Fior da fiore, 1 dicembre 2014
Il piccolo Loris è stato violentato prima di essere ucciso • Un uomo ammazza la sua ex e lo scrive su Facebook • Il Papa chiede che l’Islam condanni apertamente il terrorismo • I soldi restituiti dagli eletti del M5S • Alessandra Moretti vince le primarie in Veneto • Fiori più profumati con il riscaldamento globale
Loris Dopo l’autopsia gli investigatori hanno accertato che il piccolo Loris Andrea Stival (vedi Fior da Fiore di ieri) «è morto dopo avere subito una violenza», anche se, dice il procuratore della Repubblica di Ragusa Carmelo Petralia, «non possiamo dire quale tipo di violenza». L’auto di Orazio Fidone, il cacciatore che ha ritrovato il corpo, è stata messa sotto sequestro. Si dovrà ascoltare anche la moglie del cacciatore che, stando alla prime versioni, avrebbe avuto un ruolo decisivo: è stata lei a incoraggiare il marito, davanti alle notizie della tv sulla scomparsa del bimbo, a sollecitarlo perché con altri cacciatori partecipasse alle ricerche. Gli inquirenti sono ormai convinti che il bambino sia stato ucciso altrove e poi abbandonato nel punto in cui il cacciatore lo ha trovato sabato pomeriggio. Il piccolo aveva ferite alla testa «compatibili» con la «caduta» da un’altezza «fra i tre e i cinque metri» e di sicuro il luogo di uno scenario simile non può essere quello del ritrovamento dove, fra il livello della strada e il punto del canale dove si trovava il corpo, c’è un’altezza di circa un metro e mezzo: troppo poco per le fratture al cranio descritte dal medico legale. Sabato nel vecchio mulino accanto (pochi metri dal punto in cui Loris è stato trovato) verso le nove del mattino è arrivato il proprietario (un maresciallo dei carabinieri in pensione che si chiama Giuseppe Caggia) che giura di essere rimasto lì tutta la giornata, salvo una pausa fra le 11.30 e le 15.30. «Non ho sentito niente e nessuno. Né una voce che chiedeva aiuto né un grido né una macchina che sgommava. Niente». Chi ha ucciso il bambino ha anche fatto sparire il suo zainetto blu, a forma di ovetto con righe gialle, pieno di libri, quaderni e cancelleria.
Delitto Maria D’Antonio, 34 anni. Per dieci anni era stata sposata con Cosimo Pagnani, 32 anni, emigrato in Germania dove aveva lavorato negli uffici postali fino ad alcuni mesi fa, con cui aveva messo al mondo una figlia. Da tempo non andavano più d’accordo e i rapporti si erano del tutto rovinati quando lei aveva avuto l’affidamento della bambina. Lo scorso maggio la donna dovette addirittura denunciare l’ex perché aveva portato con sé in Germania la figlia senza averne l’autorizzazione. Ieri sera l’uomo bussò alla porta della D’Antonio per discutere di vicende legate alla gestione della loro figlia ma cominciarono subito a litigare. I fratelli della donna, residenti negli appartamenti accanto, avvertirono subito i carabinieri. Quando questi arrivarono, però, lei s’era già presa diverse coltellate all’addome ed era morta, mentre il Pagnani era barricato in casa. Si potè poi constatare che sulla sua pagina di Facebook aveva scritto la frase: «Sei morta tr...». Intorno alle 19 di domenica 30 novembre, a Postiglione, paesino a ridosso degli Alburni, provincia di Salerno.
Islam «Io credo sinceramente che non si possa dire che tutti gli islamici sono terroristi, come non si può dire che tutti i cristiani sono fondamentalisti: anche noi abbiamo dei fondamentalisti, in tutte le religioni ci sono questi gruppetti. Ho detto a Erdogan che sarebbe bello condannarli chiaramente, lo dovrebbero fare i leader accademici, religiosi, intellettuali e politici. Così lo ascolterebbero dalla bocca dei loro leader. Abbiamo bisogno di una condanna mondiale da parte degli islamici che dicano: “No, il Corano non è questo!”. Sulla Cristianofobia non voglio usare parole addolcite: a noi cristiani ci cacciano via dal Medio Oriente» (papa Francesco in aereo al ritorno dalla Turchia parlando con i giornalisti).
