la Repubblica, 24 novembre 2014
Addio a Clara Valenziano, giornalista archeologa. Ironica e riservata, con la sigaretta (Nazionali senza filtro) sempre in bocca, il loden o il montgomery d’inverno, spesso le scarpe da ginnastica e un caschetto di capelli che viravano dal rosso al castano chiaro, a Repubblica dopo un passaggio in cronaca nazionale si è occupata di esteri e poi di cultura
È morta Clara Valenziano, aveva 90 anni. Si è spenta sabato notte a Roma. Era entrata a Repubblica nel 1976, l’anno della sua fondazione, ma si era già fatta le ossa a Paese Sera e al Manifesto dove aveva seguito le fasi salienti del processo Valpreda.
Una passione per il giornalismo cominciata non subito. Napoletana, si era laureata a Pisa in filologia classica e poi era andata a insegnare in Libia, a Tripoli. Lì aveva conosciuto il suo futuro marito, Valentino Parlato, con cui avrà due figli, Enrico e Matteo. Insieme erano tornati a Roma e lei si era iscritta all’Istituto nazionale di Archeologia, studiando con professori come Ranuccio Bianchi Bandinelli e Giacomo Devoto.
Aveva poco meno di quarant’anni quando ha cominciato ad occuparsi di cronaca. Ironica e riservata, con la sigaretta (Nazionali senza filtro) sempre in bocca, il loden o il montgomery d’inverno, spesso le scarpe da ginnastica e un caschetto di capelli che viravano dal rosso al castano chiaro, a Repubblica Clara dopo un passaggio in cronaca nazionale si è occupata di esteri. Erano gli anni ’80. Ha seguito la guerra delle Falkland, è rimasta bloccata in albergo a La Paz durante l’ennesimo colpo di Stato in Bolivia. E poi l’incidente aereo, una storia terribile che raccontava quasi con distrazione, come se non fosse successa a lei, che era viva per miracolo. O per caso, vista la sua profonda laicità. Quel 7 dicembre 1983 sull’aeroporto Madrid – Barajas c’era una nebbia fittissima. Il Boeing 727 Iberia era stato autorizzato per il decollo, un volo di linea per Roma Fiumicino; solo che sulla pista c’era anche un Dc9 e la collisione fu inevitabile. Centinaia di morti. Clara Valenziano si trovava a bordo del Boeing che prese fuoco. Un buco sul pavimento le consentì di calarsi giù, si fece piuttosto male, e di salvarsi. Ma quando ne parlava diceva che la cosa che la preoccupava di più era la borsa, che comunque riuscì a portare con sé. Quando è passata alla redazione Cultura del nostro giornale, guidata all’epoca da Rosellina Balbi, è tornata al suo interesse iniziale, l’archeologia, e ha continuato a studiare l’arabo. In pensione ci è andata a metà degli anni ’90, ha continuato a viaggiare e non ha smesso mai – parole sue – di essere «orgogliosa della sua “avventura” a Repubblica». I funerali si svolgeranno mercoledì, alle 11, al Cimitero Acattolico di Roma.