Corriere della Sera, 1 dicembre 2014
Malia e Sasha, le figlie di Obama, nell’occhio della critica dei repubblicani: «Malvestite e annoiate. Provate a comportarvi con un po’ di classe, siete alla Casa Bianca». Ma la Rete le difende
«Provate a comportarvi con un po’ di classe, visto che quello al quale partecipate è un evento pubblico alla Casa Bianca. Mostrate rispetto, non roteate gli occhi con aria insofferente, non presentatevi vestite come se andaste al bar». La critica feroce è di una blogger repubblicana, Elizabeth Lauten, la portavoce di un deputato del Tennessee. I bersaglio sono Malia e Sasha, le figlie di 16 e 13 anni del presidente americano e di Michelle Obama. Mercoledì scorso, alla vigilia della festa del Ringraziamento, Barack aveva chiamato le sue ragazze ad affiancarlo nella tradizionale cerimonia della grazia del tacchino. Ogni anno al presidente vengono portati due esemplari di questi animali che, il giorno dopo, finiranno a milioni sulla tavola degli americani, e lui ne salva uno.
Cerimonia banale, anche un po’ ipocrita e molto criticata dagli animalisti, ma c’è una solida tradizione alle spalle e Obama, accusato spesso dai conservatori di comportarsi in modo «unamerican», non vuole esporsi ad altre polemiche. Cerca di gestire la cerimonia con un po’ di ironia invocando i poteri esecutivi presidenziali (quelli appena usati per evitare l’espulsione di milioni di immigrati clandestini) per giustificare la grazia. Che, rompendo le regole del protocollo, estende a tutti e due i tacchini, chiamati «Mac» e «Cheese»: due bestioni di 21 chili. Le figlie, dietro di lui, osservano con un’aria tra lo scocciato e l’annoiato. Sono vestite in modo semplice, un po’ casual: gonne corte, stivali, una maglia Malia, un cardigan Sasha. Si capisce che non vedono l’ora che la cerimonia (disertata dalla madre) finisca. Quando Barack chiede a Malia se vuole accarezzare Cheese lei rifiuta con cortese fermezza: si capisce che sta pensando «papà perché mi devi rendere ridicola davanti a tutto il mondo?». Chi può criticarle? Quasi tutti i teenager del mondo si comporterebbero così, se non in modo più brusco. Ma quegli occhi insofferenti bastano alla Lauten per sparare il suo post pieno di rimproveri su Facebook. E il testo diventa subito virale in rete. Del resto la destra che detesta il presidente e lo attacca in continuazione fin dal suo insediamento, sei anni fa, di recente ha cominciato a prendersela anche con Michelle per la sua campagna contro l’obesità infantile a favore di un’alimentazione sana nelle scuole. Quale migliore occasione per allargare il tiro al bersaglio all’intera famiglia presidenziale?
I precedenti, del resto, non mancano: dall’anchor radiofonico Rush Limbaugh che nel 1993, nei giorni dell’insediamento di Bill Clinton alla Casa Bianca, paragonò la figlia, Chelsea, al cane dei Bush, a Glenn Beck che nel 2010, ai tempi dell’«oil spill» nel Golfo del Messico, se la prese con Malia (allora dodicenne), che aveva chiesto al padre di mettere un tappo per bloccare la perdita di petrolio da una valvola nei fondali: «Ignorante, hai avuto un’educazione scadente». Ma stavolta la rete si è scatenata contro la Lauten che ha cancellato il post e si è scusata.