Spese Nel Movimento 5 Stelle sono una ventina gli eletti che rischiano l’espulsione per mancata rendicontazione delle spese (era una regola sottoscritta al momento della candidatura). Nei dati ufficiali dell’amministrazione della Camera dei deputati dello scorso anno si ricava che dal 15 marzo al 31 dicembre 2013 le somme complessivamente spettanti a vario titolo ai 106 (allora) deputati del M5S sono ammontate a 19 milioni 395.218 euro e 26 centesimi. Mentre quelle effettivamente erogate sono state pari a 18 milioni 912.552 euro e 46 centesimi. La differenza è di 305.581 euro e 29 centesimi: sono i soldi a cui gli onorevoli grillini hanno volontariamente rinunciato. Va considerato però che alla maggior parte delle competenze, ovvero 14,1 milioni del totale di 19,4, non era possibile per regolamento rinunciare, trattandosi di indennità e diaria. La somma della quale si poteva invece tecnicamente privare viene così a restringersi a 5 milioni 319.064 euro e spiccioli. E qui il risparmio dovuto alle rinunce volontarie non va oltre il 5,7 per cento del totale. Se i deputati del Movimento non hanno ritirato ben l’83,5 per cento dell’indennità di ufficio (la somma oltre allo stipendio che tocca a quanti ricoprono altri incarichi, come per esempio presidente di commissione) le rinunce relative alle altre voci sono apparse decisamente più modeste. Lo scorso anno gli onorevoli grillini non hanno ritirato l’8,2 per cento delle spese di viaggio, il 5,6 per cento di quelle telefoniche e appena lo 0,94 per cento della famosa quota di 3.690 euro che spetta a ogni deputato per il cosiddetto «esercizio del mandato»: meglio conosciuta come il contributo per il portaborse. Per il 2014 le rinunce sembrano in linea con quelle dello scorso anno. Nel mese di novembre appena terminato sono risultate pari a 27.930 euro e 58 centesimi per tutti i deputati del gruppo. Ovvero il 5 per cento delle somme teoricamente «rinunciabili». In media, 268 euro a testa, anche se non tutti hanno poi rinunciato. In 31 non hanno ritirato l’indennità di ufficio: 23.098,98 euro il risparmio. Mentre hanno snobbato il rimborso delle spese telefoniche e delle spese di viaggio soltanto quattro onorevoli su 104. Però,per quanto riguarda lo stipendio, i deputati del M5S si mettono in tasca soltanto 2.500 euro netti al mese dell’indennità che ammonta a 5.246 euro e 54 centesimi. I restanti 2.746,54 euro vengono destinati a un fondo di garanzia per i finanziamenti alle piccole imprese che dovrebbe essere gestito dal ministero dello Sviluppo economico. In quel fondo hanno depositato 7 milioni e 984mila euro. Peccato che da un anno, quando il Ragioniere generale dello Stato Daniele Franco ha firmato un decreto che consente l’attivazione di quel capitolo di bilancio, quei soldi non siano stati ancora utilizzati (Rizzo, Cds).
Pd Alessandra Moretti, vicentina, 41 anni e 230mila preferenze alle ultime Europee, sarà la candidata del Pd alle Regionali venete di primavera contro Luca Zaia. Moretti ha, infatti, vinto le primarie con il 66,4% delle preferenze (i votanti erano 40mila contro gli oltre 100mila del dicembre 2012). Gli sfidanti erano la senatrice Simonetta Rubinato, 50 anni, area cattolica, ex sindaco di Roncade, e il consigliere regionale dipietrista, Antonio Pipitone, medico di 52 anni.
Fiori Una ricerca pubblicata sulla rivista Global Change Biology sostiene che il riscaldamento globale, tra i tanti danni che produrrà, avrà anche il benefico effetto di generare fiori più profumati. L’anidride carbonica in eccesso stimola il metabolismo vegetale, perciò ha un effetto positivo. Le piogge più concentrate, invece, ostacoleranno l’assorbimento dell’acqua nel terreno. Quanto al calore, per alcune specie potrebbe accrescere fino a 9 volte il profumo delle fioriture da qui al 2100. I ricercatori hanno osservato sette tipi di piante in diverse località della Catalogna. Si tratta di specie comuni anche in Italia, come ginestra, erica, cicoriella selvatica. Riscaldandole è aumentata notevolmente l’emissione di sostanze chimiche volatili (terpeni). Il risultato è un odore più forte, che dovrebbe riuscire ad attirare anche gli insetti impollinatori in lontananza (Meldolesi, Cds).
(a cura di Daria Egidi)