la Repubblica, 1 dicembre 2014
La rivincita dello sceriffo Michele Emiliano: vince le primarie e sarà il candidato presidente della Puglia alle regionali della prossima primavera. Ora è disposto ad aprire ai centristi di Ncd, scatenando le ire di Nichi Vendola
Michele Emiliano lanciato verso la vittoria delle primarie in Puglia. Sarò lui il candidato presidente della Puglia alle regionali della prossima primavera. A un terzo dello scrutinio (le operazioni di voto si sono concluse alle dieci di ieri sera), il segretario regionale del Pd e già sindaco di Bari è avanti rispetto ai due concorrenti, l’assessore regionale pd Guglielmo Minervini e il senatore di Sel Dario Stefàno, con una percentuale che sfiora il 67 per cento. Il successo di Emiliano, ampiamente annunciato, è stato agevolato da un’affluenza che è andata oltre le previsioni. L’obiettivo dei partiti della coalizione era fissato a quota 80mila. Alla fine, gli elettori che hanno affollato i gazebo sono stati oltre 100mila. Poco più della metà del 2010, quando alle urne si recarono in 200mila e Nichi Vendola superò per la seconda volta l’onorevole Francesco Boccia, ma in tempi di sfiducia nella politica e di forte astensionismo quello pugliese è un dato in controtendenza.
La prima reazione dei partiti alla lettura dei dati dell’affluenza è di piena soddisfazione. Che si sarebbe andati oltre i centomila votanti, si era capito già in mattinata. A mezzogiorno, infatti, si contavano 33.692 elettori. Alle 17, erano più del doppio: 77.396.
A differenza che in passato, questa volta non si registrano né polemiche né veleni. Se in altre occasioni si è gridato all’inquinamento del voto da parte di elettori del centrodestra, questa volta tutto è filato liscio. Anche perché molti elettori ed eletti del centrodestra sono stati arruolati in anticipo dall’ex sindaco di Bari con manovre che hanno fatto gridare gli altri partiti al trasformismo. Le polemiche sull’allargamento all’Udc, che hanno rischiato di far saltare le primarie, sono state soltanto congelate.
Appena ventiquattr’ore prima dell’apertura delle urne, del resto, Nichi Vendola ha tuonato contro l’ipotesi di apertura ai centristi che si preparano a dar vita a un nuovo soggetto politico insieme con il partito di Alfano. «Stiamo parlando dell’ipotesi – ha detto il governatore – che io debba trovarmi dalla stessa parte di Massimo Cassano, buono per gli amanti di Stephen King, non per me». Le parole del governatore scatenano la reazione del sottosegretario al lavoro. «Signor Vendola – dice Cassano – la vera differenza tra me e lei sta nelle mani. Le sue sono fresche di continue ripassate dalla manicure, le mie hanno i calli che distinguono chi è nato nelle periferie diroccate delle nostre città del Sud, mondo a lei e ai suoi sconosciuto». La risposta di Sel viene diffusa in una nota del segretario regionale di Sel, Gano Cataldo, che definisce le dichiarazioni del sottosegretario “omofobe”.