il Giornale, 1 dicembre 2014
Luciana Littizzetto, regina delle risate e del mattone. Grazie a programmi tv, libri e film la comica ha creato un piccolo impero immobiliare composto da 22 tra case e garage
Mattone su mattone, l’edificio professionale di Luciana Littizzetto ha ormai solide fondamenta. Sono lontani i tempi di quando si è diplomata al Conservatorio in pianoforte pur sapendo che non avrebbe mai fatto la pianista, faceva la doppiatrice di soap opera nella sua Torino o insegnava italiano e musica alla scuola media nel quartiere delle Vallette. Ora l’ex Minchia Sabbry viaggia tra tv e pubblicità, libri e teatro, film e Sanremo. Far ridere è un mestiere molto difficile per una donna, ma ancor più redditizio, lei lo sa bene perché è un luogo comune che si è impegnata ad abbattere.
Com’è giusto che sia, la Litti ha fatto il grano. Parecchio. Che soldi che fa. Non è diversa da tanta gente di successo che, si sarebbe detto una volta, ha il cuore a sinistra ma il portafoglio a destra. E da perfetta italiana media ha investito in case e garage il gruzzolone accumulato in 25 anni di sganasciate altrui. Un patrimonio consistente, diversificato, facile da rivendere in caso di necessità. Una fortuna costruita con oculatezza a colpi di «Berlusconi ci hai rotto il cazzo» o di «Eminens Ruini» quando il cardinale affossò il referendum sulla procreazione assistita.
Con i 700mila euro incassati per le due edizioni del festival di Sanremo accanto a Fabio Fazio si può comprare bene. Ma anche con i diritti d’autore dei libri (molti pubblicati dalla berlusconiana Mondadori), gli spot per le coop e la Banca San Paolo, le comparsate nei film e nelle fiction Rai e Sky, i doppi sensi (anzi, i sensi unici perché ormai le parolacce sono il cavallo di battaglia del suo repertorio) sparati su Rai3. Così, dietro la signora della risata è cresciuta l’imperatrice del mattone. Immobiliare Littizzetto spa.
Con la precisione di un geometra si è costruita una signora carriera, e con la meticolosità di un capomastro ha messo da parte i guadagni che crescevano di pari passo con la popolarità e le battute contro i politici di turno, sinistra a parte. Fra Torino (la città in cui è nata e abita) e Bosconero (paesino d’origine dei genitori nel Canavese) la spalla serale di Fabio Fazio possiede 21 immobili. Ai quali si aggiunge un appartamento lontano dai luoghi del cuore, nel centro di Milano. Il primo acquisto di Lucianina, era il 1998. Un po’ come la prima pepita d’oro di zio Paperone nel Klondyke.
La casa meneghina si trova tra viale Bianca Maria e corso Concordia, categoria A/3, classe 6, 2,5 vani: una novantina di metri quadrati, abitazione di tipo economico ma dalla rendita elevata in una zona prediletta dalla borghesia milanese. Nel 1998 la Littizzetto aveva abbandonato da tempo l’insegnamento ed era già diventata una cabarettista di successo, in teatro e soprattutto in tv: Rai3 le aveva spalancato le porte sei anni prima ad Avanzi, un esordio non memorabile; poi però erano venuti Cielito lindo, Ciro e Mai dire gol. Quel 1998 fu appunto l’anno dei mondiali di calcio francesi e della collaborazione con la Gialappa’s. E l’anno prima aveva festeggiato l’exploit del film Tre uomini e una gamba con Aldo Giovanni e Giacomo. Non c’è da stupirsi che, dopo tanta gavetta, il primo investimento sia stato un pied-à-terre nella Milano che le stava regalando una popolarità clamorosa.
Negli anni la Littizzetto ci ha preso un grande gusto a ballare il ballo del mattone. A Bosconero, il luogo degli affetti familiari, possiede due garage e quattro appartamenti per complessivi 15,5 vani acquistati tra il 2006 e il 2011. Ma è nella grande Torino che l’attrice ha concentrato la propria intensa attività d’immobiliarista. Dieci appartamenti, tre garage, due porzioni di un edificio accatastato come magazzino.
Quasi tutte le case sono nella fascia precollinare sulla destra Po, zona residenziale, esclusiva, prestigiosa, non lontano dalla cupola neoclassica della Gran Madre di Dio: 3,5 vani dietro corso Casale, tre lussuose dimore in altrettanti palazzi lungo la tranquilla via Villa della Regina per complessivi 27 vani più due autorimesse, altri appartamenti e garage tra corso Quintino Sella, via Buttigliera, via Casalborgone, via Cavalcanti e via Molino-Colombini. L’unica proprietà lontana dai «Parioli» torinesi è nel quartiere San Donato, la zona dove la Litti ha vissuto da bambina e dove i genitori conducevano una latteria.
Tutti gli immobili sono intestati a lei al 100 per cento tranne le quote del deposito in corso Quintino Sella e una rimessa al 50 per cento con il compagno, il batterista Davide Graziano. Totale: 72,5 vani di abitazioni, 124 metri quadrati di garage, una rendita catastale che l’Agenzia delle entrate fissa in 13.121,26 euro. Che, rivalutata del 5 per cento e moltiplicata per il coefficiente di 120, dà un valore di circa 1.650.000 euro che rappresenterebbe la base imponibile da usare nelle compravendite. Naturalmente il valore di mercato è enormemente più elevato. Niente male per la campionessa della risata radical-choc che nel 2008, senza Sanremo né pubblicità, aveva dichiarato un reddito superiore a 1,8 milioni di euro che le aveva consentito di inserirsi tra i primi 500 contribuenti d’Italia. È il bello del mattone.