24 novembre 2014
Samantha Cristoforetti è in orbita. Per i prossimi sei mesi sarà impegnata in circa duecento esperimenti scientifici. Naturalmente avrà momenti di riposo e ore dedicate all’attività ginnica per combattere il degrado fisico provocato dall’assenza di gravità
Corriere della Sera
Astrosamantha è in orbita e oggi potrà scrivere la prima pagina del suo diario di abitante della stazione spaziale.
Samantha Cristoforetti è volata sulla navicella russa Soyuz alla 10.01 di ieri sera verso la casa cosmica. Chi le scrive una e-mail riceverà un messaggio automatico che solo un astronauta può diffondere: «Sono fuori dal pianeta per un po’ e tornerò nel maggio 2015».
Prima di partire ha confessato di aver fatto la doccia più lunga della sua vita, sapendo bene quanto sia difficile lassù lavarsi per bene. Disagi da donna spaziale compensati tuttavia da altre straordinarie soddisfazioni, soprattutto per Samantha al suo primo viaggio nel cosmo. Il balzo sulla stazione è stato breve, poco più di sei ore, mentre fino ad un paio d’anni fa si impiegavano oltre due giorni. Nei continui ammodernamenti nell’impiego e nella tecnologia della navicella concepita una quarantina d’anni fa, è stata elaborata una traiettoria più rapida che ha tagliato la percorrenza e i disagi affrontati dai tre astronauti chiusi in uno spazio estremamente angusto.
Il primo giorno sulla stazione Samantha, lo dedicherà all’ambientamento, poi inizierà il suo lungo soggiorno di sei mesi nei quali sarà impegnata in circa duecento esperimenti scientifici, dieci dei quali preparati dall’agenzia spaziale italiana Asi con varie istituzioni di ricerca nazionali. Naturalmente avrà momenti di riposo e ore dedicate all’attività ginnica per combattere il degrado fisico provocato dall’assenza di gravità.
«Ma non farò nulla che possa fare sulla Terra», ha ricordato per sottolineare che vuol vivere il più intensamente possibile la sua eccezionale dimensione di astronauta dell’Esa.
Affronterà, tra gli altri, un esperimento sul sonno studiato dalla Fondazione Don Gnocchi prezioso pure quaggiù. Senza la gravità la qualità del sonno è cattiva incidendo negativamente sul lavoro da compiere.
Anche se in passato le indagini rivelavano un’apparente normalità si è scoperto che gli astronauti subiscono dei dannosi micro-risvegli di cui non si conosce la causa. Si pensa che dipendano da alterazioni del sistema nervoso indotte da un cambiamento nel funzionamento del cuore. Per scoprirlo Samantha dormirà indossando una maglietta riempita di sensori i quali registreranno l’elettrocardiogramma, il respiro, le vibrazioni cardiache mentre un termometro misurerà la temperatura della pelle. Al risveglio i dati saranno scaricati su un computer che li invierà a terra.
Un altro esperimento ideato al Politecnico di Milano impegnerà a lungo la prima astronauta italiana quasi danzando indagando l’adattamento del cervello nella guida dei movimenti in assenza di peso. Samantha attaccherà sul suo corpo delle sferette riflettenti consentendo a un gruppo di telecamere di tenere sotto controllo le posizioni assunte durante una serie di esercizi.
Altri test riguarderanno lo studio della perdita di calcio delle ossa di cui si soffre in orbita e utili a combattere l’osteoporosi negli anziani oppure la circolazione sanguigna nel cervello la cui comprensione può aiutare l’indagine nelle malattie neurodegenerative.
Tanti compiti ai quali Samantha da mesi si preparava per realizzare al meglio.
