Corriere della Sera, 1 dicembre 2014
Sono saliti a 13 i casi di morti sospette dopo la somministrazione del vaccino anti-influenzale Fluad. Indagano sei procure, in campo anche l’Agenzia europea. Ci si avvia verso il ridimensionamento di un allarme che ha provocato danni notevoli sul piano della prevenzione e che andava gestito meglio
Aveva 83 anni, soffriva di insufficienza respiratoria, per curarsi prendeva molti farmaci. È morta mercoledì scorso a Spoleto a 24 ore dall’iniezione col vaccino Fluad, sospeso giovedì scorso dal ministero della Salute che ha bloccato due lotti distribuiti alle Asl.
Si tratta del tredicesimo dei casi segnalati al sito della farmacovigilanza di Aifa, l’Agenzia nazionale del farmaco, come addebitabili al prodotto di Novartis. Eppure la scomparsa della signora ha poca probabilità di essere legata al vaccino e sembra piuttosto dovuta alla sua fragilità. La profilassi l’avrebbe infatti protetta dall’influenza che per queste persone è pericolosissima. «Gli altri casi di decessi a noi pervenuti rispecchiano le stesse caratteristiche: più di 80 anni, donne, malate croniche. Dunque ci orientiamo con sempre maggior decisione a ritenere che la vaccinazione non abbia responsabilità», ipotizza Luca Pani, capo di Aifa. Si aspetta inoltre in settimana la valutazione dell’Agenzia europea del farmaco (Ema).
Dunque non sono per ora in programma nuovi ritiri, tanto più che le segnalazioni riguardano lotti diversi da quelli inizialmente sospesi. Un altro elemento avvalora l’ipotesi che l’allarme possa rientrare. Le prime analisi dell’Istituto superiore di Sanità (Iss)sui campioni di fiale sospettate non hanno mostrato nulla di anomalo per quanto riguarda la tossicità (domani arriveranno le risposte definitive, come conferma Walter Ricciardi, commissario dell’Iss). I dati finali, quelli sulla sterilità, cioè l’eventuale presenza nel liquido di germi, saranno invece disponibili tra quindici giorni.
Ci si avvia verso il ridimensionamento di un allarme che ha provocato danni notevoli sul piano della prevenzione e che forse andava gestito meglio. Ben sei Procure hanno aperto un’inchiesta. A Siena, Prato, Chieti e Roma si è aggiunta Parma (per la morte di un ultranovantenne) con l’ipotesi di omicidio colposo contro ignoti.
La gente ha paura, non si fida, la richiesta del farmaco di Novartis è rallentata. «Di influenza si muore – avverte il geriatra Roberto Bernabei —. Il virus innesca una cascata di eventi che scassano organismi già indeboliti da altre patologie. Gli anziani non devono commettere questo errore».
D’accordo l’immunologo Fernando Aiuti: «Questo non significa però che i medici abbassino la guardia nel segnalare. Ci possono essere problemi tardivi, 7-15 giorni dopo l’iniezione, anche se rarissimi causati da reazioni immunitarie».