la Repubblica, 1 dicembre 2014
Il vaccino antinfluenzale fa paura e nessuno lo vuole più fare. Dopo la notizia dei decessi di anziani che avevano fatto la profilassi, buona parte degli over 65 preferisce attendere i risultati delle inchieste. Ma per i pazienti cardiopatici e con problemi polmonari non sottoporsi al vaccino è un serio rischio. «Bisogna fermare la psicosi. Siamo sempre più convinti che non vi sia relazione tra il Fluad e le morti»
La paura si è diffusa, era difficile immaginare il contrario. Dopo lo stop di due lotti di vaccino antinfluenzale Fluad, giovedì pomeriggio, da parte dell’Agenzia del farmaco, quindi il controllo su altri quattro lotti, le notizie di diciannove decessi di anziani che avevano fatto la profilassi (tredici registrati dalla stessa Aifa) e sei inchieste di procura avviate, già si avvertono i rischi della campagna di vaccinazione invernale degli over 65. Lo spiega in maniera chiara il commissario straordinario dell’Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi: «Dopo due anni di discesa, in questo inverno 2014-2015 rischiamo di andare il crollo. Al Centro-Sud la situazione è allarmante». Dalla soglia del 69 per cento raggiunta nel 2012, l’ultima campagna conclusa aveva abbassato l’asticella fino al 63 per cento. Il timore è che “l’effetto Fluad” faccia scendere ulteriormente la quota. L’Organizzazione mondiale della sanità fissa al 75 per cento degli over 65 le “campagne ideali”. Il direttore generale dell’Aifa, Luca Pani, conferma: «I medici mi dicono che molti anziani stanno rifiutando il vaccino. Bisogna fermare la psicosi, ogni giorno che passa siamo sempre più convinti che non vi sia relazione tra il Flaud e i decessi».Su una platea di 200mila napoletani che avrebbero dovuto vaccinarsi – Asl Napoli 1 – la metà non l’ha ancora fatto. In questi giorni gli studi medici sono affollati di persone che chiedono informazioni, chi non si è ancora sottoposto a profilassi preferisce attendere. I medici di famiglia Saverio Annunziata e Giuseppe Tortora raccontano: «I pazienti rifiutano il vaccino antinfluenzale, hanno letto delle reazioni avverse. Per i pazienti cardiopatici e con problemi polmonari non sottoporsi al vaccino è un serio rischio, le complicanze dell’influenza potrebbero farsi gravi». Tra dicembre e gennaio, dopo un autunno di eccezionale mitezza, si attende l’arrivo di una sindrome influenzale: con una larga fetta di popolazione non vaccinata, il virus rischia di diventare più contagioso delle scorse stagioni.A Roma molti anziani, rivelano i sindacati di settore, hanno chiamato gli studi per disdire gli appuntamenti per il vaccino. Il medico della società sportiva Lazio, Ivo Pulcini, consigliere dell’Ordine, dice: «Mi sono documentato e, in attesa delle prove sulla pericolosità, ho deciso di sospendere la somministrazione di tutti gli antidoti», non solo del Fluad. La Regione Lazio rassicura: «La campagna di vaccinazioni prosegue in sicurezza». A Bari il segretario regionale dei medici di famiglia, Filippo Anelli, conferma che i suoi colleghi sono diventati prudenti: «Stanno limitando le somministrazioni». Mancano linee guida certe da parte dell’assessorato regionale alla Salute, e «da dicembre rischieremo una crisi di posti letto per l’effetto rimbalzo: anziani meno vaccinati significano crisi influenzali più acute e lunghe». Il presidente dell’Ordine dei medici di Ferrara ha annunciato che non farà più profilassi «fino a quando la situazione non sarà chiara» e in Veneto il presidente di Farmacieunite rivela che gli acquisti di vaccino antinfluenzale sono scesi alla metà mentre che la campagna antinfluenzale ad oggi registra una flessione del 7 per cento.Il ministro Beatrice Lorenzin e l’Istituto superiore di Sanità confermano: i controlli fatti per i primi tre giorni sui campioni non rilevano, fin qui, problemi. Ieri è stato reso pubblico il decesso di un’altra anziana dopo una vaccinazione: a Spoleto. Aveva 83 anni, gravi patologie, le era stata iniettata una dose di Fluad presa da un lotto non sequestrato. I decessi registrati alle Asl locali salgono a diciannove, quelli certificati dall’Aifa centrale sono tredici in otto regioni: due in Sicilia, due in Puglia, due in Toscana, due in Emilia Romagna, due in Lombardia, uno nel Lazio, uno in Umbria e uno in Molise. Le inchieste giudiziarie salgono a sei: anche la procura di Parma ha aperto un fascicolo sulla morte di un ultranovantenne.