Corriere della Sera, 1 dicembre 2014
Oprah Winfrey produce un film sulla storica marcia di Martin Luther King: «Il razzismo esiste ancora, rimane un cancro per l’America. Selma è una lezione di storia, coraggio, una battaglia in nome della civiltà»
«Oggi un film su Martin Luther King ci ricorda che il razzismo è ancora un cancro per l’America», spiega Oprah Winfrey, produttrice (con Brad Pitt) di Selma, città dell’Alabama da cui partì, diretta a Montgomery, la storica marcia del leader pacifista nero. «Sullo schermo vedrete tre mesi cruciali del 1965, importantissimi ieri come oggi perché quella manifestazione per i diritti civili degli afroamericani rimanda alle ingiustizie di oggi. Basti citare il recente caso Ferguson con l’assassinio del 18enne Michael Brown da parte di un poliziotto. Selma racconta una pagina di storia fondamentale, non solo le battaglie e il peso della figura di Martin Luther King», spiega la celebre conduttrice che ha presentato con orgoglio all’American Film Institute Festival la pellicola diretta da Ava DuVernay.
Oprah si è riservata una piccola ma intensa e significativa parte. «È quella di un’attivista, donna di colore che va a fare richiesta di diritto di voto e viene insultata, sbeffeggiata dal burocrate che stampa con protervia sul suo modulo il timbro denied, rifiutato». Elogia la regista afroamericana DuVernay, premiata al Sundance per la migliore regia nel 2012 (con Middle of Nowhere) e ribadisce: «In un momento come quello di oggi in cui negli Stati Uniti si assiste a una recrudescenza di intolleranza nei confronti della vastissima comunità afroamericana, Selma è una lezione di storia, coraggio, una battaglia in nome della civiltà».
Il film, sugli schermi Usa a Natale, si vedrà dal 12 febbraio 2015 in Italia con il titolo Selma – La strada per la libertà distribuito da Notorious Pictures.
La Winfrey si dice entusiasta dell’attore inglese David Oyelowo che per interpretare il leader nero è ingrassato di venti chili. Spiega il protagonista: «Per me le parole di Martin Luther King “I have a dream” sono state uno slogan e ancora lo sono. È stato molto impegnativo, e un autentico onore, impersonare il leader dei diritti civili anche con le sue contraddizioni. Sì, il film affronta anche le sue infedeltà coniugali condensate in una forte scena di confronto con la moglie, che lo interroga e gli chiede quanto l’amore per lei e per la loro famiglia abbia ancora un peso tra i numerosi tradimenti e il totale impegno politico e attivista».
Racconta la regista: «Abbiamo messo a fuoco i tanti aspetti della personalità di quest’uomo, assassinato quando aveva solo 39 anni e che poco prima della marcia di Selma aveva ricevuto il Nobel per la pace. Un ruolo chiave è anche quello dei politici repubblicani pro o contro ogni mossa di King. Tom Wilkinson impersona il presidente Lyndon B. Johnson dando voce e peso alle sue aperture per i diritti degli afroamericani. La stesura del copione, scritto a quattro mani con Paul Webb, ha richiesto un lungo lavoro di ricerche anche perché nel film ho voluto utilizzare alcuni spezzoni originali della marcia e le testimonianze di alcuni orrendi crimini razziali in Alabama e nel Sud degli Stati Uniti. Oprah è stata grande nel concedermi piena libertà di scelta dei protagonisti, al di là di ogni ingerenza della Paramount che era interessata all’acquisto del film per gli Usa».
«Il significato della marcia di Selma – affermano all’unisono Oprah e la sua regista – è attualissimo e il lavoro fatto per riportare ogni esatta parola degli incontri politici tra Johnson e King è stato minuzioso. Tim Roth ha reso magnificamente il complesso ruolo del Governatore dell’Alabama George Wallace, un democratico contrario all’inserimento nelle scuole bianche di studenti neri. King lo chiamò in causa personalmente come colpevole del clima di odio di quegli anni».
Oprah non ha dubbi: «La platea potrà vedere nel film un appello alla pace, all’eguaglianza, contro ogni violenza. Da tempo sto lavorando alla miniserie di HBO sulla vita di Martin Luther King. Selma è solo una pagina della lotta per i diritti e nel 2015 la grande manifestazione celebrerà il suo 50° anniversario. Vorrei che il film riaccendesse ogni giorno la speranza per un’America e un mondo migliori».