La Stampa, 28 novembre 2014
Dagli anni ’90 a oggi la nebbia in Val Padana si è dimezzata, si è abbassata la concentrazione di inquinanti in essa contenuta e ridotta di 10 volte l’acidità, che oggi è prossima alla neutralità
Dai primi anni ’90 a oggi sono diminuiti di circa il 50 per cento gli episodi di nebbia nella Pianura Padana, si è abbassata la concentrazione di inquinanti in essa contenuta e ridotta di 10 volte l’acidità, che oggi è prossima alla neutralità. Sono i primi risultati di uno studio ventennale, condotto dall’Istituto di scienza dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (ISAC-Cnr) di Bologna, pubblicato sulla rivista internazionale Atmospheric Environment.
La Pianura Padana è una delle aree più inquinate d’Europa; l’orografia del territorio favorisce, durante la stagione invernale, la stagnazione dell’aria intrappolando gli inquinanti nei bassi strati dell’atmosfera. Con la nebbia l’alta concentrazione di microscopiche goccioline di acqua riduce sensibilmente la visibilità, con pesanti ricadute su traffico e viabilità.
«Le stesse goccioline agiscono, inoltre, come veri e propri assorbitori e concentratori degli inquinanti presenti nell’aria, che in tal modo sono più facilmente trasportati nell’atmosfera, depositati sulla vegetazione e inalati nelle nostre vie respiratorie», ha spiegato Sandro Fuzzi, ricercatore dell’Isac-Cnr e responsabile della ricerca. Lo studio evidenzia una tendenza alla diminuzione della frequenza degli episodi di nebbia del 47 per cento.