Corriere della Sera, 1 dicembre 2014
Il dibattito sul global warming è sempre accompagnato da immagini drammatiche e previsioni allarmanti. Fra tante brutte notizie però ce n’è almeno una che profuma di buono: l’innalzamento delle temperature regalerà fragranze più intense ai fiori del futuro. Lo dice un lavoro pubblicato sulla rivista Global Change Biology
Uragani, desertificazione, scioglimento dei ghiacciai. Il dibattito sul global warming è sempre accompagnato da immagini drammatiche e previsioni allarmanti. Fra tante brutte notizie però ce n’è almeno una che profuma di buono. L’innalzamento delle temperature regalerà fragranze più intense ai fiori del futuro. Lo sostiene un lavoro pubblicato sulla rivista Global Change Biology, alla vigilia della Conferenza globale sul clima che inizia oggi a Lima in Perù. Si calcola che alla fine del secolo il termometro segnerà 1-5 gradi in più rispetto al periodo tra il 1850 e il 1900 nell’area del Mediterraneo. Alcune piante inseguiranno il fresco migrando verso nord, altre cercheranno di adattarsi ai cambiamenti. Come? L’anidride carbonica in eccesso stimola il metabolismo vegetale, perciò ha un effetto positivo. Le piogge più concentrate, invece, ostacoleranno l’assorbimento dell’acqua nel terreno. Quanto al calore, per alcune specie potrebbe accrescere fino a 9 volte il profumo delle fioriture da qui al 2100. I ricercatori hanno osservato sette tipi di piante in diverse località della Catalogna. Si tratta di specie comuni anche in Italia, come ginestra, erica, cicoriella selvatica. Riscaldandole è aumentata notevolmente l’emissione di sostanze chimiche volatili (terpeni). Il risultato è un odore più forte, che dovrebbe riuscire ad attirare anche gli insetti impollinatori in lontananza. Oltre alla quantità totale cambia anche la proporzione delle sostanze presenti nei bouquet, che avranno note più o meno accentuate rispetto ai profumi di adesso. Questo potrebbe favorire alcuni insetti e confonderne altri, dice al Corriere Domenico Pignone dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Cnr. «È il grande gioco della co-evoluzione tra piante, impollinatori e parassiti».