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 2014  dicembre 02 Martedì calendario

I vaccini contro l’influenza non hanno provocato decessi • Le piste seguite dagli investigatori per l’omicidio del piccolo Loris • Ancora in calo il Pil • Mosca rinuncia a South Stream • A uccidere Pasolini sono state più persone • Quanto costa l’acqua pubblica


Vaccini Gli esami tossicologici sui vaccini antinfluenzali hanno dato esito negativo: i decessi (diciannove accertati a livello nazionale) non sono avvenuti per colpa del Fluad della Novartis. Per estremo scrupolo sembra siano in programma anche test su animali da sperimentazione. A questo punto sembra scontato il rientro delle 500mila dosi fermate, in attesa presso servizi Asl e medici di famiglia. I virus dell’influenza, tre ceppi molto simili a quelli dello scorso inverno, non sono ancora stati isolati. La stagione epidemica deve ancora cominciare. Il ministero della Salute nella circolare del 2014-15 si prefiggeva l’obiettivo di raggiungere il 75% degli anziani sopra i 65 anni, livello minimo visto che l’ideale sarebbe 95%: sarà tanto se si arriverà a proteggerne la metà.

Loris Per l’uccisione del piccolo Loris, trovato sabato in un canalone di campagna, con un grosso ematoma in testa, i pantaloni senza cinta e leggermente scivolati, privo di slip, il procuratore Carmelo Petralia ripete che si «indaga in ogni direzione». Ma sono soprattutto tre gli elementi su cui si lavora: nel primo predomina lo stesso pensionato con la passione della caccia che sabato pomeriggio ha ritrovato Loris Stival, Orazio Fidone. Nel secondo compare «un quindicenne» o comunque «un ragazzo più grande» che in altre occasioni i compagnetti di scuola di Loris avrebbero visto allontanarsi con il bimbo sparito sabato mattina. l terzo identikit da comporre porta a una persona che per il bambino doveva essere «familiare», nel tentativo di mettere a fuoco la personalità di un soggetto che ha avuto occasioni di incontro con il piccolo perché conoscente, amico o parente di genitori, nonni, zii. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Pil Il prodotto interno lordo del terzo trimestre, secondo i dati aggiornati dell’Istat, è in calo dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2013. Tra luglio e settembre la flessione è stata dello 0,1% sui tre mesi precedenti, ma per quest’anno la caduta del prodotto già acquisita è dello 0,4%. Per non scivolare più giù occorrerebbe un segno positivo nel quarto trimestre dell’anno, mentre il governo vede più realisticamente una crescita nulla. Preoccupato Matteo Renzi: «L’Unione o cambia verso in direzione economica, oppure rischia di diventare la Cenerentola del mondo». Anche il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, è preoccupato, e chiede alla Ue di reagire. «La ripresa è ancora debole e la dinamica dei prezzi ci fa ballare pericolosamente sul sentiero di una possibile deflazione». I conti pubblici italiani, nel frattempo, e nonostante la crisi, sembrano tenere. Nei primi undici mesi il fabbisogno, pari a 81,9 miliardi, è sceso di 13,5 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2013. Male invece ieri le borse, con Milano maglia nera in Europa (-1,6%). Gli interessi sui titoli di Stato decennali hanno raggiunto ieri il loro minimo storico, appena sopra il 2%, e il differenziale con i titoli tedeschi è sceso a quota 129, livello più basso dal 2011.

Gasdotto Non si farà più il gasdotto South Stream, che dalla Russia avrebbe portato gas in Europa senza passare per l’Ucraina, ma giungendo in Turchia e da lì fino all’Italia. Putin ha annunciato: «Considerato l’atteggiamento poco collaborativo della Bulgaria e di tutta la Commissione Europea, la Russia non è più in grado di andare avanti con il progetto». Doveva portare gas russo a prezzi ridotti in Grecia, Bulgaria, Serbia, Ungheria, Austria e Italia. Vi avrebbero partecipato l’italiana Eni, la russa Gazprom, la francese Edf. La scelta di Mosca, che creerà non pochi problemi alla Ue, almeno nell’immediato, dà però nuova forza a un altro progetto, il cosiddetto Tap (Trans Adriatic Pipeline) progettato dalla norvegese Statoil, dalla britannica Bp, dalla compagnia azera Socar e, con quote minori, dalla francese Total e dalla belga Fluxys. Anche questo gasdotto concluderebbe in Italia il suo percorso che dovrebbe iniziare dai pozzi dell’Azerbaijan e attraversare anch’esso la Turchia. I tempi saranno più lenti ma l’effetto, voluto da molti nella Ue, sarà raggiunto: via libera ai produttori di energia politicamente più vicini agli Stati Uniti e ulteriore riduzione della dipendenza economica da Mosca.

Pasolini Un’analisi del Dna voluta dal cugino di Pier Paolo Pasolini, Guido Mazzon, ha rivelato che la notte del 2 novembre 1975 all’Idroscalo di Ostia lo scrittore venne ucciso da più persone. Cade dopo quarant’anni la verità ufficiale: Giuseppe Pelosi non fu l’unico assassino. Sui vestiti dello scrittore e regista sono state trovate tracce di Dna diverse da quello di Pelosi. Forse altri tre, i codici genetici sarebbero stati abbinati ad alcuni nomi che la Procura di Roma ha inserito in una lista di sospettati, non ancora tecnicamente indagati. E ieri Pelosi, ascoltato come testimone, ha raccontato: «C’erano tre automobili, una motocicletta e almeno sei persone ma non so dire chi fossero. Oltre all’Alfa Gt di Pasolini c’era una Fiat 1300 e un’altra Alfa identica a quella di Pier Paolo».

Acqua Altroconsumo ha analizzato i costi dell’acqua pubblica in 18 capoluoghi di regione. Ci sono prezzi diversi da regione a regione, che arrivano anche a un divario del 400%. Ovunque, però, ci sono stati aumenti negli ultimi cinque anni, per una media di un +38%. «Negli ultimi 5 anni le famiglie con tre figli a Firenze hanno visto lievitare la loro bolletta di 336 euro, 34 %, mentre a Napoli coppie con un figlio hanno pagato 162 euro in più, il 79%. A Trieste invece le coppie hanno pagato il 72%», racconta Paolo Cazzaniga di Altroconsumo che ha elaborato i dati. A Palermo infatti i prezzi sono rimasti uguali solo perché i costi non si sono adeguati alle nuove tariffe, mentre a Catanzaro le quote pagate dai cittadini sono rimaste invariate ma solo per ordine dell’Autorità garante dei consumatori. «E tutto questo», denuncia il presidente dell’associazione Paolo Martinello, «senza che il servizio sia migliorato a fondo in tutto il paese. Un terzo dell’acqua si perde ancora prima di arrivare nei rubinetti della cucina o del bagno perché gli acquedotti sono vecchi. Per quanto riguarda poi la depurazione le cose stanno anche peggio. Per le acque reflue quattro persone su dieci scaricano ancora direttamente nei fiumi o in mare senza adeguati sistemi di depurazione» (Pasolini, Rep).

(a cura di Daria Egidi)