la Repubblica, 20 novembre 2014
Troppo latte fa male. Un studio svedese sostiene che può provocare gonfiore e disturbi gastrointestinali. Ma c’è chi lo assolve. Pietro Migliaccio, presidente della Società italiana scienza dell’alimentazione: «Mi sembra controproducente attaccare un singolo alimento. Mi fa pensare che ci sia qualcuno che ha interessi commerciali, magari per aumentare la vendita di prodotti “sostitutivi” come latte di soia o di riso»
Un bel bicchiere di latte tutti i giorni. Per crescere meglio da bambini, per stare bene da adulti, ed evitare le fratture da anziani. Come un mantra le mamme e le nonne hanno ripetuto per decenni che consumarlo ogni mattina fa bene, soprattutto grazie al calcio. Eppure la reputazione della bevanda immancabile nei frigoriferi italiani sta subendo duri colpi in questi anni, soprattutto per gli effetti che avrebbe sulle persone con più di vent’anni. Le sue qualità vengono messe in dubbio da vari nutrizionisti, dando vita ad un dibattito nel quale si è inserita anche la Rete, con informazioni non sempre attendibili. Ci si mettono pure gli studi scientifici a dare mazzate. Il più recente è stato pubblicato sul prestigioso British Medical Journal a fine ottobre. In Svezia hanno seguito per 20 anni le abitudini alimentari di oltre 61mila donne. Ebbene, chi tra loro beveva tre o più bicchieri di latte al giorno aveva quasi il doppio di possibilità di morire nel corso dello studio di chi ne consumava solo uno. Le appartenenti al primo gruppo, inoltre, avevano un rischio molto superiore di frattura. Il luogo comune ribaltato.Bisogna però tenere conto che in Svezia, come ha sottolineato il servizio sanitario inglese, il latte è normalmente addizionato con la vitamina A, che può proprio influire sulla fragilità ossea. E lo stesso autore dello studio, Karlo Michaelsson dell’università di Upsala, sottolinea come questo sia “osservazionale”, cioè basato sull’analisi di un campione di persone che prova una correlazione, e non un rapporto di causa-effetto diretto, tra latte e certi problemi.Ma ci sono studi ancora più preoccupanti che mettono in relazione il consumo di latticini con i tumori, in particolare quelli della prostata e delle ovaie. Sono state fatte ricerche anche sul cancro senza arrivare a risultati certi, mentre per quello all’intestino il latte ha un effetto positivo, di prevenzione. Come sempre avviene con l’alimentazione, non ci sono indicazioni univoche su certi prodotti. Ma sempre rimanendo sugli studi cosiddetti osservazionali si è visto come popolazioni che non consumano molti latticini, ad esempio i giapponesi, vedono un’incidenza di certi tumori, come quello al seno appunto, molto inferiore.Del tema di è occupato anche Franco Berrino, epidemiologo dell’Istituto nazionale di tumori di Milano molto esperto di rapporto tra cibo e cancro e molto ascoltato da chi cerca un’alimentazione sana. Ha spiegato che non ci sono certezze scientifiche sul fatto che il latte faccia bene alle ossa. Riguardo al tumore, ha scritto che “il ruolo del latte e dei formaggi nella cancerogenesi è molto controverso”. Visto però che si tratta di un alimento molto ricco, secondo lui non è necessario consumarlo tutti i giorni. Ha meno dubbi Pietro Migliaccio, presidente della società italiana scienza dell’alimentazione. «È prezioso per tutta la vita, apporta proteine di alto valore biologico, calcio e vitamine ed è fondamentale per evitare l’osteoporosi – dice – I problemi li può dare solo a chi con il passare degli anni sviluppa la carenza di un enzima che provoca l’intolleranza, cioè gonfiore e disturbi gastrointestinali ogni volta che se ne beve un sorso. Mi sembra controproducente attaccare un singolo alimento. Non ha senso. Mi fa pensare che ci sia qualcuno che ha interessi commerciali, magari per aumentare la vendita di prodotti “sostitutivi” come latte di soia o di riso».