il Fatto Quotidiano, 2 dicembre 2014
L’esercito fantasma dell’Iraq. Cinquantamila soldati stipendiati che nessuno sa dove sono. La notizia l’ha comunicata alla stampa internazionale il primo ministro iracheno Haydar al-Abadi
Un esercito fantasma si aggira in Medio Oriente. È composto da 50.000 uomini armati di tutto punto e regolarmente stipendiati e approvvigionati, ma nessuno sa con esattezza dove si trovano nè chi li comanda. La notizia l’ha comunicata alla stampa internazionale il primo ministro iracheno Haydar al-Abadi il quale ha rivelato l’esistenza tra le file dell’esercito iracheno di oltre 50.000 ‘soldati fantasma’.
Il fenomeno dei dipendenti fantasma è in Iraq – e in molti altri Paesi che ricevono aiuti finanziari dalle istituzioni internazionali e da Paesi stranieri – un collaudato veicolo di corruzione, ma questa è la prima volta in cui la massima autorità di governo di uno Stato sovrano fornisce dati certi sulle dimensioni del fenomeno, in particolare in seno alla forze armate.
Hayder al-Abadi, il neo primo ministro iracheno, ha reso noto l’incredibile dato dopo una verifica ufficiale disposta dalle autorità militari confrontando gli effettivi con le buste paga. I soldati che mancano all’appello – ma figurano sul ruolo paga del ministero della Difesa – sono pari a quattro divisioni. Il portavoce del governo, Rafid Jaboori, ha dichiarato: “Il primo ministro ha reso noto che vi sono tra le forze armate 50.000 nomi falsi o di soldati morti o di persone inesistenti. Nelle ultime settimane il governo ha fatto il possibile per smascherare gli autori della gigantesca truffa e per arrivare alle radici del problema”. Le dichiarazioni del portavoce dell’esecutivo lasciano intendere che il primo ministro è intenzionato ad avviare una approfondita indagine contro la corruzione nell’amministrazione pubblica e in seno ai corpi militari, corruzione che drena ingenti risorse dalle casse dello Stato.
Il mese scorso il governo ha rimosso dai rispettivi incarichi 36 alti ufficiali per incrementare l’efficienza dell’esercito e dare un colpo alla cultura delle”mazzette”. Rafid Jaboori ha aggiunto: “Secondo il primo ministro Haydar al-Abadi i criteri cui ispirarsi per la nomina delle alte cariche dell’esercito debbono essere: l’integrità, l’efficienza e il coraggio. La questione morale ovviamente non riguarda solamente i militari, ma tutte le articolazioni dello Stato”. I finti soldati – che vengono chiamati fadhaiyin – hanno lo scopo di arricchire gli alti ufficiali nelle cui tasche finiscono gli stipendi”veri” dei soldati”finti”. Senza parlare dei proventi derivanti dagli approvvigionamenti”gonfiati”.”Ci sono due modi per creare i soldati fantasma”, ha spiegato un ufficiale delle forze di sicurezza.”Il primo modo è molto semplice: ogni ufficiale ha diritto a scegliere cinque soldati che vengono assegnati direttamente al suo servizio. Ne tiene due, congeda gli altri tre e intasca il loro stipendio. Il secondo modo è, diciamo così, meno artigianale e si verifica a più alto livello. Molti comandanti di brigata hanno alle loro dipendenze dai 30 ai 40 soldati che fanno parte della riserva o non esistono nemmeno”. Ma la corruzione è come la catena di Sant’Antonio: il comandante di brigata per conservare il posto deve”ungere” i suoi superiori e l’emorragia di denaro diventa ingente. Secondo le stime, il 30% circa dell’esercito iracheno esiste solo sulla carta e questo contribuisce a spiegare la facilità con cui lo scorso luglio è stato sbaragliato dai militanti dell’Isis.