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 2014  novembre 28 Venerdì calendario

Discovery ha messo a punto un modo nuovo di fare la conta del pubblico televisivo, un modo che consente di andare oltre il dato numerico approfondendo i motivi della scelta. «Televisi», presentato nel gran silenzio delle aule dello Iulm a Milano, è in grado di sfruttare i dati Auditel per approdare, grazie alle tecniche della Gfk-Eurisko, all’elaborazione di vere e proprie categorie comportamentali, undici in totale

Dare i numeri spesso non basta. Nemmeno se a farlo è Auditel, sino ad oggi strumento principe per la misura degli ascolti televisivi in Italia. In un’era dominata dalla frammentazione dei consumi, i conteggi sterili non bastano più. E all’alba del 2015, Discovery ha messo a punto un modo nuovo di fare la conta del pubblico, un modo che consente di andare oltre il dato numerico approfondendo i motivi della scelta. «Televisi», presentato nel gran silenzio delle aule dello Iulm a Milano, è in grado di sfruttare i dati Auditel per approdare, grazie alle tecniche della Gfk-Eurisko, all’elaborazione di vere e proprie categorie comportamentali, undici in totale.
«Chi si siede di fronte alla televisione? Cosa spera di trovarci?», si è chiesta Discovery, analizzando i dati raccolti da Auditel secondo criteri che permettono di determinare con certezza abitudini, gusti, stili di consumo e caratteristiche psicologiche dello spettatore, mai come ora sballottato tra modi infiniti di fruire il contenuto televisivo. Streaming, on demand e Internet hanno infatti stravolto i giochi al punto da rendere indispensabile una conoscenza a tutto tondo del proprio pubblico, non più numero ma volto volutamente caricaturale, necessario per organizzare la propria offerta editoriale in maniera soddisfacente.
Le «Regine della soap», per esempio, uguali a Milano come a Palermo, portano su di sé le stigmate della casalinga 2.0: donna dedita tanto ai propri doveri quanto allo studio dell’albero genealogico di Beautiful, così appassionata agli intrighi de Il Segreto da considerare Alex Gadea uno di famiglia. Loro, madri indispensabili per lo share della domenica, alla televisione chiedono emozioni. Forti ma tinte di rose. Niente a che vedere con le richieste dei «Leader emergenti», maschi sulla quarantina accomunati da una spiccata somiglianza al Ruggero di Verdone in Un Sacco Bello. Smanettoni tecnologici e filosofeggianti, la sera prediligono documentari e factual avvicinandosi spaventosamente ai gusti delle «Emancipate». Eredi entusiaste dell’era Sex & The City, le donne in questione accendono il tubo catodico nel weekend, pretendendo intrattenimento con la stessa foga manifestata dai bimbi costretti entro i limiti del «Ritratto di famiglia». Categoria preziosa per gli ascolti, questa è in mano agli under 10, esserini in grado di pilotare il volere dei propri genitori costringendoli per ore davanti a Spongebob. Ma alle 21 – 21.30, i piccini vanno a letto e i genitori scendono in pista. A quel punto la musica cambia, e con lei le categorie.