Con Samantha Cristoforetti siamo a sette. Sette italiani che hanno varcato i confini del pianeta Terra e che, per qualche giorno o per qualche mese, hanno vissuto nello spazio. Qualcuno ha addirittura volato più volte. Tutti, per fortuna, sono tornati dalle nostre parti. E adesso c’è chi è ancora astronauta e chi ha cambiato decisamente carriera: chi potrebbe tornare a guardare la Terra dall’alto e chi resterà qua sotto a raccontarci l’effetto che fa. Come Guidoni e Nespoli, che hanno raccontato la loro esperienza
in libri e addirittura storie a fumetti.
L’ultimo ad aver volato nello spazio, prima di Cristoforetti, è stato Luca Parmitano: 38 anni, una laurea in scienze politiche, è anche lui nell’Aeronautica militare. Ha una lunga carriera da aviatore e una lunga lista di master, qualificazioni tecniche e diplomi, e una Medaglia d’argento al valore aeronautico. Oggi ha il grado di maggiore. Ed è ancora astronauta.
Parmitano, infatti, fa parte di quel piccolo gruppo selezionato dall’Esa nel 2009, insieme a Cristoforetti. Ha volato un anno fa, tra maggio e novembre. Anche lui è partito da Baikonur e ha alloggiato sul-l’Iss, la Stazione Spaziale Internazionale. A differenza di Samantha, Luca ha potuto farsi un paio di passeggiate spaziali (a Samantha non toccheranno per via di una questione tecnica legata alla tuta). E probabilmente tutti ricordiamo l’episodio dell’acqua che entra lentamente nel casco mentre Parmitano galleggia nello spazio, e il suo rientro frettoloso nell’Iss.
Tra gli astronauti più anziani, quelli che ormai hanno dismesso la tuta spaziale se non altro per questioni di età, ce ne sono due che hanno intrapreso una carriera da politico. Il primo è Franco Malerba, che 22 anni fa è stato il primo italiano nello spazio. Classe 1946, è ufficiale della Marina Militare: nel 1994, ha accettato l’invito di Forza Italia a farsi europarlamentare. È stato poi consigliere comunale a Genova. E oggi lavora per Alenia Spazio.
Il secondo è Umberto Guidoni. Guidoni è stato il primo europeo a vivere nell’Iss, e ha volato due volte: nel 1996 e nel 2001. Al suo ritorno sulla Terra, dopo qualche anno di lavoro come esperto di voli spaziali, è diventato europarlamentare: dal 2004 al 2009 è stato nel gruppo Sinistra Europea ed è tra i relatori del Settimo programma quadro per la ricerca europea. Poi non è più stato rieletto. La sua attività politica in Sinistra Ecologia e Libertà si è conclusa un anno fa.
Con Guidoni, nel 1996 volò anche Maurizio Cheli. Originario di Zocca, il paese di Vasco Rossi, ha anche lui un lungo curriculum da pilota ed è tuttora collaudatore per Alenia. Ed è tra gli organizzatori dei World Air Games, una specie di olimpiadi degli sport dell’aria che si tengono ogni quattro anni.
Oltre a Parmitano e Cristoforetti, sono ancora astronauti attivi, e dunque potrebbero ripartire, anche Roberto Vittori e Paolo Nespoli, ma oggi è presto per pensarci. Vittori, selezionato come astronauta nel 1998, ha partecipato a due voli-taxi (nel 2002 e nel 2005), visitando l’Iss per due volte e diventando il primo astronauta europeo col ruolo di comandante di Soyuz. Nel 2011 è ripartito con lo Shuttle, portandosi dietro una balestra per omaggiare la sua città, Sansepolcro, e il suo palio. È colonnello dell’aeronautica militare.
Infine Paolo Nespoli: assunto dall’Esa nel 1991, ha volato nel 2007 e nel 2010. Ufficiale dell’esercito, ha fatto parte della forza multinazionale di pace in Libano dal 1982 al 1984, e là ha conosciuto Oriana Fallaci che a lui si è ispirata per il romanzo Insciallah. Come ha raccontato alla vigilia della sua prima missione spaziale, fu proprio la scrittrice fiorentina a incoraggiarlo a diventare astronauta.