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 2014  novembre 21 Venerdì calendario

Il magnate di Eternit ora è accusato di omicidio volontario • Forse il canone si pagherà nella bolletta elettrica • Alonso lascia la Ferrari e arriva Vettel • È morta la donna con più titoli nobiliari al mondo


Eternit/1 Dopo la sentenza di Cassazione che ha prosciolto il magnate Stephan Schmidheiny per prescrizione del reato di disastro colposo nel processo Eternit, il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello chiude l’inchiesta Eternit bis contestando allo stesso l’accusa di omicidio volontario continuato e pluriaggravato. Questo nuovo capitolo giudiziario, che riguarda 256 decessi avvenuti tra il 1976 e il 1986. Scrive Guariniello: «Agendo con coscienza e volontà cagionava la morte di 256 tra lavoratori operanti presso i predetti stabilimenti, familiari degli stessi e cittadini residenti nelle zone limitrofe». Schmideheiny «fu consapevole» del fatto che il mesotelioma è una patologia dalla prognosi infausta correlata all’amianto, che le sedi italiane di Eternit «presentavano condizioni di polverosità enormemente nocive» e che le risorse finanziarie investite erano esigue. «E ciò malgrado, per mero fine di lucro» decise di continuare l’attività, di non modificare lo stato dei suoi stabilimenti e di risparmiare «sulle gravose spese» indispensabili per una radicale revisione degli impianti, omettendo l’informazione e la formazione dei lavoratori sul pericolo che correvano per consentire la fornitura di amianto a privati ed enti pubblici «per giunta inducendo un’esposizione di fanciulli e adolescenti anche durante le attività ludiche». In questo processo le aggravanti, se accolte, porterebbero in via ipotetica alla pena dell’ergastolo.

Eternit/2 Altra conseguenza del processo Eternit: i politici pomettono la riforma della prescrizione in tempi brevi. Dice il ministro della Giustizia, Orlando: «Il Consiglio dei ministri ha già definito la nuova disciplina, che la prossima settimana andrà in discussione in Parlamento». D’accordo Renzi: «Non può esistere una prescrizione che impedisce di dire cosa sia giusto o no. Bisogna fare più veloce: se sei colpevole sei colpevole, se sei innocente sei innocente. Non è che se passa il tempo si cancella qualcosa». il presidente del Senato, Pietro Grasso: «Lo dico da 15 anni. Sulla prescrizione c’è una legge sbagliata e va cambiata. Spero che la politica non abbia l’atteggiamento del coccodrillo che piange per quello che non ha fatto». Allude alla legge ex Cirielli, ribattezzata «salva Previti», che nel 2005 accorciò i tempi a disposizione della giustizia per accertare la verità. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Schmidheiny Stephan Schmidheiny, 67 anni, svizzero di Balgach, «cresciuto in una fattoria con le vigne. Le vacanze le facevamo nelle isole del Mediterraneo, dove ho iniziato a occuparmi dell’ambiente». A 29 anni il padre gli cedette metà del suo impero ricordandogli il motto di famiglia: «Investire il denaro». Il fratello maggiore Thomas, una decina d’anni fa 146° uomo più ricco del mondo, l’ha ricordata così quella scelta: «Papà dette a lui l’amianto e a me il cemento». Negli anni Ottanta decise di abbandonare l’amianto e, forse preoccupato di quel che stava succedendo, iniziò a convertirsi alla causa ambientalista. Nel 1990 fu capoconsulente della Segreteria generale della Conferenza Onu per l’Ambiente e lo Sviluppo. Poco dopo creò la fondazione Avina per lo sviluppo sostenibile dell’America Latina poi si impegnò in progetti sociali, diventando consigliere di Clinton e gli Usa gli concessero due lauree. Ora, dopo lunghi viaggi in Oriente, «si dedica molto alla vita riflessiva», dicono a Hurden, dove ha sede una delle sue società. Il portavoce dice: «Non ha mai avuto un ruolo operativo nella gestione dell’azienda. Ha guidato Eternit soltanto per un periodo di dieci anni senza ricavare alcun profitto» (Fasano e Pasqualetto, Cds).

