Il Messaggero, 27 novembre 2014
Per ottenere i fondi del piano Juncker, il governo Renzi ha già presentato i suoi progetti alla task force europea per gli investimenti: nell’elenco delle opere italiane ci sono infrastrutture come la banda larga, gli assi autostradali, programmi di finanziamento alle pmi, efficienza energetica e programmi legati alla scuola e all’istruzione
Per ottenere i fondi del piano Juncker, l’Italia si è messa in prima fila. Il governo ha già presentato alla task force europea per gli investimenti, composta da Bei, Commissione e Stati membri, un elenco di progetti del valore di 40 miliardi di euro. In realtà, quest’ultimo è solo il valore del finanziamento che andrebbe in carico alla Banca europea degli investimenti, mentre l’ammontare complessivo degli interventi ha un valore pari a più del doppio di questa cifra: 87 miliardi. Nell’elenco delle opere italiane ci sono infrastrutture come la banda larga, gli assi autostradali, programmi di finanziamento alle pmi, efficienza energetica e programmi legati alla scuola e all’istruzione. Molti dei progetti, poi, riguardano interventi per il rischio idrogeologico. Questi ultimi sono interventi che hanno un potenziale finanziabile nel triennio 2015-2017 di 7,6 miliardi, con la possibilità per la Bei di erogare risorse pari alla metà della cifra. Tra i progetti inviati alla task force europea ce ne sono alcuni come la realizzazione delle aree di laminazione sul torrente Seveso a protezione di Milano (valore 140 milioni), e le opere di salvaguardia della costa a difesa del Comune di Patti in Sicilia (investimento da 185 milioni). Molti interventi sono concentrati anche in Liguria, regione nelle ultime settimane molto colpita a causa del dissesto idrogeologico. Dei 7,6 miliardi di progetti presentati, il 48% riguarda il Nord, il 14% il Centro e il 39% il Sud.
I PASSAGGI
Tutti gli interventi italiani sono stati selezionati da una task force nazionale coordinata dal ministero dell’Economia con l’indirizzo della Presidenza del Consiglio, che ha effettuato una ricognizione dei progetti con l’ausilio della Cassa Depositi e Prestiti. Nella selezione dei progetti, ha spiegato il Tesoro, si è tenuto conto delle priorità nazionali, individuando le operazioni che per struttura, piano finanziario e stato di avanzamento, risultano essere compatibili con le procedure previste dalla Bei per accedere al finanziamento. Tutti gli interventi dovranno essere esaminati dalla task force europea.