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 2014  novembre 28 Venerdì calendario

Il sesso targato Coop: per la prima volta una grande catena propone i preservativi tra i prodotti cosiddetti «a marchio». «Puro lattice di gomma naturale, 100% testato elettronicamente». Perché, ovviamente, il vero uomo di sinistra non può che scegliere il sesso equo e solidale, l’accoppiamento bio a chilometro zero

Senz’altro va riconosciuta alla Coop una certa lungimiranza: per la prima volta una grande catena propone tra i prodotti cosiddetti «a marchio» dei preservativi. Però, dato atto delle buone intenzioni, non si può non notare che a sinistra, in materia di sesso, proprio non ce la possono fare. Dev’essere per via di quell’anima bacchettona emersa con prepotenza negli anni passati, quando pur di stigmatizzare le serate allegre di Silvio Berlusconi gli amici progressisti se ne uscivano con sparate tipo quella di Umberto Eco. Il professore dichiarò che anche lui era solito far tardi la sera, ma non per trastullarsi con dolci signorine bensì per leggere Kant. Ne deriva che i nostri saranno anche ferratissimi sulla ragion pura, ma quando si tratta di pratica – in particolare quella pratica – sono decisamente negati. E il preservativo a marchio Coop ne è la plastica rappresentazione. Anzi, ne è la rappresentazione in lattice. Per la precisione «puro lattice di gomma naturale, 100% testato elettronicamente».
Perché, ovviamente, il vero uomo di sinistra non può che scegliere la scopata equa e solidale, l’accoppiamento bio a chilometro zero. Che se i chilometri sono pochi, figuriamoci i centimetri. I modelli sono due diversi: c’è la versione normale e quella sottile. I prezzi? Bassissimi. A quanto pare questi preservativi sono l’unica buona cosa per i proletari che la sinistra italiana fa da anni. La confezione normale da sei costa 3 euro, circa il 30% in meno rispetto alla media. La versione sottile persino meno. Anche se, pare, per i fedelissimi dalemiani sarà prodotto un condom in cachemere, per non perdere le buone abitudini.
Ma adesso veniamo alle note dolenti, quelle che, appunto, ti fanno passare la voglia non solo di usare la protezione, ma pure di perdere tempo nell’atto sessuale. Intanto il nome: «Falloprotetto!». Chi l’ha inventato? I ragazzini delle scuole medie di Bettola? A questo punto, davvero, era meglio chiamarlo «ProfilattiCoop». Dico, immaginatevi la scena: l’elettore del Pd renziano, con camicia bianca e cravatta stretta, che porta a cena l’amica e l’ammanisce per ore masticando più parole inglesi che bistecca. Poi l’accompagna a casa, lei accetta di salire e al momento cruciale lui tira fuori il «Falloprotetto!». Lei lo guarda alzando il sopracciglio e lo saluta: «A questo punto, Fallodasolo».
Poi c’è la confezione. Su quella della versione «sottile» si vede un profilattico con all’interno un volatile, una specie di colomba bianca. Ma davvero, oltre a chiamarlo così, c’era bisogno di mettergli un uccello sulla confezione? A questo punto facciano i politicamente corretti fino in fondo e producano il preservativo multiculturale: colomba candida per i consumatori bianchi, canarino per gli asiatici e gigantesco corvo nero per... Beh, ci siamo capiti.
Ma non è mica finita. Sulla confezione c’è anche un micio che guarda famelico l’uccellino. Giusto: perché mancava il riferimento spinto all’organo genitale femminile. E adesso veniamo alla presentazione. La scelta della Coop, spiegano i vertici, ruota intorno a tre parole chiave. E già le parole chiave, visto l’argomento, era meglio evitarle. Comunque sono: «Informare, prevenire e normalizzare». Ecco, le prime due ci possono anche stare, ma la terza... A parte che «normalizzare» sa veramente di dittatura sovietica. Ma secondo voi uno deve comprare un preservativo per un motivo del genere? Già uno fa abbastanza fatica da solo, deve pure mettersi addosso una roba che lo «normalizza»? Allora vogliono proprio che uno faccia brutta figura!
Come dicevamo prima: proprio non ce la fanno. Aspettiamo solo la pubblicità della Littizzetto, che a forza di parlare di peni e vagine si è costruita una carriera. Vedremo se farà qualche spot per promuovere il «Falloprotetto!». Del resto anche Fazio la chiama apposta per far alzare l’audience. Purtroppo, temiamo che ci sia poco da fare. Il preservativo progressista nasce male e rischia di finire peggio. Basta pensare al celebre slogan dei supermercati rossi: «La Coop sei tu, chi può darti di più?». Come a dire: fate pure da soli, che è meglio. Ma a quel punto il profilattico mica serve più.