Alpe di Siusi, altopiano bellissimo, fra i 1850 ed i 2350 metri. Qualche chiazza di neve bagnata, con accanto il cannone giallo nero T40 della TechnoAlpin con il quale qualcuno ha provato a imbiancare il prato poi ha capito che l’impresa era impossibile. «Una volta – racconta Thomas al cafe Zentral, unica porta aperta nell’altipiano – la stagione degli sci iniziava a Natale e tutto andava bene. Adesso c’è fretta, bisogna attirare i clienti già a fine novembre. Ma non sempre “Quello lassù” è pronto a collaborare».«È un vero peccato – dice Siegfried Pichler, presidente degli impiantisti dell’Alto Adige – perdere un week end come questo, con l’Immacolata che arriva dopo la domenica e permette un giorno di più in pista. Ma se le temperature scendono, come previsto, noi ci daremo da fare». Dieter Peterlin, metereologo della Provincia di Bolzano, non è però ottimista. «L’abbassamento – racconta all’Alto Adige – ci sarà ma le temperature, almeno per i prossimi giorni, resteranno miti».Gran parte delle province di Trento, Belluno e dell’Alto Adige – riunite nel Dolomiti Superski – in questi giorni si giocano una buona fetta del loro reddito. L’anno scorso sono stati incassati 300 milioni di euro solo con la vendita degli skipass. Il bilancio della stagione invernale è pari a 3 miliardi. «Produrre un metro cubo di neve – racconta Gerhard Vanzi – ci costa fra i 2,5 ed i 3 euro. Pensi, riusciamo a creare dieci tipi diversi di neve: una si chiama “panna”, e si mette all’alba sopra le piste, appunto come la panna su una torta». Tutti a guardare il cielo, in questi giorni. Doveva arrivare la famosa aria fredda dalla Siberia, e non si è fatta sentire. «Abbiamo paura che, oltre al freddo siberiano, non arrivino nemmeno i russi, perché Vladimir Putin, a causa della sanzioni per l’Ucraina, vuole mandare i suoi compatrioti a Sochi o in Crimea. Per fortuna i russi sono soltanto il 2% dei 3,5 milioni di clienti che passano qui almeno una notte».Anche l’anno scorso l’inizio è stato lento. «Poi ad Arabba nel corso dell’inverno sono scesi 10 metri di neve, venti metri sulla Marmolada. A memoria d’uomo non c’è mai stata un’annata così. Ce la faremo anche quest’anno. Appena arriverà il freddo spareremo con tutti i nostri cannoni. Sono ormai 17 anni che le piste nascono con la “neve programmata”». Piste bianche e a fianco prati verdi. Per l’Immacolata in Alto Adige si scierà solo a Solda e in Val Senales. Rinviata l’apertura di stagione anche nel nord ovest, a Courmayeur, Pila e La Thuile.Sono verdi – e non marroni a causa del gelo – anche i prati a 1600 metri attorno all’hotel la Perla a Corvara in Alta Badia. «La neve scende – dice il titolare, Michil Costa – quando vuole, ed è giusto così. Abbiamo depauperato e consumato le montagne, le abbiamo trasformate in una Disneyland. Si costruiscono rifugi con Spa e chef stellato a 4.000 metri. Questo è uno stile porno alpino. Spero che questa lunga attesa della neve convinca anche i miei colleghi: la montagna, e anche l’ospite che arriva per passare qualche tempo in questo incanto dove noi viviamo ogni giorno, vanno rispettati».Nel weekend, comunque, gli impianti di risalita saranno in funzione. «Si potranno fare passeggiate in quota, mangiare nei masi». Qualcuno, in attesa del generale Inverno, potrà cercare le fragoline di bosco.