Corriere della Sera, 20 novembre 2014
Isabel e Maria fuggite dal Salvador verso il sogno americano. Tra trafficanti, poliziotti corrotti, disperazione e centinaia di cadaveri
Isabel e Maria. Spinte dal sogno americano sono entrate in un incubo e solo all’ultimo istante hanno evitato il peggio. Le hanno arrestate in Texas, contea di Brooks, quando ormai erano senza forze. Un’esperienza vissuta dalle migliaia di clandestini che ogni anno provano a entrare negli Stati Uniti dal confine meridionale. Isabel e Maria – i nomi veri sono altri – sono partite dal Salvador, con pochi spiccioli e molta paura. Gli immigrati non solo devono pagare il «biglietto» ai «coyotes», i trafficanti che garantiscono il passaggio oltre il muro, ma spesso sono spogliati d’ogni cosa da banditi e da poliziotti corrotti che chiedono il «pizzo». Chi non si piega può pagare con la vita.
In questi mesi in tanti hanno lasciato il Centro America, costretti dalla povertà e ingannati dall’idea che Obama avrebbe concesso l’amnistia a chi era «dentro». Una voce messa in giro dai contrabbandieri di persone per incassare più dollari. I registi del traffico, da buoni manager, hanno modificato i corridoi. Per anni il punto preferito è stata l’Arizona. Un percorso pericoloso attraverso il deserto per evitare i controlli della Border Patrol.
A centinaia sono morti, portati via dalla sete, dal calore terribile, dalla fatica che ti impedisce di fare un passo, dalla pallottola dei briganti. Se sei stanco e chiedi di fermarti, i «coyotes» ti abbandonano in qualche canyon sperduto. A volte una slogatura equivale ad una condanna capitale: non puoi stare al passo degli altri e li vedi andare via. Al clandestino non rimane che stendersi sotto un cespuglio e aspettare la fine. Le associazioni umanitarie, con le quali siamo stati più volte a sud di Tucson (Arizona), hanno contato oltre 100 resti umani solo nel 2014. Ma chissà quanti sono quelli mai recuperati lungo «il cammino del diavolo». Non va meglio in Texas, nuovo punto critico, dove nello stesso periodo sono deceduti 155 immigrati. Due scheletri non erano lontani da dove hanno trovato Isabel e Maria. Vittime senza nome di un viaggio dove non sono ammessi errori.