la Repubblica, 21 novembre 2014
Roger Federer è inaspettatamente rinato ed è pronto a giocare la finale di Coppa Davis tra Francia e Svizzera. La moglie Mirka, per fortuna, è a casa con i gemellini. Anche Wawrinka può stare tranquillo
Non ero più entrato in uno stadio di calcio dal giorno in cui certi tifosi dell’Atalanta, che ancora non si chiamavano ultras, mi assaltarono al grido di «dag al romano», e fu soltanto il distintivo di ex-alpino del battaglion Morbegno a salvarmi da una punizione razzista.
Sono rimasto incredulo nel trovarmi di fronte ad un enorme disco volante in metallo, fianco all’aerodromo di Lille, città francese al confine con il Belgio, in cui si svolgerà da oggi la finale di Coppa Davis tra Francia e Svizzera. La mia intuizione e preoccupazione, che di campo di calcio si trattasse, è stata subito confermata da due gorilla in divisa che mi hanno inibito di entrare senza il contrassegno, e mi hanno chiesto cosa ci fosse nel mio trolley. La mia risposta «ci sono delle Idee» deve averli sconcertati, perché ho dovuto attendere l’arrivo di una dipendente della Federazione Francese per essere liberato ed avere accesso.
Dopo qualche minuto ho avuto la fortuna di vedere, dall’alto di una tribuna e privo di binocolo com’ero, un tennista simile a Roger Federer, che palleggiava disinvoltamente contro un partner che mi sembrava Wawrinka, e dopo 5 minuti ne ho chiesto conferma al collega Peter Kaufman. Ma come, mi sono detto, il Roger che ho visto domenica sera a Londra pareva non meno malconcio del povero vecchio che sono, ed eccolo d’un tratto risanato, tanto che sembra un giocatore integro.
Ho pensato, allora, di rivolgermi al mio amico Francesco Parra, uno che ha avuto sul suo lettino tutti i più grandi tennisti, ma il Professore mi ha risposto: «Roger è stato l’unico che non ho assistito. Per quanto ho visto, quello che lui definisce “mal di schiena“sembra una discopatia lombare. Se un mio collega se ne intendesse, gli avrebbe somministrato antinfiammatori e miorilassanti, e credo potrebbe farcela, pur con una grande attenzione alle frustate di servizio».
Mi è ritornata in mente la parola servizio un’ora più tardi, quando al sorteggio, dopo che l’ex tennista Natalie Dechy aveva pescato per primo il nome Wawrinka contro Tsonga, quello di Federer è stato automaticamente appaiato a Monfils secondo i principi matematici del regolamento. In proposito, nella seguente conferenza stampa, che Federer ha monopolizzato nel suo più elegante politichese, abbiamo saputo dell’assenza della moglie Mirka, finalmente dedita ai doppi gemelli, e dell’amicizia che ha sempre regnato con un Wawrinka meno infastidito di quello di Londra.
Tutto bene, dunque. Resterebbe solo da osservare che, sul campo costruito sopra quello di calcio e di una recentissima manifestazione ippica, son stati versati 350 tonnellate di mattoni tritati, e che simile terreno attenua le possibilità degli svizzeri, non meno dei dubbi sulla schiena della Divinità Roger. L’incontro, che sul rapido e senza discopatia sarebbe stato svizzero, diventa così una bilancia squilibrata.