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 2014  novembre 21 Venerdì calendario

Nel Regno Unito il partito nazionalista e xenofobo di Farage, l’Ukip, avanza nei consensi e si prepara a conquistare il secondo seggio in Parlamento

Siamo tornati agli idraulici polacchi, datata metafora sui rischi dell’immigrazione nel Regno di Elisabetta. Impermeabile alla realtà di un Paese che senza idraulici polacchi rischia eterni allagamenti, Mark Reckless, marcia verso la vittoria alle elezioni suppletive, a dare retta al verdetto unanime dei sondaggi (fino a 13 punti di margine). Si saprà oggi se sarà lui il secondo deputato a Westminster dell’Ukip di Nigel Farage, forza eurofoba che invoca l’immediata uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Le sue battute sull’esigenza di rimpatriare cittadini Ue ha costretto il partito a una smentita e il candidato stesso a denunciare d’essere stato equivocato.
Bagatelle per un Paese che sprofonda sempre più nel vortice di un dibattito politico dirottato dal rapporto con Bruxelles, dall’ansia per la sovranità di Londra e dall’insofferenza verso l’immigrazione. Non si è parlato d’altro nelle by election di Rochester, Kent, a cento chilometri da Londra, elezioni provocate da Mark Reckless per scegliere il successore a sé stesso.
Il ritorno alle urne è stato determinato dalla sua decisione di lasciare il seggio a Westminster che aveva conquistato nel 2010 nelle fila dei conservatori per riguadagnare consenso popolare sotto la bandiera dell’Independence party di Nigel Farage. È la stessa dinamica a cui si era assistito in ottobre quando Douglas Carsswell divenne primo parlamentate Ukip in Gran Bretagna. E rischia di accadere di nuovo se il presagio di Mark Reckless si avvererà: altri due deputati conservatori – ha dichiarato – sono pronti ad abbandonare David Cameron per continuare il viaggio politico con l’Independence party.
È possibile, ma è improbabile che siano indette nuove by election fra gennaio e maggio quando Londra andrà alle elezioni generali. Se dovesse accadere per il premier conservatore sarà un segnale devastante. Per contenere il partito di Farage a Rochester ha schierato ogni mezzo, senza risparmiare nemmeno sé stesso con almeno cinque passaggi nel collegio elettorale.
L’Ukip fino ad ora è stata forza importante solo in occasione del voto europeo beneficiando sia del sistema proporzionale, sia della naturale “contestazione” al governo in carica che segna sempre la scelta per Strasburgo.
La realtà di questi mesi con l’aggravarsi della crisi fra Bruxelles e Londra rende la forza di Nigel Farage attraente anche per le politiche. David Cameron sa che la divisione del campo di centro-destra spinge in avanti il Labour, nonostante oggi abbia un risicato vantaggio sui Tory. In altre parole i conservatori resistono all’avanzata debole dell’opposizione laburista, ma non potranno farcela se ci sarà davvero emoraggia di consenso verso l’Ukip a cui molti istituti attribuiscono almeno una ventina di deputati.
Paradossalmente la speranza Tory è lo Scottish national party che se sottrarrà voti in Scozia al Labour, riequilibrerà la spartizione del consenso fra i due maggiori partiti, oggi molto meno appealing di ieri, se è vero che insieme non arrivano al 60% dell’elettorato.
Per David Cameron contenere l’Ukip è imperativo, ma per vincere ha scelto la strada più accidentata, pericolosa e, in ultima istanza, sbagliata.
Mima, con toni relativamente moderati, gli indipendentisti, giocando d’azzardo con il debole consenso britannico verso la costruzione europea. Alimenta, quindi, l’euroscetticismo in una partita che lo vede sistematicamente scavalcato dall’Ukip, naturale polo d’attrazione per tutti coloro che vorrebbero, o semplicemente considerano, un futuro lontano dall’Unione.
Una dinamica che non passa inosservata all’interno del partito di governo con i cosiddetti peones della politica pronti in misura crescente a salire sul carro di Farage. Due, per ora, ma se l’aritmetica della defezione non finisse qui, David Cameron rischia di sentirsi suggerire da qualche spin doctor conservatore che gli idraulici polacchi, forse, stanno meglio a Varsavia.