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 2009  marzo 20 Venerdì calendario

Che fine ha fatto Charles Manson (aricolo del 20/3/2009)

Occhi lucidi, niente capelli, barba incolta e il volto segnato dalle rughe, con una svastica incisa fra gli occhi e con lo stesso sguardo-killer di quattro decenni fa. A mostrare il nuovo volto di Charles Manson è la foto diffusa, in singolare coincidenza con il verdetto sul mostro austriaco Josef Fritzl, dal penitenziario statale di Corcoran, nella californiana Kings County, dove è rinchiuso.
Erano anni che restava celato il volto dell’autore del bagno di sangue dell’«Helter Skelter» del 9 agosto 1969, quando vennero brutalmente accoltellate Sharon Tate, attrice e moglie del regista Roman Polanski (che era via per lavoro), ed altre cinque persone presso Los Angeles. La portavoce del Dipartimento delle Carceri, Terry Thornton, ha parlato di «procedura di routine nell’identificazione dei detenuti», ma l’impressione è che le autorità della California abbiano voluto attirare l’attenzione sul killer condannato all’ergastolo in vista del quarantennale della strage che ebbe per protagonista la sua setta, «The Family», intenzionata a innescare la spirale di un’apocalittica resa dei conti fra bianchi e neri.
Il motivo della improvvisa diffusione della fotografia potrebbe avere a che fare con i messaggi che, a fine gennaio, Manson riuscì a far uscire dal penitenziario chiedendo ai suoi seguaci ancora in vita di contattare Casey Anthony - la madre imprigionata nel 2008 in Florida per aver assassinato la figlia di 3 anni - per farle sapere che aveva il suo totale sostegno. Il messaggio di Manson alla baby-killer che ha sepolto la figlia in giardino fu: «Sii davvero te stessa, non consentire alla società di abbatterti perché loro non comprenderanno mai persone come me e te».
Quando il tentativo di contattare Casey Anthony venne sventato, l’ex poliziotto britannico Roland Fennemore - un esperto del caso «Helter Skelter» - definì Manson un «genio diabolico al di là di tutte le apparenze». Il rischio che l’assassinio dell’attrice Sharon Tate, accoltellata quando era incinta di otto mesi e mezzo, possa continuare a diffondere la morte nonostante abbia quasi 74 anni e mostri le sembianze di un vecchio si deve al fatto che, secondo l’Fbi, almeno 15 degli originali appartenenti alla sua «Family» sono ancora in vita, senza contare che nessuno ha idea di quanti figli possa aver avuto dalle molteplici relazioni dell’epoca, spesso nell’ambito di orge. Se a ciò aggiungiamo che il numero di adolescenti che considerano Charles Manson un «prigioniero politico» è stimato in decine di migliaia, non è difficile immaginare che gli agenti dell’Fbi lo considerino come una sorta di bomba ad orologeria, capace di spingere degli insospettabili a emularlo. Tanto più che molti interrogativi continuano a circondare «The Family» come dimostrano i periodici esami condotti dalla polizia scientifica nella fattoria dove Manson visse fino al 1969 nella Death Valley alla ricerca di prove su possibili ulteriori vittime. Mostrare il volto invecchiato di questo-uomo mostro può dunque servire a indebolire il pericoloso fascino del suo perdurante mito malefico.
Condannato alla pena capitale, poi tramutata in ergastolo nel 1972, Manson scelse il nome della propria teoria omicida richiamandosi all’«Helter Skelter» (l’espressione inglese indica i grandi scivoli di forma elicoidale dei luna park) di un omonimo motivo dei Beatles e durante il processo decise di incidersi in mezzo agli occhi una piccola X che poi, con il tempo, ha trasformato in una svastica, imitato in questo dai seguaci che vennero giudicati assieme a lui - Susan Atkins, Leslie Van Houten, Patricia Krenwinkel e Charles «Tex» Watson - unendosi spesso in canti ritmati in lingua latina.
Per l’americano medio Manson testimonia una degenerazione violenta della stagione del movimento degli hippies che si definivano «figli dei fiori» ma lui continua a vivere in un mondo nel quale, come dimostra il messaggio a Anthony, si considera parte di un disegno di ampie dimensioni destinato a sconvolgere il mondo. A testimoniarlo sono anche gli undici ricorsi, tutti identici, presentati per chiedere di vedersi modificare la condanna - l’ultimo risale al 2007 - in ragione della sua totale innocenza, una tesi estrema che i suoi avvocati torneranno ad avanzare nel 2012.