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 1985  marzo 02 Sabato calendario

«Io ho visto personalmente tre o quattro volte l’ avvocato Ambrosoli... aveva preso molto a cuore il suo incarico, avendo scoperto una serie gravissima di soperchierie e malversazioni...». Parla Mario Sarcinelli, allora Capo della Vigilanza della Banca d’ Italia

"Io ho visto personalmente tre o quattro volte l’ avvocato Ambrosoli... aveva preso molto a cuore il suo incarico, avendo scoperto una serie gravissima di soperchierie e malversazioni...". Tra le 20 mila pagine della Procura di Palermo sull’ affaire Andreotti, ce ne sono 8 dove un ’ testimone oculare’ ricorda i suoi incontri con Giorgio Ambrosoli, racconta le pressioni ricevute per ’ salvare’ Michele Sindona, spiega tutti i passaggi della vicenda Italcasse. Fino agli ’ avvertimenti’ . Fino al suo arresto. Il ’ testimone oculare’ che ha ricostruito ai magistrati siciliani un pezzo di quelle storie oscure che si intrecciarono alla fine degli Anni Settanta, è Mario Sarcinelli, allora Capo della Vigilanza della Banca d’ Italia. In un interrogatorio reso esattamente un anno fa ai Pubblici ministeri Guido Lo Forte, Gioacchino Natoli e Roberto Scarpinato, l’ alto funzionario descrive come si trovò "al centro di un groviglio di interessi e di tensioni notevolissime". Dal ’caso Sindona’ al ’ caso Caltagirone’ , fino al ’ caso Banco Ambrosiano’ . Una testimonianza che si apre così: "Quando divenni capo della Vigilanza, la vicenda delle banche di Sindona si trovava già nella fase della liquidazione coatta amministrativa, affidata come curatore all’ avvocato Giorgio Ambrosoli, nominato dalla Banca d’ Italia durante la gestione Carli-Baffi". Sarcinelli ricorda: "Ambrosoli aveva preso molto a cuore il suo incarico, chiaramente si era reso conto che il suo lavoro sarebbe stato ostacolato in sede politica, e da forze sotterranee, che poi in effetti si manifestarono tragicamente con la sua uccisione". Nella sua testimonianza ai giudici di Palermo, racconta un episodio preciso. "Una volta, era l’ undici gennaio del 1979, Ambrosoli venne da me perché temeva che questi sponsor esterni di Sindona riuscissero a far mutare rotta alla Banca d’ Italia, lasciandolo quindi solo ed esposto...". E continua ancora Sarcinelli: "Egli mi disse che, se la Banca d’ Italia avesse mutato atteggiamento, se ne sarebbe andato ventiquattro ore prima. Però, chi si fosse assunto la responsabilità di risolvere il caso Sindona in via amministrativa, avrebbe avuto guai giudiziari, perché ciò era possibile soltanto con un colpo di spugna legislativo... gli risposi che, fin quando ci fossi stato io in Vigilanza, ciò non sarebbe accaduto". La testimonianza di Mario Sarcinelli si addentra nella ricostruzione dei suoi contatti con Franco Evangelisti, "...li accettai perché Evangelisti era sottosegretario alla Presidenza, e quindi si rivolse a me nella sua veste istituzionale". Il primo contatto fu nel 1978, Evangelisti convocò Sarcinelli a Palazzo Chigi. "Mi disse che aveva ricevuto due bozze di lettere in cui si prospettava la possibilità di un ’ salvataggio’ del Sindona, attraverso la rivitalizzazione della Banca Privata Italiana, disse anche che sarebbe stato conforme all’ interesse pubblico rivitalizzare la banca, eventualmente lasciando poi uscire di scena la persona del Sindona". La risposta che diede Sarcinelli: "Gli spiegai che avrei studiato quell’ ipotesi di soluzione, Evangelisti replicò che non era autorizzato a lasciarmi quei documenti, osservando che ’ non c’ è neanche il Presidente’ ... Andreotti quel giorno non era in Italia... tuttavia Evangelisti mi mostrò le bozze, io scorsi quelle carte, dissi chiaramente al sottosegretario che, a mio avviso, nessuna ipotesi di soluzione della vicenda Sindona appariva praticabile". Quello di Evangelisti, per Sarcinelli "era stato un sondaggio... voleva capire se in me c’ era qualche margine di disponibilità". I giudici chiedono poi a Sarcinelli se aveva mai ricevuto, nella sua qualità di capo della Vigilanza, due informative dell’ Fbi datate 1967 e 1971, indirizzate al Viminale, due note che indicavano Michele Sindona coinvolto in traffici di stupefacenti tra l’ Italia e gli Usa. La suae risposta: "Mai ho ricevuto informative di questo genere, e debbo quindi escludere che esse siano mai pervenute alla Banca d’ Italia... era noto che Sindona era un abilissimo ma spericolato speculatore, una volta Guido Carli lo definì ’ un genio volto al male’ ...". L’ ultima parte dell’ interrogatorio di Mario Sarcinelli è dedicata alla sua incredibile vicenda giudiziaria, agli avvertimenti ricevuti da giudici e uomini politici, alle voci fatte circolare ad arte. Un tam tam incessante fino al suo arresto per non avere ’ sistemato’ la vicenda Italcasse.