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 2014  novembre 28 Venerdì calendario

Bloccati due lotti di vaccino antinfluenzale per tre morti sospette • Rapinatori tentano l’assalto a tre portavalori sulla A1 • Patteggiano i tangentisti di Expo: non andranno in carcere • Kalifa Haftar, il generale libico che combatte i terroristi alle porte dell’Italia • Un giocatore di cricket ucciso da una pallina • Fare troppe cose insieme fa male


Vaccino In Sicilia e Molise in dieci giorni tre persone sono morte entro 48 ore dalla somministrazione del vaccino contro l’influenza. Il farmaco usato è lo stesso: il Fluad della Novartis. Le due partite sotto accusa sono state subito ritirate «solo a titolo cautelativo» dall’Agenzia del farmaco. Le segnalazioni delle morti sospette, avvenute il 7, il 12 e il 16 novembre in Sicilia e in Molise, sono partite dagli ospedali, come prevedono i protocolli di farmacovigilanza. Due pazienti, rispettivamente di 68 e 87 anni, sono deceduti nel Siracusano. Una donna, 79enne, a Termoli. Il quarto caso, quello non fatale, riguarda un altro molisano di 92 anni, tuttora ricoverato in gravi condizioni. Un infarto è avvenuto nell’immediatezza, circa un’ora dopo la somministrazione, mentre le altre due morti sono avvenute entro le 48 ore successive per infiammazione del sistema nervoso centrale e hanno riguardato due persone intorno agli 80-90 anni.

Assalto Ieri mattina sulla A1 c’è stato un tentato assalto a tre furgoni blindati della Battistolli che trasportavano circa 5 milioni di euro. Alle 6,40 cinque chilometri dopo Casalpusterlengo, un autocarro supera e urta un tir: il mezzo pesante accosta, l’altro fa retromarcia e lo sperona, giungono altri due camion che si mettono di traverso a costituire una barriera. Dai mezzi scendono uomini mascherati, che appiccano il fuoco ai camion. I furgoni blindati riescono a passare, ma come se non bastasse si trovano sull’asfalto un tappeto di chiodi: due furgoni si fermano, uno riesce a scappare. Gli assalitori, che intanto sparano alle gomme coi mitra, tentano di aprire i portavalori e di far scendere gli autisti, che resistono. Sono costretti a desistere e fuggire. Sul posto c’era pronta una ruspa per sventrare i blindati dopo un primo attacco con la motosega, ma non è stata usata. Forse i banditi, ben informati, puntavano al carico del furgone sfuggito e sono stati costretti a ripiegare sugli altri due, ma poi hanno abbandonato. All’altezza di Borghetto Lodigiano abbandonano le macchine, scavalcano la barriera centrale e scappano insieme agli altri complici (15 uomini in tutto) attraverso un varco che hanno aperto la sera prima tagliando il guard rail. L’autostrada è rimasta bloccata tutta la mattina e il traffico tra Milano e Piacenza in tilt. Il colpo è molto simile a quello messo a segno l’otto aprile del 2013 sulla A9 a Turate (dove con la stessa tecnica fu saccheggiato un furgone sempre della Battistolli). In quel caso i rapinatori fuggirono con 10 milioni in lingotti d’oro.

Expo Dei sette imputati di aver manipolato gli appalti di Expo e della sanità lombarda, solo uno, Antonio Rognoni, andrà a processo. Gli altri hanno patteggiato la pena e, nonostante la recidiva, non andranno in carcere: sono agli arresti domiciliari dal primo giorno, hanno già passato sei mesi di detenzione a casa e hanno diritto di accedere alle misure alternative. L’accusa era di associazione a delinquere finalizzata a corruzione, turbativa d’asta e rivelazione del segreto d’ufficio. Tre anni e quattro mesi di reclusione sono stati inflitti a Gianstefano Frigerio, ex segretario provinciale Dc, individuato nell’inchiesta come capo e promotore della cupola. Ha patteggiato tre anni anche Primo Greganti, cassiere delle tangenti del Pc-Pds fra gli anni Ottanta e Novanta che doveva assicurare gli appoggi a sinistra. All’ex senatore Luigi Grillo del Pdl, per cui la pena concordata è di due anni e otto mesi.

Libia Khalifa Haftar, 71 anni, il generale che da febbraio fronteggia le milizie islamiste in Libia dove è in atto una guerra civile, è stato intervistato dal Cds: «Ci servono più forze, più rifornimenti. Mi sono dato tre mesi, ma forse ne basteranno meno: gl’islamisti d’Alba libica non sono difficili da combattere, come non lo è l’Isis che sta a Derna. La priorità resta Bengasi: Ansar al Sharia è ben addestrata, richiede più impegno. Anche se non ha grandi strateghi militari e ormai siamo in vantaggio: controlliamo l’80 per cento della città. (…) Il parlamento a Tobruk è quello eletto dal popolo. Quella di Tripoli è un’assemblea illegale e islamista che vuole portare indietro la storia. Ma la vera minaccia sono i fondamentalisti che cercano d’imporre ovunque la loro volontà. Tripoli s’affida a loro, lascia che combattano contro di noi a Bengasi. Ansar al Sharia usa la spada in tutto il mondo arabo ed è appena finita nella lista Onu del terrorismo. Se prende il potere qui, la minaccia arriverà da voi in Europa. Nelle vostre case. Gli europei non capiscono la catastrofe che si rischia da questa parte di Mediterraneo. Attraverso l’immigrazione illegale, ci arrivano jihadisti turchi, egiziani, algerini, sudanesi. Tutti fedeli ad Ansar al Sharia o all’Isis: quanti italiani sanno che davanti a casa loro, a Derna, è stato proclamato il califfato e si tagliano le teste? L’Europa deve svegliarsi. (…) L’Egitto, l’Algeria, gli Emirati, i sauditi ci mandano armi e munizioni, ma è tecnologia vecchia. Non chiediamo che ci mandiate truppe di terra o aerei a bombardare: se abbiamo le forniture militari giuste, facciamo da noi» (Battistini, Cds).

Pallina Phillip Hughes, 26 anni, giocatore australiano di cricket, è morto perché colpito da una pallina lanciata alla velocità di 145 chilometri orari. È stato ferito al collo, sotto l’orecchio sinistro, ed è spirato dopo due giorni trascorsi in ospedale. Il colpo aveva provocato la rottura dell’arteria cervicale. Il 27 ottobre di un anno fa era morto il sudafricano Darryn Randall, colpito alla testa: due incidenti mortali in oltre 300 anni. Polemiche perché un portavoce della Masuri, azienda che produce caschetti, ha detto: «Non portava l’elmetto di ultima generazione» (Calcagno, Cds).

Multitasking Gli scienziati dicono che fare più cose insieme (multitasking) fa male. Sandra Bond Chapman, neuroscienziata del Center for Brain Health dell’Università di Dallas, dividersi fra più compiti fa schizzare in alto i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, perché il nostro cervello in realtà è programmato per fare una cosa alla volta. Oltretutto, più cose si fanno nello stesso tempo, più errori si commettono: lo rivela una ricerca condotta su un campione di studenti dell’Università del Michigan. I ricercatori hanno verificato l’effetto che fa un semplice pop up che interrompe un lavoro di routine al computer, richiedendo di inserire un codice in una finestra. Risultato: un’interruzione di 2,8 secondi raddoppia la possibilità di errore nello svolgimento del compito assegnato, mentre una di quattro secondi addirittura la quadruplica (Niola, Rep).

(a cura di Daria Egidi)