Canone Il governo vorrebbe far pagare il canone in base al reddito, ma insieme alla bolletta elettrica dell’abitazione. Così, secondo l’esecutivo, l’imposta sarebbe impossibile da evadere, e il suo importo verrebbe anche ridotto, garantendo alla Rai le risorse necessarie. Il piano, annunciato ieri dal viceministro dell’Economia, Enrico Morando, vedrebbe la luce nelle prossime settimane con un emendamento alla legge di Stabilità, che alla Camera sta subendo aggiustamenti marginali, ma non trascurabili, a cominciare dalla decisione di ridurre l’Iva sui libri elettronici dal 22 al 4%. Ieri sono stati aumentati i fondi per i non autosufficienti, i malati di Sla, il Made in Italy, le emergenze, la tutela dei minori, ed il governo si è detto pronto a ripensare anche l’aumento delle tasse sulle rendite dei fondi pensione.

Alonso Fernando Alonso lascia la Ferrari e al suo posto arriva Sebastian Vettel, ex della Red Bull. Spiega il nuovo arrivato: «È una scelta che nasce da quando ero bambino e vedevo Michael Schumacher correre con la Rossa: a volte devi dare retta al tuo cuore». Alonso, invece, pensava di andarsene da un bel po’: «Non c’è un momento specifico nel quale ho aperto gli occhi. Però a fine 2013 mi interrogavo su come la Ferrari avrebbe vissuto il passaggio all’era del turbo: alla fine ho deciso di verificarlo sul campo».

Duchessa/1 È morta a 88 anni a Siviglia nel suo Palacio de las Dueñas la duchessa Cayetana Fitz-James Stuart, diciottesima duchessa d’Alba, la persona con più titoli nobiliari al mondo (46). Disseminata per la Spagna la nobildonna possedeva un’altra ventina di castelli, tenute agricole, palazzi. Nelle sue proprietà sono conservate lettere di Cristoforo Colombo e Carlo V; alle pareti quadri di Velazquez, Picasso, Beato Angelico, Bellini, Perugino, Rubens; sugli scaffali miniature, codici medievali, ceramiche e 18mila volumi degni del più prestigioso archivio di Stato. Lei ed Elisabetta II erano amiche d’infanzia e 18 volte parenti, ma, secondo alcuni calcoli araldici, tra la Duchessa e la regina d’Inghilterra, sarebbe stata la seconda a dover cedere il passo.

Duchessa/2 Donna Cayetana d’alba rimase vedova a quasi 50 anni. Dopo 6 di lutto una sera all’Opera s’innamorò di un filosofo ex gesuita, senza ombre di nobiltà e, per di più, di 8 anni più giovane. «Mi piacciono gli uomini intelligenti, che mi siano superiori in questo campo», si giustificò. Si sposarono. Dopo 23 anni restò di nuovo vedova. Quella volta la Duchessa aspettò 10 anni per risposarsi e scelse un compagno di 25 anni più giovane, un altro non nobile: «Sono molto cattolica. Non posso vivere con un uomo se non lo sposo». Al terzo matrimonio, trasmesso anche in tv, gli invitati furono appena 40. Qualcuno aveva pagato 8mila euro per un posto su un balcone, altri avevano costruito maschere per ridicolizzarla. La Duchessa aveva già 85 anni, era malferma sulle gambe e parlava male per le conseguenza di una idrocefalite, il volto era irriconoscibile per gli innumerevoli interventi estetici. Mentre avanzava lenta verso la chiesa sul tappeto rosso, qualcuno le gridò: «Guapa», bella. Si fermò, si tolse le scarpe e a piedi nudi accennò dei passi di flamenco, soltanto muovendo i polsi. Scattò l’applauso, tutti smisero di ridere (Nicastro, Cds).

(a cura di Daria Egidi)