Corriere della Sera, 21 novembre 2014
Se si approva l’Italicum, che vale solo per la Camera, come si eleggerebbe il Senato in caso di voto anticipato? Serve una norma ponte se va alle urne prima della riforma di Palazzo Madama, altrimenti è meglio aspettare
Sembrano allungarsi i tempi per la legge elettorale. Perché sul suo percorso, da un paio di giorni, è franato un macigno: se si approva l’Italicum, che vale per la Camera, come si eleggerebbe il Senato in caso di voto anticipato?
Mercoledì, durante le audizioni in commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, Gaetano Silvestri (ex presidente della Consulta) ha suggerito di inserire nel testo una «clausola di salvaguardia» che preveda, in quel caso, l’Italicum per entrambe le Camere. E oggi Giuseppe Tesauro ha dichiarato che, per sanare la «discrasia non da poco» della legge elettorale esaminata, «andrebbe introdotta una norma ponte»: altrimenti converrebbe aspettare e approvare tutto «al momento in cui ci sarà una riforma del Senato». Con i due presidenti emeriti della Corte costituzionale concorda anche il costituzionalista Massimo Luciani, che consiglia come strumento di velocità un decreto legge.
La questione però, per quanto possa essere tecnica, è soprattutto politica. Il governo ha promesso sin dal suo insediamento il varo rapido di una nuova legge elettorale, e un fallimento peserebbe parecchio sulla sua immagine. «Se si blocca tutto, non c’è altra via che andare a votare, e si dovrebbe utilizzare necessariamente quel proporzionale cosiddetto Consultellum», commenta infatti Stefano Ceccanti. Per il costituzionalista del Pd basterebbe legare l’entrata in vigore dell’Italicum alla riforma del Senato: «Salverebbe l’idea che il Parlamento è in grado di fare le riforme, e non metterebbe in allarme i parlamentari sul rischio di elezioni anticipate. Invece una norma ponte per entrambe le Camere sarebbe proprio vista come una specie di autoscioglimento del Parlamento, e chi la voterebbe?».
Anche Antonio Baldassarre (ex presidente della Consulta, di area berlusconiana) concorda sull’aspetto politico della vicenda: «Sì, serve una clausola di salvaguardia con l’indicazione del sistema di voto per il Senato qualora si tornasse alle urne prima del tempo. Però, se davvero si dovesse arrivare a elezioni anticipate, il governo e la classe politica nel suo insieme non farebbero una bella figura, darebbero prova di incapacità. C’è una riforma in atto: speriamo che l’esecutivo tenga fino alla sua realizzazione».