il Giornale, 24 novembre 2014
Fini e quell’appartamento di Montecarlo che An cedette per 300mila euro a Giancarlo Tulliani, suo cognato. Ora due case dello stesso palazzo sono in vendita a 1,6 e 2,5 milioni
Palais Milton, boulevard Princesse Charlotte 14. Due locali e servizi, 60 metri quadrati più un terrazzo, interamente ristrutturati con materiali di pregio, cucina arredata, il proprietario è una società. Sembra la foto dell’appartamento che nel 2008 transitò da Alleanza nazionale al cognato di Gianfranco Fini passando per i Caraibi. Le differenze sono due: questa casa è al piano interrato, non a quello rialzato, e costa 1,6 milioni di euro anziché i 300mila che incassò il partito.
Quattro anni or sono il Giornale fece scoppiare lo scandalo dell’immobile ereditato da An e finito in affitto a Giancarlo Tulliani, il fratello di Elisabetta, compagna dell’allora presidente della Camera. Oggi la casa è sempre a sua disposizione: sul citofono è rimasto il cognome della nobildonna romana che fece la donazione per «la buona causa», Annamaria Colleoni, mentre il campanello a destra della porta d’ingresso è intestato a Tulliani. Il proprietario è la Timara Ltd. Tutto sembra cristallizzato nella placida riservatezza del principato.
Come sempre, l’apparenza inganna. Il cognatino se la spassa altrove. A Montecarlo ha a disposizione una seconda casa in posizione mozzafiato nel palazzo Mirabeau (cioè «belvedere») a pochi metri dal Casinò e dal lungomare: qui, al 2 di Avenue des Citronniers, con 300mila euro non compri nemmeno un posto auto sotterraneo e gli appartamenti vanno dai 5 milioni in su. È il prestigioso supercondominio invidiato da tutti gli appassionati di automobilismo perché domina due curve da sogno del circuito di Formula 1, appunto la Mirabeau e il tornante della Vecchia Stazione. Dalle finestre si ammira lo sfarzoso hotel Metropole e relativo centro commerciale dove monsieur Tulliani fa shopping. «Sì, vive qui – conferma il portiere davanti a una sterminata plancia di citofoni – ma non lo vedo da qualche giorno. Provo a chiamarlo?». Grazie, ripasseremo per il gran premio.
Al Palais Milton Tulliani non si fa vedere da mesi. I vicini, che conservano un sacro fastidio per i giornalisti, non ne hanno notizie. Le imposte che danno sulla loggetta interna sono aperte, sul terrazzo sono accatastati mobili e attrezzi per le pulizie. Pare che il cognato di Fini sia in ritardo di un anno con le spese condominiali nonostante recenti lavori: il nuovo portone d’ingresso e un cancelletto di ferro nero piazzato verso il marciapiede.
La casa non merita le parole sprezzanti con cui Fini la liquidò nell’imbarazzato videomessaggio del 25 settembre 2010 in cui tentò di spiegare lo scandalo. «Non è una reggia anche se sta in un principato – ironizzò -: 50-55 metri quadrati, quasi fatiscente, valore stimato circa 230mila euro». Altro che svendita, s’indignarono Fini e i suoi fedelissimi: vollero far credere di aver vinto alla lotteria incassando 300mila euro dalla Printemps, società con sede a St Lucia «segnalatami da Giancarlo Tulliani».
Ma l’affare è stato fatto dalla Printemps, e da chi le sta dietro. Nel Palais Milton è in vendita un seminterrato di 60 metri quadrati con affaccio sul giardino interno: vale 1,6 milioni. Un trilocale di 90 metri quadrati al primo piano è sul mercato per 2 milioni e mezzo. Nell’adiacente Palais Windsor per un bilocale con giardinetto privato la richiesta è di 2,1 milioni ma la proprietaria potrebbe scendere a 1,95 – spiegano all’agenzia che tratta la vendita –. Se cerca la vista mare ne occorrono almeno il doppio. E i prezzi sono poco trattabili perché c’è la corsa a comprare e prendere la residenza a Montecarlo, soprattutto di italiani e russi». C’è sempre qualcuno imbottito di denaro pronto a sborsare qualsiasi somma per rifugiarsi nel principato.
«Si poteva spuntare un prezzo maggiore? È possibile – riconobbe Fini nel video -. Con il senno di poi mi si può rimproverare una certa ingenuità». La classica scusa accampata dai politici: la faccenda si è svolta a sua insaputa. Tulliani gli presenta due prestanome monegaschi, Fini ordina al tesoriere Pontone di presentarsi dal notaio e si gode l’assegnuccio. Ignora il successivo passaggio da Printemps Ltd a Timara Ltd, società offshore domiciliate nel medesimo paradiso fiscale caraibico, e non conosce neppure il successivo affitto al cognato che ha pilotato l’operazione, come documentato da atti del governo di St Lucia e accertato dalla procura di Roma che ipotizzava il reato di truffa.
Alla Conservation des Hypotheques, l’ufficio di rue Grimaldi che registra le proprietà immobiliari, la casa di Palais Milton risulta ancora di Timara, che non ha acquisito altre proprietà. A Tulliani non sono intestati immobili: l’appartamento del Mirabeau è in affitto oppure l’ha acquistato tramite un’altra società. Le novità sono tutte ai Caraibi: nel 2011, un anno dopo lo scoppio dello scandalo, la Timara si è trasferita ad Anguilla mentre la Printemps è stata posta in liquidazione. L’anno scorso anche la Jaman Directors, che le controllava entrambe, si è spostata alle Isole Vergini britanniche. Una rimescolatina di carte per avvolgere di altro mistero la proprietà della casa di Montecarlo.